Joika – A un passo dal sogno, recensione: un noir sulla danza

Joika - A un passo dal sogno è un biopic del 2023 diretto da James Napier Robertson, dai tratti di un thriller noir di genere drammatico. Il film racconta la storia vera di Joy Womack, la prima ballerina americana a diplomarsi alla Bolshoi Ballet Academy.
Diane Kruger e Talia Ryder in una scena del film Joika - A un passo dal sogno

Joika – A un passo dal sogno è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 2 novembre 2023, distribuito da Eagle Pictures. Un biopic che racconta il mondo difficile della danza. Tratto dalla storia vera di Joy Womack, la pellicola appare come un noir psicologico dal ritmo adrenalinico incalzante e dai risvolti drammatici.

Il dolore fisico e mentale, la perseveranza e il sacrificio, che si allontanano dalla direzione che sembrava presagire il sottotitolo italiano per avvicinarsi invece ai livelli estremi di un’ossessione, raccontano la storia della prima ballerina americana riuscita a diplomarsi all’elitaria Bolshoi Ballet Academy di Mosca. Dopo il documentario a lei dedicato, Joy Womack: The White Swan, del 2021, arriva al cinema Joika – A un passo dal sogno, diretto da James Napier Robertson.

Joika – A un passo dal sogno: la storia

La trama parte dalle origini, presentando una bambina dal talento spiccato per la danza classica. Fin dall’infanzia, trascorsa in Texas, Joy Womack sogna di diventare come la famosissima ballerina russa Natalia Osipova. La narrazione corre velocemente al punto in cui Joy, quindicenne, riesce a ottenere l’ammissione all’accademia di balletto più prestigiosa di Mosca, il Bolshoi.

Da questo momento si entra nel vivo della storia. Attraverso il punto di vista della protagonista, seguito dalla regia sequenza per sequenza, si inizia a vivere l’atmosfera della scuola, diretta principalmente dalla dura insegnante e celebre ballerina Tatiyana Volkova. Il ruolo di prima ballerina di quello che è considerato il centro del prestigio mondiale del balletto, sarà il punto di partenza per mostrare al pubblico il passaggio da sogno a ossessione. Tale percorso porterà alla distruzione della protagonista.

Joy imparerà presto la violenza e i punti estremi a cui porta la competizione. Durante lo svolgimento della pellicola si assiste anche ai metodi di formazione delle ballerine. Quest’ultime subiscono innumerevoli e asfissianti pressioni, soprattutto nel dover necessariamente rientrare nei canoni che richiede il Bolshoi. Tra questi c’è la forma fisica, che porta le ballerine a sviluppare diverse forme di disturbi alimentari. Questa problematica viene affrontata inizialmente tramite l’avversaria di Joy e poi anche attraverso lei stessa.

Non ci sarà però alcun tipo di dolore in grado di fermarla. Con i piedi e le caviglie doloranti, estrema stanchezza e a volte anche infortuni più gravi, la protagonista deciderà sempre di non arrendersi, rinunciando a tutto e tutti.

Sogno o ossessione?

Talia Ryder in una scena del film Joika - A un passo dal sogno

Joika – A un passo dal sogno è un biopic che appare più come un dramma orrorifico, angosciante nella ricerca di perfezione. Vengono portate alla luce le dinamiche di un sistema corrotto, denunciato poi dalla protagonista. Ottima proprio la performance di Talia Ryder nel rappresentare tutto il dolore fisico e mentale della protagonista. L’attrice è magistrale infatti nel trasformare il corpo e lo sguardo al servizio di una narrazione che dal sogno passa all’ossessione, all’incubo. Fin dai primi minuti il ritmo è scandito da una colonna sonora dalle sfumature noir, che tiene il pubblico con il fiato sospeso.

Un racconto che richiama, anche se sbiadito, Il cigno nero. Una narrazione circoscritta, quella di James Napier Robertson, affrontata da punti di vista diversi, che però si accomuna nella sofferenza di entrambe le protagoniste. Anche i deja-vù vissuti da Joika ricordano molto quelli rappresentati da Natalie Portman nella pellicola del 2010 – anche Il cigno nero rappresentava l’insieme di ossessione e perfezione – restituendo al pubblico un thriller psicologico e personale.

Il film mostra i risvolti negativi di una forte competizione, che accomuna molti sport praticati a livello agonistico. Il balletto qui supera il concetto sportivo, ponendo il focus sull’ossessione verso un obiettivo. La dedizione, la perseveranza e il sacrificio risultano l’unica cifra per il successo, portando il pubblico a chiedersi fin dove sia giusto spingersi. La protagonista arriva a vivere una condizione psicofisica che porta inevitabilmente lo spettatore a pensare se valga di più il successo o la propria vita. A questo si collegano le conseguenze psicologiche, che portano la protagonista a chiudersi e respingere persino la sua stessa famiglia.

Si tratta di un dramma che parla chiaramente anche dell’aspetto politico. Si rientra nella tipica dinamica della Guerra Fredda, dove i poli USA e Russia vengono ancora presentati come due rette parallele senza un apparente punto d’incontro. Joy (per la Russia Joika) deve possedere la cittadinanza per poter far parte dell’esclusivo Bolshoi. Il suo modo di ballare risulta “troppo americano”. L’approccio russo appare come troppo rigido, restrittivo, invasivo. La stessa narrazione, quando è ambientata in territorio russo, viene visivamente rappresentata come più fredda, resa quasi disumana rispetto agli ambienti familiari della protagonista negli Stati Uniti.

Joika – A un passo dal sogno è in sala proprio in questi giorni. E voi, andrete a vederlo? Scriveteci cosa ne pensate nei commenti. Nel frattempo, qui trovate tutte le altre uscite al cinema a novembre. Questo e altro CiakClub.it

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