White Men Can’t Jump, recensione: un remake da 3 punti… su?

White Men Can't Jump è un film prodotto da Hulu e diretto da Calamitic, noto regista di videoclip musicali. Il film vuole essere un remake dell'omonima pellicola del '92, che ottenne parecchio successo. Un'amicizia tra bianchi e neri e problemi di soldi, il tutto legato al basket: ma questo film ci ha stupito?
White Men Can't Jump, recensione: un remake da 3 punti… su?

White Men Can’t Jump è una commedia sportiva diretta da Calmatic, al suo secondo lungometraggio. Il regista si è infatti dilettato e fatto un nome su un campo ben diverso da quello cinematografico: i videoclip musicali. Ne ha diretti di importantissimi, tra cui quello di Old Town Road di Lil Nas X.

Con questo film intende portare sotto una luce moderna la storia del film omonimo del 1992, con protagonista Woody Harrelson e diretto da Ron Shelton. Ma ci è riuscito?

White Men Can’t Jump, la trama

Kamal è una stella nascente del basket, con un futuro certo nell’NBA. Ma durante una partita al liceo viene istigato da alcuni nel pubblico. Il ragazzo non si trattiene, sale sugli spalti e aggredisce gli spettatori che stavano insultando lui e suo padre, non presente alla partita a causa di una sclerosi multipla appena diagnosticata.

Dieci anni dopo conosce Jeremy, anche lui era un giocatore promettente, ma dopo essersi rotto i crociati non ha più potuto giocare a buon livello. Tra i due c’è una differenza in particolare: il colore della pelle. Ma scopriranno che a parte questo piccolo aspetto non sono poi tanto diversi. Decidono di partecipare a un torneo di basket a due, per vincere dei soldi e riuscire a risolvere i problemi economici che affliggono entrambi.

This Movie Can’t Jump

Il problema del film non è ne nella storia ne nella regia. Il vero problema di questo remake risiede in una sceneggiatura troppo superficiale, che non va infondo a nessuna questione. Sì, rende moderno il suo originale, ma lo spoglia della sua profondità.

La questione razziale è al centro del film, ma non va mai oltre la semplice battuta. Siamo rimasti quindi in conflitto nel giudicare una pellicola di cui non si capisce l’obiettivo. Vuole trattare il problema del razzismo? O vuole semplicemente farti passare un’ora e mezza a vedere delle partitelle di basket? Se fosse il primo beh, Calmatic ha ancora tanta strada da fare.

White Men Can’t Jump non è così male

Jack Harlow medita in White Men Can't Jump
Jack Harlow medita in White Men Can’t Jump

In realtà non si può dire che sia totalmente da buttare. I protagonisti li abbiamo trovati abbastanza interessanti e riconoscibili nelle loro peculiarità. Il background di Jeremy e Kamal è completamente diverso da quello del film originale, ma funziona anche se mostrato poco. Se l’amicizia è il potere salvifico del nostro mondo (insieme all’imbattibile “vero amore“) questo film ce lo dimostra, proprio perché salvato dal rapporto tra due cestisti.

Ovviamente non basta a renderlo un grande film, ma per la sua durata è comunque godibile, e non perde nemmeno un minuto in momenti dal dubbio significato. Il basket inoltre si dimostra ancora una volta lo sport cinematografico per eccellenza. Infatti, anche senza grandi “balzi” alla regia, le partite filmate sono sempre divertenti, che siano al torneo o al campetto.

Lo sport come rivalsa

White Men Can't Jump, l'originale
White Men Can’t Jump, l’originale

Il basket, ma in generale lo sport, è da sempre uno strumento di rivalsa. Questo film arriva subito dopo The First Slam Dunk (leggi qui la recensione) e diventa difficile quindi non fare paragoni. Lì questo concetto di rivalsa è raccontato veramente bene, come tutto il resto d’altronde. Ogni passo verso il canestro, ogni sguardo, ogni passaggio, è frutto della grinta dei giocatori.

In White Men Can’t Jump invece non si coglie fino infondo l’importanza del gioco, soprattutto nel caso di Jeremy che non sembra per niente povero nonostante le discussioni sui soldi che ha di continuo con la sua ragazza. Sì, spiega bene la sua situazione, ma dal suo stile di vita e da come si veste appare poco credibile sotto questo punto di vista.

La rivalsa però arriva, in una scena finale realizzata molto bene e che si prende il tempo di cui ha bisogno per essere raccontata (molti film di oggi invece hanno un finale frettoloso). Bello anche il fatto che non ci sia il tanto utilizzato timer, che porta ad avere il tipico canestro dell’ultimo secondo.

Insomma, un film che sicuramente non è perfetto, e che non ci va nemmeno tanto vicino. Un remake che prende dall’opera originale solo l’idea di partenza per poi trasporla trent’anni più avanti. Tanti difetti, ma anche alcuni spunti interessanti, che ci fanno pensare che Calmatic possa fare molto più di così. E a voi è piaciuto White Men Can’t Jump?

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