Cory Monteith, il Finn Hudson della serie di successo Glee, è stato trovato morto per overdose, in una stanza d’albergo a Vancouver, il 13 luglio del 2013 a soli 31 anni. È ancora doloroso pensare al giorno in cui uno degli attori più amati del piccolo schermo ha perso la vita. Oggi sono dieci anni dalla sua morte e ancora ci si chiede cosa possa aver spinto un ragazzo all’apice del successo a compiere una determinata azione verso se stesso. Molte domande, purtroppo, sono destinate a rimanere senza risposte.
Cory Monteith era un ragazzo che si batteva affinché gli altri non commettessero i suoi stessi errori. È partendo da questo che si dovrebbe commemorare la sua memoria e far in modo che la sua morte, al di là della tragedia che rappresenta, non si fermi ad essere semplicemente un fatto accaduto e neanche un semplice ricordo, ma qualcosa su cui riflettere. Cory aveva ancora molto da dare, ma purtroppo non ne ha avuto il tempo, come tanti altri che sono stati strappati alla vita troppo presto.
Cory Monteith: Addio, Finn!
Finn Hudson, il quarterback di Glee, è il personaggio che ha consacrato Cory Monteith come celebrità. Finn è Cory e Cory era Finn. Molti potrebbero controbattere questa affermazione, data l’insicurezza dell’attore nella vita reale, ma in realtà i due avevano molto in comune. Cory nella vita non era un quarterback e neanche un leader, ma qualcuno che voleva aiutare il prossimo proprio come Finn. Nell’episodio che ha spezzato il cuore a molti gleek, viene ricordato come l’attore/personaggio sia riuscito a far sentire popolari i perdenti.
Cory prima di entrare nel cast della serie, nonostante avesse interpretato dei piccoli ruoli in diversi show televisivi, era una ragazzo che si guadagnava da vivere come tassista, autista di scuolabus e addetto all’accoglienza di Wal-Mart. Cory, una volta raggiunta la notorietà, cominciò ad essere visto come il classico artista di strada che riesce a sfondare la porta del successo, donando speranza a tutti quelli come lui. L’attore aveva avuto un passato turbolento che non rivelò fino alla fine della seconda stagione.
Il passato come esempio…

Cory durante un’intervista in tv decise di raccontare il suo passato, per far conoscere chi fosse, al di fuori di Finn Hudson. L’attore aveva avuto problemi di alcolismo e di droghe e non si vergognò nel farlo presente al mondo intero, perché voleva che la sua vita fosse di esempio per chiunque stesse passando quegli stessi problemi. Cory era una persona fragile che voleva aiutare, ma anche essere aiutato.
Il successo rappresentò per Cory una bellissima gabbia dorata. Lo stress sul lavoro e fuori dal lavoro, per via della troppa notorietà, lo portarono ad avere delle ricadute, nel periodo della quarta stagione di Glee. L’attore decise quindi di andare in riabilitazione anche se voleva aspettare la fine delle riprese, ma Ryan Murphy gli disse: “È fuori questione. No. La serie Tv non ha importanza, la tua vita si.”
…per il presente
Cory voleva guarire, lo disse anche a Ryan Murphy, ma soprattutto voleva tornare ad essere semplicemente un ragazzo normale. La fama non riusciva a gestirla, era troppo per lui ma non aveva il coraggio di rinunciarvi. Non è facile una volta ottenuto il successo saper tornare indietro. La fama divenne la sua malattia, l’alcol la sua “medicina”, proprio come la prima volta che lo utilizzò per fuggire dai suoi problemi familiari.
L’attore si sentì libero di ricominciare perché “gli era stato dato il permesso da qualcuno che amava” come ha rivelato il suo parrucchiere durante l’intervista per la docu-serie La maledizione di Glee su Discovery+. Questo lo condusse alla distruzione e poi alla morte.
Ti ricorderemo Cory Monteith

Cory aveva ancora molto da dare e non bisogna ricordarlo per come è morto, ma per chi fosse. Un ragazzo che voleva essere di esempio a chi non riuscisse ad uscire fuori da problemi di alcol e droga, un ragazzo con degli amici, una famiglia e infine, un ragazzo con delle debolezze che non devono essere scambiate per colpe. Citando le parole del personaggio Kurt Hummel, interpretato da Chris Colfer, nell’episodio dedicato all’attore scomparso:
“Tutti vogliono parlare di come è morto, ma che importa. È stato un solo momento in tutta la sua vita. A me importa di più come ha vissuto“.
Cory Monteith ha lasciato un segno nel cuore dei gleek. La sua morte dovrebbe far riflettere sull’importanza della vita e sul non lasciarsi influenzare dagli eventi circostanti e soprattutto sul riuscire a rinunciare ad un lavoro che non regala benessere psicologico. Cory probabilmente è questo che avrebbe voluto. Ancora addio Cory e porgi i saluti anche ai tuoi compagni di viaggio Mark Salling (morto suicida) e Naya Rivera (deceduta per annegamento).