All’inizio di Asteroid City Augie Steenbeck trascina la sua auto dal meccanico che gli dà due possibilità sull’andamento del problema, in base alla sua lunga esperienza: o basta cambiare un pezzo da pochi centesimi, oppure l’auto è rotta per sempre. Una cosa o l’altra. Ed è qui che avviene la prima rottura, la prima forma di incertezza presente nel film. Infatti, non è ne una ne l’altra, ma una terza cosa che il meccanico non ha mai visto prima.
Wes Anderson ci racconta una storia sull’incertezza, sulla solitudine, ma anche sull’elaborazione del dolore, presentandoci personaggi che spesso non sono in grado di affrontare la vita. In entrambi gli strati narrativi abbiamo infatti assistito a personaggi incerti, incapaci, pieni di domande senza risposte. Quando l’alieno si presenta durante l’osservazione delle stelle, ogni convinzione viene messa in discussione e tutti reagiscono in modo diverso.
Dalla maestra June (Maya Hawke) che cerca di andare avanti con le lezioni come se nulla fosse ma senza riuscirci. Al personaggio di Steve Carrell che semplicemente non reagisce perché deve continuare a lavorare. Infine però abbiamo Augie (Jason Schwartzman) che fa una foto all’alieno e mette questo nuovo problema nel cassetto di tutti quelli da risolvere, e ne ha molti. Augie, o Jones Hall, è una delle tante figure paterne distaccate del cinema di Wes Anderson, e recita le sue battute in modo monotono e impassibile.
Sia Augie che Jones sono alla ricerca di risposte alla domanda “come posso superare una perdita?”. Infatti Augie fatica a superare la morte della moglie, mentre Jones deve superare quella di Conrad Earp, lo scrittore della commedia che è morto all’inizio della corsa di Asteroid City nei teatri, con cui aveva una relazione. Spesso gli attori cercano di elaborare il lutto lavorando su storie che trattano questo processo. Purtroppo, non sempre esiste una risposta univoca a questo dolore. Augie alla fine riesce a trovare la serenità tanto voluta, grazie anche a Midge Campbell (Scarlett Johansson).
Per Jones sarà un po’ più difficile, anche perché reale. Avrà bisogno di un accesa conversazione casuale con l’attrice che avrebbe dovuto interpretare sua moglie (Margot Robbie). Una conversazione che gli dona un senso di chiusura, che rimargina le ferite della persona e non solo del personaggio. Ancora però non gli è tutto chiaro, ma a volte è necessario continuare a raccontare la storia anche se non la si capisce, come ha fatto Augie. Così anche Jones troverà la felicità.
In una scena del film una frase ha fatto tanto discutere sul suo significato, ovviamente lasciato all’interpretazione dello spettatore. Durante un’improvvisazione richiesta da Conrad, tutti gli attori della scuola in cui si era recato iniziano a fingere di dormire, in molti modi diversi. Alla fine Jones si sveglia e dice: “Non puoi svegliarti se non ti addormenti“. Tutti ripetono la frase, in modo addirittura inquietante, fino a che non entra in scena anche l’alieno (di cui parliamo in questo articolo). Ma quale significato diamo a questa affermazione?
Il messaggio che abbiamo colto è legato all’elaborazione di un trauma. Fotografarlo pensando di averlo rimosso dalla realtà non funzionerà mai. Dedicare il tuo tempo ad altre attività è legittimo, ma non servirà a superare il tuo dolore. Solo lasciando la presa, dormendo, e immergendosi nella propria storia sarai capace di superarlo. A quel punto sarai cambiato, sarai sveglio. A voi è piaciuto Asteroid City?