Spider-Man: Across the Spider-Verse, recensione dell’altro mondo

Spider-Man: Across the Spider-verse è il sequel del film Spider-man: Un nuovo universo, Oscar d'animazione 2018. A distanza di anni Sony torna con un film d'animazione mozzafiato, che ci racconta l'Uomo-ragno in una maniera nuova e spettacolare. Assolutamente un film da vedere in sala, per apprezzare a pieno il contenuto artistico dell'opera.
Spider-Man: Across the Spider-Verse, recensione dell'altro mondo

Spider-Man: Across the Spider-verse: wow! Non si può dire altro di fronte al lavoro gigante di Sony Pictures Animation. Per il cinema d’animazione il primo film, Spider-Man: Un nuovo universo, aveva rappresentato un punto di svolta, un strada bella e intelligente che Sony ha deciso di intraprendere: ma per ora è stata la sola.

Spider-Man: Across the Spider-verse, quello che non abbiamo mai visto

Spider-Man: Across the Spider-verse ci mostra Miles, ci mostra Gwen, ci mostra Miguel O’Hara e molti altri, ma soprattutto ci racconta quello che vuol dire essere Spider-man (spoiler: non vuol dire menare i cattivi). La prima parte del film è incentrata sui rapporti familiari di Gwen e di Miles. La prima deve convivere con un padre che odia Spider-Woman, la accusa di omicidio e vuole metterla dietro le sbarre. Nel suo universo Gwen non ha più nulla, non ha più nessuno. Essere Spider-Man per lei vuol dire essere sola.

Lo stesso vale per Miles, che non si sente a suo agio a mentire alla famiglia, ma ha paura di fare “coming out”. Il suo rapporto con i genitori è stupendo. Però lui vorrebbe rivedere i suoi amici aracnoidi che nello scorso film sono stati rispediti nei loro universi, per sentirsi meno unico anche solo per un momento.

Nel frattempo Gwen si è unita alla Spider-society, capitanata da Miguel O’Hara (Spider-Man 2099), lasciando però sospeso il rapporto con suo padre. La Spider-society ha il compito di mantenere intatto il canone del multiverso, e l’arrivo de La Macchia (Spot) nel mondo di Miles è diventato una minaccia. Per questo Gwen ha la possibilità di rivedere il suo amico, che vuole unirsi alla causa a tutti costi. Da qui in poi non si può dire molto altro.

Un villain o due? E quanti Spider-Man!

La macchia combatte con Miles in Spider-man: Across the Spider-verse
La macchia combatte con Miles in Spider-Man: Across the Spider-verse

La cosa che impressiona è il character design di ogni personaggio, ma quello del villain mette i brividi. Uno dei migliori cattivi di sempre all’interno di un cinecomic: inquietante, inarrestabile, colmo di odio. È geniale solo il pensiero di riesumare un personaggio del genere, che risulta perfetto per l’animazione adottata. Per lui, come per le centinaia di Spider-Man che sono presenti, le gag fisiche derivate dalle varie abilità sono tante. Una slapstick utilizzata con intelligenza, mai ridondante e stupida.

Le battute sono incredibili, ricche di citazioni, con un tempo assolutamente perfetto. Si passa dai videogiochi, per la saga di Ben Reilly, e si arriva al caos più assoluto… gestito magistralmente. Con questo film ci si diverte parecchio, ma quasi si arriva a piangere per la bellezza estetica che raggiunge.

Spider-Man 2099, forse si sbaglia

Spider-man: Across the Spider-verse, un personaggio ambiguo
Spider-Man: Across the Spider-verse, un personaggio ambiguo

Lui è un personaggio estremamente interessante. Però, nonostante sia a capo di questa grande organizzazione di Spider-Man, appare un personaggio ambiguo fin dal primo momento (come l’origine vuole). Quando Miles lo raggiunge, in maniera illegittima, Miguel lo mette di fronte a una tragica realtà… ma forse su qualcosa si sbaglia.

Il canone (che tra l’altro è un termine più che altro fumettistico) è il secondo villain della trama. Il fatto che alcuni eventi accadano in ogni universo e non si possano cambiare mettono gli Spider-Man davanti a delle scelte quasi impossibili. Ecco allora Miguel, l’incarnazione del canone, o del destino, volto a far rispettare le regole proprio perché lui stesso sa cosa vuol dire infrangerle.

Ma è animato bene sto Spider-Man: Across the Spider-verse?

Spider-Man: Across the Spider-verse, la scena meme
Spider-Man: Across the Spider-verse, la scena meme

Beh, è probabilmente uno dei migliori film d’animazione di sempre a livello tecnico, se non il migliore. Di fatto non introduce nulla di nuovo rispetto al primo, ma ne è un’evoluzione. Il fumetto arriva al cinema davvero con questi due film. Qui convivono diversi stili, tantissimi, perché ogni personaggio è riportato sullo schermo esattamente come era su carta. È CGI, ma richiama il disegno a mano in 2D, la pittura e ogni singolo stile che vi possa venire in mente in un comic.

Non si toglie niente a ciò che hanno fatto Disney, Pixar o Studio Ghibli, ma qui ci troviamo di fronte a qualcosa di mai visto e va dato a Sony quello che si merita, visto che arriva da una ventina di film d’animazione dimenticabili e finalmente sembra aver imboccato la strada giusta.

Spider-Man: Across the Spider-verse, l’animazione non è un genere!

Animazione significa anche poter realizzare qualsiasi cosa, questo film lo fa
Animazione significa anche poter realizzare qualsiasi cosa, questo film lo fa

Bisogna dirlo e ridirlo, nonostante lo abbia anche fatto Guillermo del Toro dopo aver preso l’Oscar per Pinocchio. L’animazione è una tecnica, e Sony Pictures Animation è al momento il migliore studio di animazione.

Sì vabbè ma gli altri allora?

Disney e Pixar non reggono il colpo di un flop dietro l’altro e si sostengono con gli incassi dei Classici live-action. Anche Dreamworks cede alla scelta di produrre Shrek 5 e un live-action di Dragon trainer (nonostante l’ottimo Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio). Per non parlare dello Studio Ghibli, che senza Hayao Miyazaki non sta in piedi, e quasi sicuramente chiuderà i battenti dopo l’uscita del suo ultimo film (How Do You Live? previsto per Luglio 2023 in Giappone). Inoltre c’è Illumination (reduce dal successo di Super Mario Bros. – Il film), che però si rivolge a un pubblico ben diverso e i suoi film, per quanto divertenti, hanno poco da dire.

Il solco che Sony ha tracciato sembra essere seguito solo da Nickelodeon, con Tartarughe Ninja: Caos mutante (per quanto si vede dal trailer), e forse da Netflix, che ha tantissimi progetti interessanti (tra cui un nuovo film d’animazione di Guillermo del Toro tratto da Gli Sporcelli di Roal Dahl). In questo contesto (tralasciando Aardman Animations e Laika che non sono commerciali come i sopracitati) arriva Sony a sbaragliare la concorrenza, con una grande storia e con grande stile.

Spider-Man: Across the Spider-verse, il miglior film di Spider-man?

"Da grandi poteri derivano grandi responsabilità" la frase mai detta ma che riecheggia sempre
“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” la frase mai detta ma che riecheggia sempre

Probabilmente sì, anche se è solo la prima parte di un “filmone” che si concluderà con Spider-Man: Beyond the Spider-verse, in arrivo a Marzo dell’anno prossimo (salvo slittamenti). È il miglior film di Spider-Man perché è tecnicamente mostruoso, con una regia che molto spesso lascia senza fiato. È il miglior film di Spider-Man perché racconta qualcosa in più rispetto a tutti gli altri film sull’uomo ragno che abbiamo visto. Qualcosa che non è solo di Peter Parker o di Miles Morales, ma qualcosa che è di tutti noi.

Non è solo la tecnica a fare di questo un gran film, è la sua profondità, è la sua capacità di espressione semplice ed efficace. Miles non è Peter Parker, forse non dovrebbe nemmeno essere Spider-man e forse nemmeno vorrebbe, ma lo è. Non è una scelta che ha fatto, è così e basta. Il peso che porta con sé è il vero protagonista del film.

Spider-Man: Across the Spider-verse è da vedere al cinema (come altri film interessanti in uscita questo mese), e ci auguriamo che lo facciate tutti perché rimarrete colpiti, sia dall’estetica che dalla narrazione. Fateci sapere se siete d’accordo! Alla prossima recensione su Ciakclub.it

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