L’angelo del male – Brightburn è un film del 2019 per la regia di David Yarovesky, e che vede tra i suoi produttori James Gunn. Quest’ultimo probabilmente già al tempo sentiva odore di direzione creativa dei DC Studios, e quindi lo ha stuzzicato l’idea di un dark Superman. Ebbene sì, perchè i riferimenti al supereroe in calzamaglia sono tanti e molto evidenti, con la sola differenza che qui lo troviamo in chiave horror.
Dimenticate il dolce ragazzo cresciuto alla fattoria Kent divenuto tra gli eroi dei fumetti più amati di sempre. Qui troverete una sua versione che anzichè proteggere il genere umano, ha intenzione di distruggerlo. Verrà distrutto anche questo film con questa recensione? Scopriamolo insieme.
L’angelo del male – Brightburn, un Superman senza spina dorsale

La situazione è pressocchè identica a quella del Superman originale. Un’astronave con a bordo un piccolo alieno uguale ai terrestri cade in una campagna degli Stati Uniti. Una coppia lo trova e decide di crescerlo come fosse figlio loro, nascondendo la navicella nel fienile. Peccato che il film non ci dia minimamente un background dei personaggi, non approfondendo la crescita del bambino per capire di più la sua indole. Le uniche cose che abbiamo visto di lui sono che gioca a nascondino nel fienile e che in aula lo prendono in giro poiché sa tutto su vespe ed api.
Ad inizio film il piccolo Brandon Breyer scopre di avere la super forza. Non c’è scampo: personaggio senza caratterizzazione, la quale avverrà esclusivamente in base alla scoperta dei poteri. Nella stessa scena scopre persino di essere indistruttibile, anche se nessun supereroe penserebbe che ci sia necessariamente correlazione tra forza e invulnerabilità. Capitan America per quanto sia dotato di forza e abilità sovraumane, può essere ferito come un comune mortale. Se uno Steve Rogers potenziato da bambino avesse appreso di avere quella forza, e avesse messo la mano nell’elica di un tagliaerba, avremmo avuto un supereroe senza una mano.
Jonathan e Martha Kent in versione telefono azzurro
I genitori Tori e Kyle Breyer sembra non considerino sia un alieno caduto dal cielo. La madre lo vede attratto dall’astronave, il padre lo vede masticare una forchetta, ma nessuno si allarma e ne parla con l’altro. Solo quando inizierà ad essere violento riveleranno che hanno sempre saputo non fosse normale, non essendosi mai fatto un livido o perso sangue. Trovata la navicella, Brandon elabora nel cervello una sorta di compito da svolgere: “prendi il mondo”, che ricorda vagamente il perché Goku in Dragonball viene spedito sulla Terra. In simultanea, preso dall’ira, impara anche ad usare la vista calorifica.
Un dark Superman in un film che vola e cade alla Icaro

ATTENZIONE, da qui seguiranno SPOILER. La prima cosa che fa è uccidere la mamma della ragazza che gli piace, sfoggiando un costume fatto di mantello e passamontagna rossi, quest’ultimo paragonabile ad un cosplay mal riuscito di Spider-Man. Il giorno dopo vuole ammazzare la zia. In preda ad una crisi da sfilata di moda, mette, toglie e rimette il costume. Poi si fa sgamare nello stanzino dallo zio nonostante possa correre alla velocità della luce. L’uomo è l’unico che ha reazioni normali: arrabbiato quando lo trova in casa sua, impaurito quando vede la sua forza, simpaticamente sconcertato quando lo vede levitare.
E a inizio film da vero americano regala al dodicenne un fucile. Miglior personaggio del film. Brandon lascia poi sulla scena dei suoi delitti quello che sembra essere il famosissimo marchio di Berserk. Vuole seguire le orme del Killer dello Zodiaco? È un fan del manga del maestro Kentarō Miura? Lo sceriffo della cittadina di Brightburn, probabilmente campione di rebus e cruciverba, intuisce che siano le due “b” di Brandon Breyer. Kyle trova poi la maglia del figlio col sangue dello zio, e invece di consegnarla alla polizia, decide di organizzare una gita nei boschi per sparargli in testa.
Se il figlio è l’angelo del male, lui è il genio del male. Brandon si offende, si infila al volo il costume, perché senza di esso non uccide nessuno, e gli polverizza il cranio con i raggi laser. Questo però potrebbe essere l’unico elemento salvabile del film. Il ragazzo sembra vivere un conflitto interiore, dove da un lato è pur sempre quel ragazzino che per 12 anni non ha fatto del male a nessuno, nonostante dall’altro sia colui che deve distruggere il genere umano. Brandon riesce quindi a dare adito alla sua indole da distruttore omicida solo coprendosi il volto.
Occasione persa per L’angelo del male – Brightburn

L’angelo del male – Brightburn non è un cattivo horror, ma disturba gli stomaci deboli in poche scene piuttosto che fare davvero paura, e lo unisce ad un pessimo stilema supereroistico. Gli effetti speciali non sono il massimo ma fanno il loro dovere. Un’enorme occasione sprecata, perché se fatta per bene, l’idea di unire cinecomic e orrore potrebbe essere vincente. Come lo è stata per prodotti che hanno usato il grottesco come Deadpool e The Suicide Squad.
Ricordiamo che L’angelo del male – Brightburn è da questa settimana in streaming su Prime Video, qui tutte le nuove uscite di maggio!