Se pensiamo al punk inglese, probabilmente una delle prime cose che ci vengono in mente sono i Sex Pistols: voci sgraziate, chitarre martellanti, look iconici e testi sprezzanti in nome dell’anarchia. Eppure sembra assurdo pensare che il gruppo sia rimasto in attività solo pochi anni, che abbia pubblicato un solo album con una decina di tracce. Sembra paradossale ricordare come i Sex Pistols siano nati per pubblicizzare un nuovo negozio di vestiti, che di posizioni politiche o di anarchia sapessero ben poco. Eppure, quel piccolo e caotico gruppo inglese avrebbe segnato per sempre la storia del punk internazionale. E l’anima del gruppo, colui che al meglio incarnava il nuovo spirito, era proprio lui: Sid Vicious.
Se la storia dei Sex Pistols sembra assurda, quella di Sid Vicious, seppure tragicamente breve, è costellata di contraddizioni. Il bassista di uno dei gruppi più famosi della storia, che però non sapeva suonare il basso; una vera e propria star venerata dai suoi fan, ma anche un tossicodipendente autodistruttivo e violento; un uomo con l’animo di un bambino e, forse, la colpa di un omicidio. Chi era veramente Sid Vicious?
L’icona distruttiva del punk inglese: Sid Vicious
Se è vero che i genitori ci influenzano trasmettendoci le loro passioni, in parte fu così anche per Sid Vicious, nato John Simon. Suo padre, John Ritchie, era un musicista semi professionista, mentre sua madre, Anne McDonald, una tossicodipendente. Forse se Richie non avesse deciso di abbandonare la famiglia poco dopo la nascita del figlio, forse se non fosse cresciuto da solo con una madre problematica, oggi avremmo una storia diversa.
Ma la storia non si fa con i se. Ribattezzato “Sid Vicious” dal suo amico John Lydon (a sua volta detto Johnny Rotten), da giovane inizia a frequentare la scena punk londinese. Siamo ancora alle origini del nuovo movimento: si trattava all’epoca di un gruppo molto variegato, lontano dalla politica, vicino al glam rock o al rock’n’roll ma con una vena di provocazione. Si dice che Vicious, con il suo carattere ribelle e rissoso, fosse solito spintonare gli altri spettatori, scatenando il caos sotto palco: secondo alcuni sarebbe nato così il pogo.
In nuce abbiamo già tutti gli elementi che avrebbero reso Sid Vicious il volto del nuovo punk. In effetti, manca soltanto la musica. Il giovane Sid era affascinato dalla vita da star, ma non aveva alcun talento musicale. Aveva partecipato ad una serata come batterista Siouxsie and the Banshees, poi aveva chiesto a Lemmy Kilmister di insegnargli a suonare il basso. Il frontman dei Motorhead si arrese tre giorni dopo, dichiarandolo assolutamente negato. Ma sorprendentemente, questo non era importante. Nel 1975 Malcolm McLaren, produttore dei New York Dolls, fece ritorno a Londra. Decise di aiutare sua moglie, all’epoca una sconosciutissima Vivienne Westwood, ad aprire il suo primo negozio di abbigliamento: il SEX. Il suo stile era basato sul concetto di anti-moda, ed era fatto di t-shirt strappate con stampe provocatorie, giubbotti di pelle, borchie, catene, riferimenti alla cultura di strada e all’abbigliamento fetish. Serviva però una campagna di marketing efficace: per questo inventò i Sex Pistols.
Una band che sfoggiasse i suoi abiti, li rendesse il proprio marchio distintivo e incarnasse quello scontro generazionale, quella rivoluzione sociale e stilistica che Westwood disegnava. Poco importava se i loro concerti fossero spesso disastrosi, se i membri del gruppo fossero dilettanti, se il bassista non sapesse assolutamente suonare i suo strumento, e fosse comunque sempre troppo stravolto da alcol e droghe per reggere una serata intera. I Sex Pistols erano il Punk nel suo significato più animalesco e originario, la loro anarchia aveva poco di ideologico ma metteva in discussione qualsiasi regola sociale, la loro potenza distruttiva avrebbe lasciato un segno nel mondo.
Sid e Nancy
Non è possibile raccontare Sid Vicious senza parlare di Nancy Spungen, la sua musa e la sua condanna. Nancy era una giovane americana irrequieta e tormentata. Tentò il suicidio per la prima volta a 12 anni, le fu diagnosticata la schizofrenia a 15, a 17 iniziò a lavorare come spogliarellista. Quando si trasferì a Londra e conobbe Sid Vicious, nel 1977, era già una nota eroinomane.
Sid e Nancy diventarono subito inseparabili, nella vita e nella dipendenza dall’eroina. Anche la loro storia tossica e distruttiva è diventata parte integrante dell’immaginario punk. La spirale discendente che li condusse fino al tragico epilogo è stata raccontata nel 1986 da Alex Cox in Sid & Nancy: Gary Oldman è memorabile nei panni di Vicious, mentre imita perfettamente i suoi movimenti nervosi e scoordinati, il suo guardo perso e il suo nichilismo infantile.
La storia raccontata in Sid & Nancy non è accurata in ogni sua parte. John Lydon sostiene di non essere stato consultato dal regista, e che i personaggi della pellicola sono molto distanti da quelli reali. Allo stesso tempo, il lavoro di Cox riesce a rendere al meglio le atmosfere della Londra punk, il caos dei concerti dei Pistols, lo squallore della quotidianità di Sid e Nancy, sempre più distrutti dalla tossicodipendenza.
Ma soprattutto, è tristemente nota la fine di questa iconica coppia. Il 12 ottobre 1978 Nancy viene trovata morta nell’appartamento del Chelsea Hotel dove viveva con il compagno, con una ferita da taglio letale all’addome. Fu Sid a chiamare la polizia, in stato confusionale, senza alcun ricordo della nottata precedente. Nel film è data per certa la teoria secondo cui sarebbe stato proprio Vicious ad uccidere Nancy, probabilmente in preda all’eroina. In realtà nessuno sa cosa sia successo realmente in quella tragica notte: forse un tentato suicidio doppio non portato a termine, forse un incidente, forse addirittura una tentata rapina finita male.
Sid venne arrestato come unico indagato, ma la sua etichetta discografica pagò la cauzione. Appena uscito tentò il suicidio con un rasoio, poi si tolse la vita procurandosi una overdose. Aveva solo 22 anni: i più romantici ci leggono un sacrificio per amore, i più realisti forse solo l’inevitabile fine di un tossicodipendente. Lasciò un biglietto chiedendo di essere sepolto di fianco alla sua Nancy, con indosso i jeans, la giacca di pelle e gli anfibi.
La stella cadente del punk
Senza dubbio, Sid Vicious non rappresenta un modello di comportamento né un ideale di riferimento. Probabilmente non voleva neanche esserlo: la sua anarchia e il suo nichilismo non avevano solide basi ideologiche o politiche, la sua condotta sregolata e autodistruttiva non voleva diffondere alcun messaggio. Eppure la fama e l’eredità di Sid Vicious saranno molto più durature anche della sua carriera.
Sid Vicious aveva un magnetismo naturale, la sua ribellione sistematica contro ogni forma di autorità esercitarono un fascino su chiunque lo osservasse. Il suo modo di vestire, il suo atteggiamento spregiudicato, le spille da balia usate come piercing: ognuno di questi elementi si diffuse a macchia d’olio tra il pubblico. I Pistols aprirono le strade per una alternativa al rock classico e progressivo, in cui le generazioni più giovani non si rispecchiavano più. I tempi erano cambiati ed era necessaria una rivoluzione nel mondo della musica.
I 4 giugno 1976 i Sex Pistols si esibirono alla Lesser Free Trade Hall di Manchester. Erano ancora semi sconosciuti, il biglietto costava solo 50 pence e il pubblico contava meno di 100 persone. Eppure quella serata avrebbe cambiato il corso della musica. Tra i pochi spettatori, infatti, c’erano Peter Hook e Bernard Sumner dei Joy Division e New Order, Morrissey degli Smiths, Mark Perry dei Fall, Steve Diggle dei Buzzcocks, il fondatore della Factory Records Tony Wilson: insomma tutti coloro che avrebbero dato vita alla nuova scena di Manchester. Ognuno di questi sostiene che fu quel concerto a spingerli ad iniziare a suonare, a provare una nuova strada. Il resto è storia.
Dopo il breve ma incisivo passaggio dei Pistols, il movimento punk iniziò a dare interpretazioni più impegnate ai loro comportamenti istintivi. Iniziò a legarsi ad idee politiche, a posizioni sociali, a vere e proprie lotte ideologiche. Senza saperlo né volerlo, i Sex Pistols hanno reso il punk come lo conosciamo oggi.
D’altra parte è forse sbagliato romanticizzare la figura di Sid Vicious. Vedere Sid e Nancy come “I Romeo e Giulietta del punk” sminuisce la complessità e la tossicità della loro relazione. Attribuire loro posizioni e valori che non avevano significa fraintendere la reale e squallida storia della celebre star. D’altra parte, la vita di Sid Vicious fu proprio come quella di una stella cadente: un meteorite in caduta libera, pronto ad una morte spettacolare, a cui inevitabilmente attribuiamo significati più grandi, ideali, romantici e meravigliosi. E, forse, è giusto così.
Questo e molto altro su CiakClub.it