Renfield, recensione: commedia anemica per il Dracula di Nic Cage

Arriva al cinema il nuovo film con Nicolas Cage e Nicholas Hoult, rispettivamente nei panni del Conte Dracula e Renfield. La rivisitazione della leggendaria figura vampiresca aveva grandi potenzialità sulla carta, ma sarà riuscita a raccontare qualcosa di interessante?
Renfield, recensione: commedia anemica per il Dracula di Nic Cage

Il nuovo film di Chris McKay, Renfield, gioca molto con la figura di Dracula cercando di ribaltare i topoi della classica figura vampiresca. Non che nessuno ci abbia mai provato, certo, ma le rivisitazioni fatte in una certa maniera hanno sempre molto potenziale, regalando al mercato delle boccate d’ossigeno da certe grandi produzioni ormai forse fin troppo affermate. Con un cast decisamente interessante e una storia molto intrigante sulla carta, cosa ha cavato fuori il regista di LEGO Batman – Il film da questo progetto?

Il vampiro dai mille volti

Oramai persino i sassi conoscono il classico di Bram Stocker da cui tutto ha avuto inizio. Nel tempo, durante tutta la storia del cinema, si sono susseguite varie ed eterogenee versioni del re delle tenebre. Dal Nosferatu di Murnau, passando per i primi film della Universal, fino al filmone di Coppola (tralasciando i discutibilissimi film blockbuster di recentissima uscita), si potrebbe sciorinare qui una sequela infinita di titoli. Questo sta a significare semplicemente una cosa: la figura di Dracula non ha tutt’ora perso il fascino con cui travolse il mondo nel 1897.

Le numerose variazioni sul tema, che hanno coinvolto in generale anche il vampiro come essere soprannaturale, non fanno che rimarcare la cosa e garantire un’ulteriore inestimabile varietà al genere. Tra film d’autore, parodie e attendibili ricostruzioni, quella dei succhia-sangue è e sarà davvero una genia immortale.

Renfield: cosa avrebbe potuto essere

Questa potenza indiscussa della figura mitica, faceva presagire davvero tante potenzialità. Il materiale certo non mancava, così come l’originalità. L’idea di partenza con cui era stato presentato il film, infatti, aveva tutte le caratteristiche per mostrare il coraggio tipico della novità (intesa in senso relativo per ciò che riguarda un personaggio comunque logorato come può essere Dracula).

Purtroppo i risultati sono davvero pochi. Manca una direzione vera e propria e regna sovrana, un po’ per tutto il film, una confusione generale. La scintilla, che inizialmente si percepisce, si perde quasi subito in una narrazione sconclusionata e in una messa in scena non troppo credibile. La credibilità non è certo una prerogativa essenziale per un film su non-morti assetati di sangue, ma lo è invece per un’opera che si vuole fregiare di questo nome.

I veri limiti

Renfield e il suo padrone
Renfield e il suo padrone

Entrando più nello specifico sui veri limiti di Renfield, specificando che non è tutto da buttare, la situazione si fa più spiacevole. Sicuramente alcuni effetti visivo troppo invadenti, soprattutto in alcune sequenze quasi fastidiose. Anche le trovate narrative che portano avanti la trama, trite e ritrite, sono davvero poco originali. Persino la fotografia in alcuni momenti lascia molto a desiderare, risultando spesso scolastica e banale.

Il resto della sceneggiatura è così, così. La volontà di raccontare qualcosa (di nuovo, di interessante o di efficace che sia) viene spesso persa in favore di un intrattenimento più superficiale. Questo è probabilmente una conseguenza del voler far ridere a tutti i costi, anche quando non è il momento o non serve davvero. In questo senso il film sembra soffrire di una bipolarità molto invadente: se a volte forza la risata, altre volte si prende davvero troppo sul serio. Il risultato è uno squilibrio pesantissimo. In questo caso il non andare fino in fondo, ha causato dei danni per niente trascurabili.

Non si è trovata la giusta quadra che avrebbe potuto farne un film davvero divertente, intelligente e originale. Invece è solo un film simpatico ma che valica appena la sufficienza. Si sarebbe dovuta prendere una decisione più netta al problema: commedia spinta ai limite o film d’intrattenimento più tradizionale.

Renfield è Nicolas Cage

Il Dracula di Nicolas Cage
Il Dracula di Nicolas Cage

Uno di quegli aspetti da salvare del film sono le prove attoriali. La recitazione nel complesso è buona, soprattutto quella di Nicolas Cage che qui è abbastanza in linea col ruolo e con l’idea di partenza. Perciò merita quantomeno una menzione d’onore. Forse esagera eccessivamente giusto in paio di occasioni (ma alla fine sarebbe strano il contrario). Sappiamo ormai per certo che Cage ce l’ha nel sangue questa recitazione “eccessiva”.

Sorvolando sui discorsi di merito che riguardano la capacità e la carriera dell’attore, a nostro parere fin troppo spesso sottovalutati, questa sua esuberanza partecipativa ormai tanto famosa diventa un tratto decisamente caratterizzante che ha un suo perché. Il personaggio di Cage è un Dracula perfido, superbo, tronfio, manipolatorio e distruttivo. E l’attore lo impersona perfettamente.

In definitiva al film è mancato qualcosa. A corto di sangue, non ha saputo nutrire al meglio le premesse, che sono rimaste prevalentemente inespresse. Si ritrova, cercando a fondo, giusto qualche timido accenno a quello che avrebbe potuto essere. Un vero peccato scoprire che le proprie aspettative erano fin troppo ottimiste.

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