2 giugno: “Signora mia, è Una Vita Difficile anche senza Monarchia!”

Oggi è il 2 Giugno, Festa della Repubblica, e tra i film esempio della Commedia all’italiana che trattano del referendum istituzionale del ‘46 c’è lo stupendo Una vita difficile diretto da Dino Risi, un capolavoro che in una singola pellicola racchiude molti dei cambiamenti del nostro Paese a partire dal dopoguerra.
2 Giugno 'Signora mia, è Una Vita Difficile anche senza Monarchia!'

Scene indimenticabili, un grande Alberto Sordi e lo spaccato di un Paese in continuo mutamento, pochi film hanno raccontato l’Italia come Una vita difficile di Dino Risi. Inserito tra “le 100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva italiana”, e quindi da salvare, rappresenta al meglio la nostra Commedia e la sua capacità di strappare sorrisi riflettendo sui passaggi storici più delicati. Dalla lotta partigiana al boom economico, passando per la nascita della Repubblica, celebriamo un capolavoro del cinema italiano in occasione della Festa del 2 giugno.

Una vita difficile: la trama

Silvio Magnozzi è un ufficiale, nonché universitario ed idealista, che nel 1944 combatte al fianco dei partigiani contro le forze nazifasciste. A causa di un’offensiva presso il lago di Como, è costretto a fuggire, cercando rifugio nell’albergo della signora Amalia. Incontra così la figlia Elena (Lea Massari) che prima lo salva dall’agguato di un soldato tedesco e poi lo conduce al vecchio mulino abbandonato dai nonni dove rimane nascosto per alcuni mesi. Giunta la notizia della Liberazione, Silvio si ricongiunge con i suoi compagni, abbandonando l’amata Elena.

Lasciati da parte gli studi, viene assunto dal quotidiano comunista “Il lavoratore”, forte della sua esperienza con la rivista socialista “La scintilla” durante gli anni di guerra. Nonostante le ristrettezze economiche affronta con grande motivazione questo lavoro fino a che un giorno non ottiene l’incarico di inviato a Dongo insieme all’amico Simonini (Franco Fabrizi). Rincontra quindi Elena che, dopo la titubanza iniziale, decide di seguirlo a Roma. Comincia così una convivenza fatta di stenti, nella quale la morale e gli ideali politici di Silvio sono costantemente messi alla prova.

2 Giugno: la metamorfosi italiana?

L'iconica scena della cena durante il referendum del 2 Giugno
L’iconica scena della cena durante il referendum del 2 Giugno

Attraverso le scelte del protagonista, Dino Risi ne mostra il mancato adattamento scrutando quasi vent’anni di storia d’Italia (1944-61), in un susseguirsi di cambiamenti. Perché se il regime fascista ha lasciato una macchia indelebile nel cuore del Paese, il dopoguerra ha gettato le basi per l’Italia che al tempo era futura ma che probabilmente è ancora presente. La vita di Silvio procede quindi scontrandosi con i mutamenti della società, soprattutto con lo storico passaggio di forma di governo, per un’Italia per sempre divisa in due.

È memorabile la scena della cena su invito del Marchese Capperoni che catapulta i coniugi Magnozzi a tavola con una famiglia di aristocratici conservatori. L’abbandono della sala al momento dei risultati del referendum istituzionale del 2 Giugno illude riguardo un possibile cambiamento ed un livellamento di classi. A mangiare e bere restano solo Elena e Silvio, fermamente pro Repubblica, ma è solo una parentesi illusoria. Gli eventi successivi mostrano infatti come al potere resta chi già lo detiene mentre ai meno abbienti non resta che arrendersi all’ipocrisia dilagante.

Fotografia di un popolo disilluso

Alberto Sordi e Lea Massari in una scena del film
Alberto Sordi e Lea Massari in una scena del film

Silvio però non vuole scendere a compromessi, al costo di perdere tutto, anche l’amore di Elena, pur di difendere il proprio pensiero ed il suo sogno di pubblicare un romanzo autobiografico intitolato Una vita difficile. Attorno a lui però tutti tentano di convincerlo ad adeguarsi, di accettare il silenzio, fino ad essere costretto a trasformarsi nel servo tuttofare dei potenti. Metamorfosi che concede un apparente miglioria della vita, ma a quale prezzo? Vessato e umiliato dal ricco affarista Bracci, il nostro SIlvio riemerge e con il famoso schiaffo a bordo piscina si riappropria della sua integrità ed identità.

Alberto Sordi offre una delle sue più grandi interpretazioni, impersonando un personaggio profondo, solido, dipinto con tratti grotteschi ed una forte umanità. Le disavventure di Silvio rappresentano appieno la disillusione di un popolo, illustrano fatti che le generazioni seguenti non conoscono. Con grande ironia ma ancor più grande amarezza, Risi si affida ad un attore ingombrante, qui lontano dai consueti ruoli. Ad affiancare Sordi sono caratteristi come Franco Fabrizi, Claudio Gora e Daniele Vargas, oltre alla perfettamente malinconica Lea Massari, senza dimenticare Vittorio Gassman, Silvana Mangano e Alessandro Blasetti che interpretano se stessi.

Grande merito di questo assemblaggio perfetto è ovviamente da riconoscere nella sceneggiatura di Rodolfo Sonego che, attingendo dalla propria esperienza, crea una storia fittizia ma universale che fa da sfondo al vero protagonista, ovvero il panorama di un Paese in continua evoluzione. Un’Italia affacciata sul progresso e lo sviluppo ma che avanza non senza ferite profonde e strappi mai più ricuciti.

Un 2 Giugno da non dimenticare

Silvio Magnozzi, alias Alberto Sordi, in una scena del film

Con Una vita difficile siamo dinanzi ad un film narrativamente semplice ma così pieno di verità che non possono che colpire lo spettatore, sorpreso nell’osservare i nostri personaggi muoversi all’interno di campi lunghi che racchiudono la frenesia delle città esemplificate nella Capitale. È grazie a grandi pellicole come questa che, quando siamo intenti a ricordare date fondamentali della nostra storia, dobbiamo riflettere su cosa hanno significato e, come in occasione del 2 giugno, pensare a quante cose sono cambiate da quel divisorio giorno del ‘46.

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