La Norvegia, nel corso degli anni, ha trovato nell’estrazione del petrolio nel mare del nord una enorme fonte di guadagno. Le piattaforme petrolifere di continuo estraggono materiale dal fondo marino, lavorando ininterrottamente. Questo procedimento è estremamente remunerativo ma ha un aspetto negativo particolarmente ingombrante: crea un grosso problema a livello ambientale. Nel film The North Sea, da oggi 30 Aprile 2023 disponibile su Sky e Now, tutti questi elementi si ritrovano da veri protagonisti.
La pellicola, diretta da John Andreas Andersen, è stata presentata in anteprima al Festival del Cinema di Roma nel 2021, e ha sorpreso per la sua duplice natura: da una parte un classico disaster movie, dall’altro un progetto interessante, in cui prevale la volontà di approfondire tematiche a noi care, come quella dell’ambientalismo.
The North Sea, la trama
Dopo il crollo e l’affondamento inaspettato di una piattaforma petrolifera nel mare del nord, un team di ricercatori viene contattato e portato sul luogo dell’incidente, per verificare cosa sia accaduto. Questi sono ricercatori che lavorano per una compagnia che progetta robot subaquei e, grazie a uno di questi strumenti, riescono ad osservare cosa sia accaduto e scoprono un fatto eclatante.
Il crollo della piattaforma è avvenuto a causa di un imponente dissesto geologico (la creazione di una famiglia sottomarina) che si dovrebbe espandere per centinaia di chilometri. Essendo questa nel raggio delle altre piattaforme, scatta l’allarme ed inizia un elaborato piano di evacuazione per evitare disastri e mettere in salvo tutti i lavoratori su di esse.
The North Sea, un classico disaster movie

Dire che The North Sea si distingua da altri film action/disaster movie sarebbe troppo. Il film segue lo standard classico di costruzione di prodotti di questo genere, mantenendo molti momenti di tensione e azione, che si risolvono poi con imprese eroiche dei protagonisti. In questo contesto appare interessante l’ambientazione sul mare e delle piattaforme, che permette di usare location uniche che conferiscono sensazioni giuste e precise per la storia raccontata.
Nonostante non fosse semplice rendere bene visivamente le numerose scene girate in mare aperto o addirittura sott’acqua, questo film non manca di buone idee che fanno dimenticare di essere un film europeo e non un blockbuster americano con un budget stratosferico.
La volontà di andare in profondità: la questione ambientale

Uno dei motivi per cui The North Sea ha fatto parlare di sé è stata la sua volontà di indagare temi di attualità come quello dell’ambientalismo. Già al suo debutto al Festival del Cinema di Roma, in molti avevano apprezzato questa scelta, che conferisce al prodotto più veridicità e spinge lo spettatore a riflettere su quanto accade ancora oggi off-shore. Seppur vi sia un occhio all’ambiente, viene forse a mancare un’analisi più profonda legata all’economia che ruota attorno a questo business. Ma un elogio, in questo senso, è doveroso: The North Sea mostra che anche nel cinema d’evasione, di puro intrattenimento come quello dei disaster movie, provare a riflettere non fa mai male.
The North Sea, di nome e di fatto

Le location del mare del nord hanno probabilmente influenzato gli sceneggiatori e il regista John Andreas Andersen, poiché uno dei limiti di questo prodotto è probabilmente la sua “freddezza”. Seppur la storia di Sofia, Arthur e Stian sia coinvolgente e non manchi di ritmo e colpi di scena, appare talvolta fredda e poco empatica nei confronti dello spettatore. Questo elemento avrebbe conferito senza dubbio maggiore veridicità alle vicende e avrebbe fatto percepire maggiormente la pressione e la paura per gli eventi che accadono. Anche la tematica ambientalista, sotto questo punto di vista, sembra quasi rimanere velata, in superficie proprio come il petrolio nel mare, senza andare mai a fondo e portare qualcosa di unico.
Un progetto incoraggiante

Tutto sommato, The North Sea rimane un prodotto valido che sicuramente saprà conquistare il cuore del grande pubblico e concedere più di un’ora di evasione. Questo film potrebbe essere l’inizio di una nuova fase per il cinema di questo genere: proporre storie di azione che siano sorrette da premesse solide e fondate o tematiche di attualità come questa potrebbe essere un progetto incoraggiante per il futuro. Permetterebbe al cinema di rimanere costantemente accessibile a chiunque, non mancando però la componente riflessiva e comunicativa che lo rende così magico.
Per chi ama questo genere di pellicole, The North Sea non deluderà le aspettative. Ma anche per chi non li apprezza fino in fondo, troverà in questo film qualcosa di piacevole e diverso. Nonostante la freddezza, sia della storia ogni tanto che dei mari del nord, un po’ di fuoco si farà sentire. Ma soprattutto, se lo guarderete, sarà difficile per voi staccare gli occhi dallo schermo.