Tutti i film di Martin Scorsese dal “peggiore” al migliore

Una sfida a dir poco provante quella di classificare tutti i film di Martin Scorsese. Esatto, tutti i titoli della sua vasta filmografia dal migliore al peggiore, per festeggiare gli 81 anni di uno dei più importanti registi della storia che continua a dare lezioni di cinema.
Quei bravi ragazzi, The Departed - Il bene e il male, Taxi Driver, The Wolf of Wall Street e Toro Scatenato tra i migliori film di Martin Scorsese

Decretare un migliore nella filmografia di Martin Scorsese è praticamente come scegliere tra mamma è papà. Ma a noi di CiakClub.it piacciono le sfide e quindi abbiamo deciso di addentrarci in una proibitiva classifica, incrociando le preferenze della redazione nel modo più democratico possibile. Siamo certi di causare lo scontento di molti ma, appunto, qualcuno doveva prendersi la responsabilità di ripercorrere la carriera di un maestro che a 81 anni continua a creare grande cinema.

Una mastodontica carrellata di titoli ed indecifrabili capolavori che hanno attraversato le decadi, settando un prima e un dopo nella settima arte. Scorsese è un autore dalla poetica e dallo stile consolidato che, destreggiandosi tra diversi generi, ha dato sfogo alla sua formazione nelle strade newyorchesi, intrisa della cultura di origine italiana e delle sue diverse vocazioni. Film che hanno lanciato alcuni dei volti più noti dello spettacolo e che hanno immortalato e raccontato le ombre dell’umanità.

26. Kundun

Tenzin Yeshi Paichang (il Dalai Lama) in un poster del film Kundun

Iniziamo la nostra coraggiosa classifica con quello che per molti è considerato uno Scorsese minore, perlopiù tronfio. Kundun ripercorre l’ascesa di Tenzin Gyatso in quanto reincarnazione del tredicesimo Dalai Lama e quindi suo soprannaturale successore. In questo film del 1997 ritorna il tema della religione tanto caro al regista che però, a differenza di altri lavori, appare meno combattuto e forse eccessivamente retorico nel mettere in scena un titolo cui tecnicamente c’è poco da dire. Tralasciando alcune inesattezze storiche, a far storcere il naso, nonostante l’interessante storia narrata, è una scrittura appesantita che non scava abbastanza nella società tibetana.

25. Al di là della vita

Patricia Arquette e Nicolas Cage in una scena del film Al di là della vita

Nicola Cage in un film di Martin Scorsese? Ebbene sì, nella sua lunga carriera il grande regista ha collaborato anche con l’istrionico attore hollywoodiano. Al di là della vita,  tratto dal romanzo Bringing Out the Dead, è anche il primo sodalizio che incontriamo in questa carrellata di titoli, infatti la sceneggiatura è a cura di Paul Schrader, nome che ritroveremo più volte. È il film subito successivo a Kundun e racconta del dramma lavorativo di Frank Pierce, paramedico in stato depressivo che negli ultimi mesi non è riuscito a salvare nessuno. La sanità americana e, come in altre occasioni, New York, sono ritratte in modo grottesco e allucinato.

24. America 1929 – Sterminateli senza pietà

Barbara Hershey e David Carradine in una scena del film America 1929 - Sterminateli senza pietà

Secondo lungometraggio del regista, America 1929 – Sterminateli senza pietà è il primo titolo su commissione del nostro Martin Scorsese che inizia così a presentare e mostrare i punti cardine del suo cinema. L’America della grande depressione è ancora governata da una mentalità retrograda, fortemente razzista e sessista, e per raccontarla viene utilizzata quella che è venduta come una storia vera. In realtà Bertha Thompson è un personaggio inventato che, insieme alla sua banda formata da un sindacalista, da un baro e un afroamericano, il tutto in pieno stile Bonnie e Clyde, tenta di colpire le forze al potere.

23. Chi sta bussando alla mia porta

Harvey Keitel e Zina Bethune in una scena del film Chi sta bussando alla mia porta

È l’esordio di Scorsese, un film scritto e diretto dallo stesso, che per presentarsi al pubblico si affida ad un suo primo attore feticcio, Harvey Keitel. Il regista parte quindi dalle sue origini italoamericane, dall’amata Grande Mela, dalla vita di strada e appunto dalla sua fede contrastante. Girato in bianco e nero a basso costo, Chi sta bussando alla mia porta vive di forti rimandi al cinema anni ‘60 e quindi al movimento francese della nouvelle vague, per un montaggio discontinuo, che dà il via ad un altro fondamentale sodalizio, quello con la fedelissima collaboratrice e montatrice Thelma Schoonmaker.

22. L’ultima tentazione di Cristo

Willem Dafoe nel ruolo di Gesù in una scena del film L'ultima tentazione di Cristo

Forse il titolo più controverso dell’intera filmografia, tanto da essere aspramente criticato dalla Chiesa Cattolica e non solo. Il soggetto è tratto dal romanzo scritto da Nikos Kazantzakis, che sin dalla sua uscita cattura l’interesse di Scorsese che, ribadiamo, inserisce più e più volte il tema della religione nei suoi film. Il percorso alternativo e molto più umano di Gesù (Willem Dafoe), desideroso di una famiglia e tutt’altro che intento ad accettare il suo proposito divino è rafforzato dall’impronta del solito Schrader. L’ultima tentazione di Cristo è il primo importante tentativo di rappresentare una figura tanto importante per Martin Scorsese che, per sua ammissione, vorrebbe, prima o poi, girare un nuovo film sul Figlio di Dio.

21. Alice non abita più qui

Ellen Burstyn in una scena del film Alice non abita più qui

La bravura di un regista è quella di adattare la propria visione e poetica ad ogni progetto, andando oltre la distinzione di genere. Per questo nel vedere Alice non abita più qui non dobbiamo stupirci nell’appurare che non siamo dinanzi alla solita commedia romantica. Al fianco di una donna, una madre, mossa da buoni sentimenti, c’è infatti una realtà sporca che Scorsese non nasconde. Una storia familiare on the road dove emerge il forte carattere della protagonista Alice Hyatt, valso l’Oscar come miglior attrice ad Ellen Burstyn, per un film di grande successo dove spicca la pulizia scenica e registica.

20. Fuori Orario

Griffin Dunne in una scena del film Fuori Orario

Un uomo conosce una donna in un bar e, dopo uno strano “primo appuntamento”, vuole semplicemente riuscire a tornare a casa, in un vortice di sfortune e incomprensioni. In sintesi la trama di Fuori Orario è questa. Ma ancora una volta il buon Martin Scorsese impregna in un suo film le atmosfere grottesche che rivelano il lato oscuro e sporco della società che emerge, si trasforma, nella notte, nel dopo lavoro. Il tutto, con un umorismo nero, è contrapposto alla perfezione e all’apparente luminosità del mondo diurno, della vita lavorativa, che cambia aspetto e presenta personaggi sempre più strampalati e folli.

19. Cape Fear – Il promontorio della paura

Nick Nolte e Robert De Niro in una scena del film Cape Fear- Il promontorio della paura

Remake di un classico anni ‘60 diretto da J. Lee Thompson con protagonisti Gregory Peck e Robert Mitchum, mentre nella versione scorsesiana il ruolo dell’avvocato Sam Bowden è interpretato da Nick Nolte e quello del criminale Max Cady dall’onnipresente Robert De Niro. Un thriller ad alta tensione che cresce sempre più con l’avvicinarsi della minaccia di Cady, in cerca di vendetta per essere rimasto in carcere 14 anni, a suo dire per colpa di Bowden che non l’avrebbe difeso a dovere. Rispetto alla versione precedente, Scorsese pone l’attenzione sulla controparte “malvagia” ormai priva di umanità, puntando il dito anche contro le oscure verità della giustizia.

18. L’età dell’innocenza

Daniel Day-Lewis e Michelle Pfeiffer in una scena del film L'eta dell'innocenza

Nel 1993 Martin Scorsese ritorna a parlare di sentimenti in un melodramma in costume, tratto da un omonimo romanzo, che può contare su un cast a dir poco eccezionale. Daniel Day-Lewis, Winona Ryder e Michelle Pfeiffer completano un triangolo amoroso nella New York della seconda metà dell’800. Una scenografia meticolosa da parte dell’italiano Dante Ferretti ricostruisce su schermo l’eleganza dell’alta borghesia. L’innocenza dell’amore attraversa gli anni in una società ancorata al pregiudizio e alle convenzioni sociali dell’epoca. Un amore che forse rimarrà solo platonico fa da cornice al vero obiettivo del regista, ovvero continuare a sviscerare quell’America che nonostante il tempo passato non è poi cambiata troppo.

17. Il colore dei soldi

Tom Cruise e Paul Newman in una scena del film Il colore dei soldi

Paul Newman torna come Eddy “lo svelto” in una sorta di prosecuzione del film Lo spaccone, con il compito di forgiare un giovane talento del biliardo, Vincent Lauria, interpretato da un acerbo Tom Cruise nell’anno in cui divenne il celebre Maverick di Top Gun. Il confronto tra due generazioni, il rapporto maestro-insegnante, la ricerca di sé stesso e l’ossessione per il denaro sono i temi di un film nella norma per Scorsese ma divenuto un grande successo commerciale. La regia geometrica del nostro è sempre da scuola di cinema per il come segue l’incedere potente o delicato della stecca ed il rotolare della palla in buca.

16. New York, New York

Robert De Niro e Liza Minnelli in una scena del film New York New York

Un omaggio al cinema con il quale è cresciuto, a quelle commedie musicali dalla colonna sonora memorabile che vive grazie alle immagini. Fa specie invece come in questo spesso sottovalutato film a sparire siano proprio le curate ed estrose inquadrature di Scorsese, divorate dall’iconica traccia intonata nel film da Liza Minnelli e sui palchi internazionali da Frank Sinatra. New York, New York è un film ambizioso che può contare sulla maniacale applicazione del metodo da parte di De Niro che ha imparato appositamente a suonare il sax in pochi mesi. Un canovaccio magari non originale, nel quale carriera e amore sono messe a confronto nella città che non dorme mai al ritmo del jazz, che assolutamente non merita di essere definita la “Waterloo” del regista.

15. Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno

Harvey Keitel in una scena del film Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno

Se Chi sta bussando alla mia porta è l’esordio, Mean Streets è il film che, dopo aver precedentemente seminato una propria idea di cinema, risulta fondamentale nel dare il via alla lunga carriera di Martin Scorsese che mette in scena il suo vissuto romanzato. Un titolo indipendente che porta avanti il linguaggio della Nuova Hollywood, sperimentando l’utilizzo del montaggio e delle musiche, dalla tradizione italiana al rock. Il sottotitolo nostrano Domenica in chiesa, lunedì all’inferno evidenzia il contrasto ed il disagio contenuto nella pellicola, la contrapposizione tra la fede ed il microcosmo criminale di Little Italy. Charlie (Harvey Keitel) è un uomo dall’animo doppio, così come è duplice il ritmo del film, trascinato dall’amico Johnny Boy (uno strabordante Robert De Niro) a cedere alla realtà mafiosa.

14. The Aviator

Leonardo DiCaprio in una scena del film The Aviator

Iniziamo ad avvicinarci alle zone calde della classifica con un film inseguito e immaginato da tempo, quasi un’ossessione, proprio come quella di Howard Hughes, nuovo Icaro nel realizzare il sogno americano. Martin Scorsese omaggia il visionario produttore e regista dell’incredibile Gli angeli dell’inferno, ma ancora di più offre una dedica all’evoluzione del cinema, attraverso una fotografia che ricostruisce fedelmente il mutare della tecnologia, passando dalle sfumature rossastre del bipack al Technicolor. Le paranoie del pionieristico Hughes sono incarnate da un’inizialmente splendido e poi decadente Leonardo DiCaprio, affiancato da una magnifica Cate Blanchett che tramuta in una perfetta Katharine Hepburn. Una vera gioia per gli occhi.

13. The Irishman

Robert De Niro e Joe Pesci in una scena del film The Irishman

E passiamo ad uno dei più recenti lavori, la prima produzione di Scorsese finanziata dal colosso dello streaming Netflix. Tralasciando le tediose questioni distributive, The Irishman si aggiunge al filone gangster movie del regista, mirando però a raccontare un più ampio arco di tempo e puntando forte sugli effetti visivi. Per questa grande operazione tornano a condividere lo schermo De Niro e Joe Pesci, ai quali si aggiunge il mitico Al Pacino, tutti e tre ringiovaniti digitalmente (non sempre al meglio). La vera storia di Frank Sheeran, da semplice camionista a braccio destro di Jimmy Hoffa, attraversa oltre trent’anni di storia americana, senza tralasciare qualche stoccata alla presidenza Kennedy, ripercorrendo l’ascesa ma soprattutto il disfacimento e la solitudine di un uomo diviso tra l’orgoglio ed il rimpianto.

12. Silence

Andrew Garfield in una scena del film Silence

Come si è capito, l’aspetto religioso è contenuto quasi in ogni film della sua filmografia ma ci sono titoli, come il già citato L’ultima tentazione di Cristo, costruiti attorno a questo importante aspetto della vita di Scorsese. Anche se numeri alla mano è il peggior film commercialmente parlando, Silence esprime al massimo il suo combattimento nella fede, partendo dalla persecuzione cristiana in Giappone durante il ‘600. Ma cosa significa avere fede? In cosa consiste difenderla o rinnegarla? Il film denuncia le torture nei confronti dei credenti ma mette in dubbio anche la pratica di conversione intromettendosi in nazioni culturalmente differenti.

11. Gangs of New York

Daniel-Day-Lewis (Bill il Macellaio) in una scena del film Gangs of New York

Il confronto iniziale dei Five Points basterebbe a definire la grandiosità di questa monumentale ricostruzione della violenza imperante posta come fondamenta della società odierna. È il principio del sodalizio con Leonardo DiCaprio, qui Amsterdam, che nascosto sotto false spoglie cerca vendetta nei confronti di Bill il Macellaio, un Daniel Day-Lewis come sempre immenso. Gangs of New York è anche un trattato dell’unità formata dal sangue che scorre senza ritegno per le strade, prima di spostarsi sui campi di battaglia della guerra di secessione, dove solo i poveri muoiono. Un film che presenta con spietata crudezza l’autodistruzione di un Paese che ostenta nazionalismo dimenticando però le proprie vere origini.

10. Hugo Cabret

Asa Butterfield e Chloë Grace Moretz in una scena del film Hugo Cabret

Entriamo nella top ten con uno dei film dell’età contemporanea di Scorsese che, nei suoi ultimi lavori, ha rimarcato certi temi per scalfirli nella memoria. Non può quindi mancare un nuovo omaggio alla sua passione più grande: il cinema. Ritorna quindi al meccanismo che ha innescato la settima arte, all’origine dell’inquadratura, del montaggio, degli effetti speciali e anche dell’animazione. Hugo Cabret narra l’incontro di un orfano a colpi di carrellate laterali e piani sequenza con una misteriosa figura che potrebbe aiutarlo a portare a termine il progetto incompiuto del padre. La storia dimenticata di un cinema disperso, senza il quale però non avremmo mai avuto nemmeno Scorsese.

9. Re per una notte

Robert De Niro in una scena del film Re per una notte

Citato in più e più salse, non per ultimo dal Joker di Todd Phillips, Re per una notte è una commedia pregna di quella cupezza tipica della prima fase di carriera di Martin Scorsese. Uscito nel 1982, il film accusa con ironia il media televisivo in tutta la falsità celata dietro la macchina da presa, colpendo un certo tipo di fanatismo e di malsano rapporto con la celebrità. Per farlo si affida di nuovo a quel mattatore di Robert De Niro che interpreta ancora una volta un personaggio emarginato, instabile, che sfocia, come nel Travis Bickle che incontreremo più avanti, nella totale follia.

8. Casinò

Robert De Niro in una scena del film Casinò

All’ottavo posto irrompe Casinò, ispirato a fatti realmente accaduti in quel di Las Vegas. Sono gli anni ‘70 quando Sam “Asso” Rothstein, grande esperto di gioco d’azzardo, penetra sempre più nella città del peccato, che lo assorbe nel suo circolo di denaro e sangue. Una città fatiscente che nasconde appunto le macchie della mafia, diffuse in ogni appariscente simbolo dell’americanità. Il troppo stroppia nell’ossessiva ricerca del potere e Scorsese traduce questo atteggiamento in una messa in scena esondante, perfetta nella scelta dei tempi e dal ritmo incalzante. Da sottolineare la vasta selezione musicale che spazia nei diversi generi.

7. Shutter Island

Leonardo DiCaprio e Michelle Williams in una scena del film Shutter Island

Edward Daniels è un agente federale a cui viene assegnato un particolare caso presso un ospedale psichiatrico. È infatti sulle tracce di una paziente, colpevole di infanticidio, scomparsa senza lasciare traccia. Shutter Island vira verso il noir degli anni ‘30-40, intriso di suggestioni visive, inganni e colpi di scena inaspettati. Protagonista è Leonardo DiCaprio che indaga prima di tutto sulla sua psiche e sui fantasmi del suo passato. E ovviamente Scorsese gioca con le dinamiche del film, controllando e manipolando l’immagine mostrata. Una prima parte investigativa dove vengono seminati indizi è seguita da una seconda in cui l’introspezione psicologica culmina in un finale straziante.

6. Killers of the Flower Moon

Lily Gladstone e Leonardo DiCaprio in una scena del film Killers of the Flower Moon

Alle porte dei cinque titoli che dominano la nostra classifica si piazza l’ultimo arrivato in casa Martin Scorsese, il film oggetto di dibattito per l’imponente durata che ha diviso e non poco la critica. Eppure Killers of the Flower Moon va molto oltre il minutaggio, perché in questo film testimonia il graduale genocidio della tribù Osage, avvenuto sotto gli occhi di tutti e rimasto impunito. L’ennesima pagina nera della storia Americana da sempre dedita a raccontare la propria versione della storia. Un film impeccabile tecnicamente che, nel suo procedere lento, colpisce con veemenza lo spettatore attonito nell’osservare le efferatezze di un ambiguo proprietario terriero e la sudditanza di un meschino e degradato DiCaprio.

5. The Departed – Il bene e il male

Jack Nicholson (Frank Costello) e Matt Damon (Colin Sullivan) in una scena del film The Departed - Il bene e il male

Il cinema di Martin Scorsese è colmo di scene memorabili ed ingressi indimenticabili. Ebbene l’emergere pian piano dall’ombra, accompagnato dalla sua inconfondibile voce, da parte di Jack Nicholson è tra i più impattanti. Remake del celebre Infernal Affairs di Andrew Lau, il nostro sposta la criminalità di Hong Kong a Boston (niente New York questa volta) e si allontana dalla consueta presenza italoamericana per passare al boss irlandese Frank Costello. Un gioco di identità durante il quale il montaggio di Thelma Schoonmaker regna sovrano, nascondendo molte sottotrame e possibili spunti che hanno fatto sorgere più di una teoria.

4. The Wolf of Wall Street

Leonardo DiCaprio (Jordan Belfort) in una scena del film The Wolf of Wall Street

Una dose di cocaina su pellicola. Questo è il forsennato e adrenalinico The Wolf of Wall Street con Jordan Belfort. Sì perché nella sua interpretazione DiCaprio si trasforma completamente nel broker, in quella che quasi senza possibilità di replica è la sua miglior prova attoriale (come dimostrato da un’altra nostra enorme classifica). Non c’è un attimo di tregua in questo film, per un ritmo serrato in cui susseguono scene deliranti e fuori di testa che mettono alla berlina la realtà di Wall Street. È anche il film che presenta in tutto il suo splendore Margot Robbie e conferma la bravura di Jonah Hill, senza contare la breve e rituale comparsa di Matthew McConaughey.

3. Quei bravi ragazzi

Joe Pesci, Ray Liotta e Robert De Niro in una scena del film Quei bravi ragazzi

Eccoci alla tanto attesa TOP 3 e non potevamo esimerci dall’inserire al terzo posto un film che apre le porte agli anni ‘90, inserendosi tra i più grandi e importanti film di mafia di sempre. Quei bravi ragazzi è la rappresentazione del gangster spogliato della sua aura magniloquente come presentato per esempio ne Il Padrino, mostrando invece uomini pietosi, a tratti “buffi” e interessati a cucinare polpette al sugo. Ogni scene ed inquadratura parla da sé, con mirabolanti piani sequenza e spietate scene d’omicidio. Il compianto Ray Liotta estrae dal cilindro la sua migliore performance giganteggiando al fianco di due mostri sacri come Joe Pesci e Robert De Niro.

2. Toro Scatenato

Robert De Niro (Jake LaMotta) in una scena del film Toro Scatenato

Di capolavoro in capolavoro, il film sul pugile Jake LaMotta sfiora il gradino più alto del podio. Definirlo biografico sarebbe oltremodo riduttivo, infatti Martin Scorsese, uscendo dalla depressione, si accosta al progetto come fosse il suo ultimo, realizzando un’opera che mette in scena la drammaticità di un uomo falcidiato dalle paranoie e dalla sua incapacità di rapportarsi con il prossimo. De Niro come LaMotta non si risparmia nemmeno un colpo nel portare a termine la parabola discendente di un combattente che ha lottato continuamente sul ring ma ancor di più contro le proprie ombre ed insicurezze. Il tutto viene arricchito da uno splendido bianco e nero e dal sonoro che proietta i potenti montati oltre lo schermo.

1. Taxi Driver

Robert De Niro (Travis Bickle) in una scena del film Taxi Driver

Il confronto è stato di quelli all’ultimo sangue ma la medaglia d’oro se la aggiudica il capolavoro del ‘76, manifesto di un’intera generazione smarrita, reduce dall’insensato conflitto in Vietnam. Travis Bickle è un tassista insonne perso in una torbida New York al neon nel quale non trova una sua collocazione. Scartato da chiunque, è spinto da un desiderio di rivalsa verso quella società per la quale vuole ergersi a paladino. Sfoggiando un paio di Ray-ban e la capigliatura mohawk, Robert De Niro porta in vita il simbolo della deriva giovanile che, immersa nella solitudine, continua a fronteggiare il bisogno di attenzione davanti a quello specchio recitando “ma dici a me?”. Per queste ragioni ma non solo, Taxi Driver è per noi il miglior film di Martin Scorsese.

Articolo scritto e realizzato da Andrea Diamante.

Alla definizione della classifica hanno contribuito: Andrea DiamanteDaniele TuccilloEmma BoccardoFrancesco Diozzi, Jacopo Daniele CutriMarcello Becca, Marco AscioneMicaela Di NicolaNoemi IacoponiPietro FortunaRebecca Sofia Lo GiudiceRiccardo DellaiSamuele LupiCarlo Giuliano.

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