La ragazza di Stillwater è un film uscito nel 2021 scritto e diretto dal regista vincitore di un premio Oscar Tom McCarthy, già conosciuto per Il caso Spotlight. Questo è il settimo film che vede il ritorno di McCarthy dietro la cinepresa, e bisogna riconoscerglielo… Lo fa con grande maestria.
La pellicola è stata presentata l’8 luglio 2021 fuori concorso alla 74ª edizione del Festival di Cannes, riscuotendo l’apprezzamento del pubblico con una standing-ovation di oltre cinque minuti ed il plauso della critica per la narrazione ben costruita e per niente scontata. In occasione della distribuzione del film sulla piattaforma di Amazon Prime proprio a partire dal 29 aprile, andiamo a ripercorrere lo stile e i pregi della pellicola.
Un thriller che rompe gli schemi del genere
Durante la visione, ciò che salta subito all’occhio è che il film parte seguendo gli stilemi canonici del genere crime-thriller: la scena di un crimine, una vittima innocente, un detective che investiga sulle misteriose circostanze. Ma all’improvviso, lo stile cambia radicalmente, prendendo un ritmo più lento con sfumature introspettive e intime, tipiche del genere drammatico.
Il film esegue proprio un percorso circolare grazie a questa fusione di generi: inizia con uno stile thriller-crime, per poi passare a un secondo atto concentrato sulla sfera relazionale ed intima dei protagonisti, quindi drammatica, ed arrivare infine al finale che torna a portare una suspense tagliente in vista di una conclusione inattesa.
Il punto forte di La ragazza di Stillwater: la caratterizzazione dei personaggi

Proprio come uno scultore è attento ai dettagli della sua opera, così il regista McCarthy ha un tocco sopraffino nel caratterizzare i pochi personaggi della sua storia: a partire da Virginie, un’attrice francese dal carattere spigliato e premuroso che assiste Bill nella permanenza a Marsiglia, innamorandosene perdutamente. Poi c’è Maya, la figlia di Virginia, una bimba dolce e trasparente che è la prima a legare con il protagonista. Infine c’è Allison, la figlia di Bill, ragazza rassegnata al suo destino in carcere che cerca in tutti i modi un appiglio per apprezzare una vita che per tutto il film definirà “crudele”.
Ogni personaggio è scolpito a pennello, rendendo il film molto realistico e umano. Ma questo è uno di quei film che guadagna maggior credibilità e visibilità grazie all’ottima performance dell’attore protagonista che è riuscito a calarsi perfettamente nella parte: in questo caso, Matt Damon.
L’attore interpreta il protagonista Bill Baker: un tipico americano con berretto sportivo, occhiali da sole, jeans, che va a Marsiglia per visitare la figlia in carcere perchè accusata dell’omicidio della sua fidanzata. Si potrebbe incorrere nell’errore di porre il personaggio all’interno di una categoria definita: buono o cattivo, ma più la storia prende forma, più mostra che la sua bellezza sta nel suo complesso grigiore dalle mille sfumature.
L’interpretazione carismatica di Matt Damon

Bill Baker è un simbolo, rappresenta l’americano medio contemporaneo: instancabile lavoratore, uomo di fede, detentore di armi, istintivo, che pensa di fare sempre la cosa giusta. Tutto ciò lo si nota dai suoi comportamenti fin dalle prime scene del film: le indagini home-made portate avanti da solo contro tutti e tutte, tipico stereotipo dell’americano eroico che risolve il problema autonomamente con le proprie forze. Oppure quando manifesta implicitamente la sua indole trumpiana in alcune conversazioni con persone coinvolte nell’indagini, tra cui un proprietario di un bar dispensatore di commenti razzisti nei confronti delle persone d’origine araba.
Più il film prende forma, più ci si accorge che Bill Baker è più complesso di così: non è solo l’americano duro e granitico, ma è anche un uomo gentile, semplice, che cerca di prendersi cura nel suo piccolo e con i suoi limiti delle persone che ha accanto. Lo dimostra lasciando perdere le indagini che hanno causato l’incrinazione del rapporto con la figlia, trovando un lavoro a Marsiglia per stare vicino ad Allison, innamorandosi di Virginie e accudendo con sincero affetto paterno Maya.
E’ di questa complessità che il pubblico si innamora… un’umanità fragile che cerca di ricucire le ferite ancora aperte.
La ragazza di Stillwater: conclusioni

La ragazza di Stillwater è un film originale, che sorprende lo spettatore discostandosi dalle aspettative di una classica storia thriller hollywoodiana, è una pellicola completa e realistica grazie all’umanità e alla profondità dei personaggi messi in scena. Solo Tom McCarthy poteva fare un film così ben strutturato, senza sbavature, e tutto è rafforzato dalla presenza di Matt Damon che traina il film intero con la sua eccezionale interpretazione di un personaggio dalle mille sfaccettature.
E voi cosa ne pensate di La ragazza di Stillwater? Non lo avete ancora visto? Correte a recuperarlo adesso su Amazon Prime.