Alien e Aliens: perché tornare a vederli al cinema

Tutti i motivi recuperare Alien e Aliens al cinema.
Alien e Aliens perché vederli al cinema

Il design dello Xenomorfo, il claim “Nello spazio nessuno può sentirti urlare”, Ripley che si muove nella Nostromo o la citazione “vengono fuori dalle fottute pareti”, nei primi due capitoli di Alien tutto è iconico. D’altronde stiamo parlando di una saga tra le più importanti e uniche nella storia della settima arte, soprattutto tra quelle nate appositamente per il cinema e non tratte da altri media. Un franchise che ha saputo reinventarsi, adattandosi al cambio dei tempi e delle sensibilità e che è anche pronto ad un nuovo capitolo (scopri la sinossi di Alien Romulus, il nuovo film di Fede Alvarez). Abbiamo accolto con gioia la notizia che, in occasione dell’Alien Day, Lucky Red avrebbe distribuito in sala il 29, 30 e 31 maggio sia Alien che Aliens. Perché la possibilità di rivedere al cinema sia il capolavoro di Scott che quello di Cameron rappresenta un’occasione imperdibile.

Ridley Scott e il miracolo produttivo

Siamo nel 1978 e nelle sale americane esce un horror indipendente destinato a cambiare la storia del cinema. Si tratta di Halloween, il capolavoro di John Carpenter e, tra le innumerevoli rivoluzioni che ha portato, definisce anche i confini dello slasher. Potrebbe sembrare una informazione fuori contesto ma teniamola a mente. Nello stesso periodo nei meandri degli Stati Uniti Dan O’Bannon sta proponendo in giro una sceneggiatura scritta insieme a Ronald Shusset. Il titolo di lavorazione è Star Beast ma presto cambierà nome in Alien.

La storia riguarda un viaggio spaziale interrotto e di un membro dell’equipaggio che, infettato da un embrione alieno, metterà a rischio tutti gli altri. Il percorso di stesura di Alien parte da molti anni prima e da una storia (intitolata Dark Star) che O’Bannon scrive, guarda un po’ il caso, proprio con John Carpenter. Le influenze non finiscono qua. O’Bannon, sul set del Dune di Jodorowski, conosce le opere di Giger. Ne rimane fulminato, tanto da basare l’esperienza aliena della sua sceneggiatura su quello stesso connubio a metà tra bellezza e terrore.

Tra la miriade di altre influenze c’è poi La cosa dell’altro mondo, ovvero il film di cui pochi anni più tardi lo stesso Carpenter realizzerà il remake. O’Bannon e Shusset trovano poi un contatto con la nuova casa di produzione Brandywine, affiliata alla 20th Century Fox. Una realtà fondata, tra gli altri, da Walter Hill. Il regista de I Guerrieri della Notte riscrive parte della sceneggiatura e avvalla poi il progetto. La scelta del regista cadde su un regista che aveva da poco esordito con I duellanti: Ridley Scott.

L’autore britannico richiese personalmente il coinvolgimento di Giger nel progetto, il quale accettò contribuendo in prima persona a ogni design. Un lungo percorso insomma che ha però visto partecipare, in un modo o nell’altro, alcuni dei personaggi più influenti della cultura del ‘900. Un vero e proprio miracolo produttivo da vedere al cinema: Alien, ovvero uno slasher movie ambientato nello spazio che contiene tutta la sensibilità e l’insolenza artistica tipica degli anni ’70.

James Cameron: portare Alien negli anni ’80

Ripley tiene la bambina in bracco in Aliens

Alien diviene ben presto un successo di critica e di pubblico di proporzioni gargantuesche. Da una parte per il suo intercettare la voglia di slasher movie, con Ripley come atipica Final Girl e lo Xenomorfo come killer. Dall’altra per il suo essere opera atipica, studiatissima nel design e nella messa in scena. Siamo però in una fase di mezzo della storia del cinema per quanto riguarda la produzione di sequel. A differenza dei remake (che si sono sempre fatti in larga scala), i seguiti non erano così frequenti ad esclusione dei direct-to-video di serie B.

Quindi la messa in produzione di un seguito di Alien non fu per nulla semplice o scontata. Ci vollero degli anni. Prima di tutto viene intercettato James Cameron quando ancora stava lavorando al primo Terminator. Nello stesso periodo l’autore si ritrova assunto per scrivere sia il sequel di Rambo che quello di Alien. Guardando entrambi i film non si fatica a trovare diverse similitudini e punti di contatto.

Una volta approvato lo script, viene anche assunto come regista. D’altronde vedendo Terminator, un altro slasher atipico ispirato ad Halloween, la scelta di Cameron pare ovvia. Il sequel entra quindi in produzione. Si chiama Aliens, dando così il via alla brillante e atipica scelta di titoli che contraddistinguerà buona parte della vita del franchise. Esce nel 1986 e si conferma anche questo un successo di pubblico e critica enorme. Ma in che modo?

Cambiando completamente il canovaccio e adeguandosi a una nuova sensibilità. Non più uno slasher movie e quindi un horror. Bensì un action dove gli xenomorfi si moltiplicano, dove le vittime sono dei marine e Ripley passa dal ruolo della final girl a quello dell’eroina. La regia di Cameron poi fa il resto, dando il via al suo tocco unico per i blockbusters e per i sequel. Insomma la possibilità di vedere Alien e Aliens al cinema il 29, 30 e 31 maggio non è solo legata al vedere due grandi capolavori. È un’opportunità di poter vedere sul grande schermo il modo in cui è cambiato il cinema.

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