All of Us Strangers (Estranei): recensione del film con Mescal e Scott

All of Us Strangers (Estranei) è l'ultimo film che abbiamo visto alla Festa del Cinema di Roma grazie ad Alice nella Città. Il film di Andrew Haigh, con Mescal e Scott, si rivolge a noi come un romantico racconto su come superare i demoni del passato. Il quadro dei personaggi è amabile, dolce e vulnerabile. Oltre che leggermente inquietante.
Andrew Scott e Paul Mescal in una scena del film All of Us Strangers (Estranei)

All of Us Strangers è un film di Andrew Haigh, il quinto per l’esattezza. La storia tratta da Strangers, di Taichi Yamada, ci porta un po’ a fare i conti con il nostro passato, tra fantasmi e reminiscenze utili a superare i traumi che ci affliggono nel presente. Adam è un ottimo personaggio per questo tipo di racconto. È uno scrittore, e quindi ogni giorno deve fronteggiare se stesso alla scrivania. È omosessuale, e per la sua generazione, quella degli anni Ottanta, esserlo ha rappresentato un viaggio tra diversi punti di vista nel corso degli anni.

I ricordi e l’amore sono elementi che Haigh ama maneggiare. 45 Anni è un film che infatti gravita attorno a questi temi ed è considerato fra i migliori film del decennio 2010-2020 secondo la critica internazionale. Ma con Estranei non intraprende solo la strada dell’amore romantico. si promette di indagare anche quello dell’amore familiare. Prende la storia tanto a cuore da utilizzare la sua casa d’infanzia per le riprese e decide di avvicinare il protagonista a se stesso nella caratterizzazione. Ecco quindi il film: vero, toccante, e con un fondo di verità che possiamo tutti cogliere e sentire nostro.

All of Us Strangers: un viaggio nel tempo

All of Us Strangers non è solo un film sull’omosessualità di Adam. Siamo nel suo appartamento a Londra, dove un ragazzo, Andrew, bussa alla sua porta ubriaco alla ricerca di un rapporto sessuale, ma anche semplicemente umano. Adam non si sente a suo agio e decide di rifiutare gentilmente la proposta del suo vicino di casa. Lo vediamo il giorno dopo a casa dei suoi genitori, decisamente troppo giovani, e scopriremo presto che si tratta solo della sua immaginazione, luogo in cui torna spesso per parlare col ricordo che ha di loro.

Con Andrew inizierà poi una relazione, attraverso la quale scopriamo che Adam ha perso i genitori quando aveva 12 anni, e non ha mai superato il trauma nonostante voglia farlo credere a se stesso. Scopriamo anche che uno dei progetti a cui sta lavorando è una storia su di loro, ed è quindi per questo che ha iniziato a fargli visita nella sua memoria. Un po’ attraverso la scrittura, un po’ attraverso Andrew, Adam cerca di voltare pagina su quello che he è successo quasi trent’anni prima. Ma non è facile.

Tornare nella sua casa d’infanzia lo rende felice, può parlare ai suoi genitori, raccontargli chi è diventato. Spiegargli che è gay, che lo è sempre stato, e fargli capire come oggi non sia più una cosa “negativa”, che la maggior parte delle persone non lo insultano, o che almeno non lo fanno ad alta voce. Può vivere le loro reazioni a queste notizie, dar sfogo al suo lato nascosto e creativo che non ha mai potuto mostrargli. E gli spiega quanto avrebbe voluto poter litigare con loro, come facevano tutti a 13 anni.

Il solitario contesto della nostra vita

Paul Mescal e Andrew Scott in una scena del film All of Us Strangers (Estranei)

Adam è una persona estremamente sola. Vive in un palazzo recentemente costruito e in pratica l’unico altro inquilino che vediamo è proprio Andrew, che forse ancora più solo. Ma non solo il palazzo, anche i paesaggi che osserviamo e osserva Adam dal treno per andare fuori Londra rievocano, insieme alle canzoni incredibilmente sensibili di Emilie Levienaise-Farrouch, un senso di solitudine che ci fa comprendere meglio il titolo del film: Tutti noi Estranei. Andrew non lo conosce mai davvero, e anche i suoi genitori non sanno che persona sia diventata nel corso del tempo. Adam non conosce nessuno, e nessuno lo conosce.

Una colonna sonora che anche nelle parti non originali riesce a farti venire la pelle d’oca, così come le interpretazioni perfettamente in sintonia dei quattro personaggi principali. Tutti gli attori, senza nemmeno bisogno di dirlo, sono stati fenomenali nel restituirci non solo un certo senso di alienazione, ma anche un bisogno impellente di provare sentimenti forti per farci sentire vivi. L’alchimia tra Andrew Scott e Paul Mescal (che a inizio anno ci aveva folgorato in Aftersun, ingiustamente snobbato agli Oscar) è eccitante, e porta una nuova linfa vitale al personaggio Adam, che da sempre più ascolto ai suoi freni inibitori.

All of Us Strangers (Estranei) è l’ultimo film che abbiamo visto in anteprima europea alla Festa del Cinema di Roma grazie ad Alice nella Città, che negli anni si sta confermando come un grande festival cinematografico. Arriverà in Italia all’inizio del prossimo anno, e non vediamo l’ora di tornare in sala a vederlo.

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