Lo Strangolatore di Boston è appena approdato su Disney+. Avete una sensazione di déjà-vu? È possibile che allora stiate pensando all’omonimo film del ’68 con Tony Curtis e Henry Fonda, ma qui si parla del nuovo thriller del 2023. Esordio di regia di Matt Ruskin, tanti nuovi nomi nei reparti tecnici, ma un cast stellato e, fra i produttori, Ridley Scott. Riuscirà a reggere il confronto con il film di Richard Fleischer? Ecco cosa ne pensiamo noi.
Lo Strangolatore di Boston: la trama
Gli appassionati di true crime esulteranno: Lo Strangolatore di Boston ripercorre la reale investigazione degli omicidi compiuti dal 1962 al 1964 fra la sopracitata cittadina e New York City. Si tratta in realtà non di un remake del film del ’68, ma soltanto di un retelling del caso di cronaca nera. Ruskin si focalizza sulle figure delle giornaliste Loretta McLaughlin (Keira Knightley) e Jean Cole (Carrie Coon), il cui lavoro ha portato a sviluppi di fondamentale importanza nell’indagine. Il cast comprende anche Chris Cooper (Il ladro di orchidee, American Beauty), David Dastmalchian (The Suicide Squad), e Alessandro Nivola.
Una narrazione femminista?

Molti film pianificati “a tavolino” per contenere delle narrazioni femministe falliscono miseramente nell’impresa; finiscono per incappare in una scrittura leziosa, affettata e, paradossalmente, sessista. L’espressione “femminismo hollywoodiano” è ormai divenuta un insulto che va ad indicare prodotti in cui tutte le donne sono dipinte come eccezionali e tutti gli uomini come dei mostri. Ruskin riesce, incredibilmente, a non cadere in questa facile trappola. Certo, la tematica del sessismo è presente, ma almeno parte delle opposizioni fronteggiate dalle protagoniste non sono legate al genere, ma al loro ficcanasare in giro da giornaliste, come è logico che sia. Anzi, McLaughlin e Cole sono anche in grado di sfruttare la solidarietà femminile al loro vantaggio.
Abbiamo quindi una caratterizzazione perfetta dei personaggi femminili? No, assolutamente no. Anzi, tutti i personaggi del film, comprese le protagoniste, soffrono di una scrittura molto spenta, che dà l’impressione di essere smorzata, nonostante gli sforzi degli attori di ravvivarla. Tuttavia, rispetto al risultato medio ottenuto dai goffi tentativi femministi hollywoodiani, siamo diversi passi avanti.
Basta il finale a salvare un film?

Senza spoiler, la parte migliore del film è l’ultima mezz’ora. Su due ore. Lì troviamo gli apporti più interessanti e originali, una riflessione di denuncia e i reali colpi di scena di un film che, altrimenti, è più lungo e meno informativo di un documentario sul caso. In questo senso, ricorda molto la struttura narrativa di The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, uscito qualche mese fa su Netflix.
Tre quarti del film seguono una narrazione estremamente lineare, ricca di scene tipiche che danno una sensazione di déjà-vu non perché ricordano la pellicola del ’68, ma perché le avete viste in ogni thriller a sfondo giornalistico: lei vuole continuare a indagare, ma il capo ammanicato con la polizia non glielo permette. Telefonate minacciose nella notte, lunghe contemplazioni degli indizi davanti a un bicchiere di whiskey, “Good work, kid”. L’unica ventata di novità è portata dalle scene tradotte “al femminile”, in cui i ruoli di genere di invertono. È la Knightley, quando torna a casa tardi, a rovistare nel frigo per gli avanzi, mentre il marito lascia andare un sospiro frustrato lamentando quanto poco tempo la moglie passi a casa.
Ultime annotazioni su Lo Strangolatore di Boston
In conclusione, Lo Strangolatore di Boston è uno Zodiac di Fincher che non ce l’ha fatta, seppur con spunti interessanti. Non dimentichiamo che si tratta di un’opera prima e quindi non dobbiamo essere così aspri nei giudizi. Ruskin ha appena iniziato, diamogli tempo per maturare e forse un giorno potrebbe sorprenderci. Lo Strangolatore di Boston non cambierà la vostra vita da cinefili, ma non è in sé un brutto film, solo un po’ scontato.
E a voi, è piaciuto la Strangolatore di Boston? Lo avete già visto? Nel caso voleste recuperarlo, lo trovate su Disney+. Fateci sapere cosa ne pensate!