La seconda puntata dell’ottava stagione de Il Trono di Spade prosegue nella presentazione delle vicende iniziata con Grande Inverno (qui la recensione della 8×01), tanto che per molti versi le due puntate potrebbero essere accomunate, arricchendole però di nuovi elementi. A Knight of the Seven Kingdoms, infatti, si propone come un episodio di passaggio che fa dell’attesa e della preparazione alla battaglia il momento essenziale per tirare le somme (forse) dell’intera serie tv.
Quasi in controtendenza con l’azione esasperata a cui gli showrunner ci avevano abituato sin dalla scorsa stagione, la puntata 8×02 ci ricorda un po’ Il Trono di Spade degli esordi. Una serie, cioè, che si prende i suoi spazi e che sa dipingere legami emotivi tra i personaggi, vero collante di una narrazione altrimenti tutta cappa, spada e draghi.
Proprio per questa sua capacità di essere un punto fermo e di ritornare alla profondità introspettiva delle scorse stagioni, l’episodio potrebbe avere come sottotitolo: the things I do for love (le cose che faccio per amore). Questa è la frase che Jaime disse, in conclusione del primo episodio della serie, mentre gettava Bran dalla torre e che lo stesso Bran ripete ora durante il breve processo fatto al gemello Lannister nella sala di Grande Inverno.
A ben vedere, infatti, Il Trono di Spade è fatto di alleanze, tradimenti e legami, perenni o momentanei che siano, e pertanto sembra proprio che, nel bene o nel male, “le cose che si fanno per amore” siano il vero motore della serie. E lo sa bene Bran che, nell’intenso dialogo con Jaime al parco degli dei, sembra addirittura ringraziarlo per averlo reso storpio. Senza quel passaggio, infatti, il piccolo Stark non sarebbe mai potuto diventare il profetico Corvo a Tre Occhi. Un po’ come il ghiaccio e il fuoco, anche l’odio e l’amore si confermano essere le facce della stessa medaglia di questa fantasmagorica serie tv.
Altra protagonista della puntata che, inaspettatamente, ne fornisce anche il titolo è Brienne. Interviene inizialmente durante il processo in difesa di Jaime, garantendo per lui, e si fa protagonista del momento più toccante dell’intero episodio. La sua nomina a “cavaliere dei Sette Regni” da parte di Jaime riprende l’intensità del dialogo avuto dai due nella vasca da bagno durante la terza stagione (tra l’altro, episodio da rivedere secondo Bryan Cogman) e ci fornisce così un monito ulteriore. Nell’imminente guerra con l’esercito del Re della Notte, le fazioni non esistono più, la vera lotta è per difendere l’intero Westeros, e naturalmente per difendere i vivi.
E di momenti intrisi di umanità l’episodio è veramente pieno. Da quelli più anaffettivi e sbrigativi, come Arya che scopre i piaceri carnali con Gendry, a quelli più intensi, l’abbraccio di perdono tra Sansa e Theon è talmente convincente da fare invidia. Nel generale clima di tensione che domina la puntata, si trova persino spazio per piccoli momenti che hanno funzione di ricordo. Ad esempio: lo sguardo di ammirazione di Brienne a Podrick, le promesse di Verme Grigio a Missandei, oppure l’incoraggiamento di Gilly e Ser Davos alla bambina in fila per la zuppa (metafora palese della povera Shereen Baratheon).
Il ricordo diventa un ulteriore tema ricorrente attorno il quale si sviluppa la 8×02. Infatti, durante la pianificazione delle difese del castello, ci viene svelato, anche se molto sbrigativamente, il vero piano degli Estranei. A darci questa informazione sono i due saggi del gruppo, Bran e Sam, che ci dicono che l’obiettivo del Night King è distruggere il Corvo a Tre Occhi. Così facendo, in quanto rappresentante della memoria di tutto ciò che è successo e di tutto quello che succede, senza di lui verrebbe a mancare la Storia degli uomini, e quindi la motivazione della loro esistenza. La Notte Perenne auspicata dal Re della Notte dunque non è altro che il perenne oblio della mente.
L’unica nota fuori tono in questo quadro sentimentale, e forse indicazione di probabili esiti futuri, è rappresentata da Daenerys. La Madre dei Draghi è infatti sempre più sola, e soprattutto sempre più lontana da tutti gli altri personaggi, i quali la distanziano con l’appellativo di “Sua Grazia”. Difesa a fatica dai suoi sostenitori di sempre (Tyrion, Jorah e il silenziosissimo Varys), è costretta a fare i conti con una realtà che non riesce bene a tenere sotto controllo. Ad esempio, quando va a riappacificarsi con Sansa, la reggente Stark le ricorda che la battaglia con i non-morti è solo un passaggio di una guerra successiva nella quale il Nord non vuole privarsi della sua indipendenza dalla Corona. Successivamente Jon, nelle cripte, le rivela la sua vera identità di Targaryen e legittimo erede al trono, indispettendola non poco. E se la situazione dubbiosa in cui versa la nostra Daenerys viene messa in pausa dal suono del corno che indica l’arrivo degli Estranei, siamo sicuri che non tarderà di certo a riaffiorare.
In questo episodio dominato dall’attesa e dalla tensione tra passato e imminente futuro, si può apprezzare anche un inedito utilizzo della voice over. La voce fuori campo, quasi come in un documentario, viene utilizzata in due momenti importanti che definiscono la solennità dell’intero A Knight of the Seven Kingdoms. Primariamente sentiamo la voce di Jon che commenta i preparativi alla difesa dopo che Tormund ha svelato l’arrivo imminente dell’esercito degli Estranei. E ancora nel finale abbiamo invece Podrick che canta la sua Jenny’s Song (qui il video lyrics ufficiale per i forti di cuore) mentre scorrono le struggenti e nostalgiche immagini di tutti i personaggi riuniti. Entrambi segni che la situazione non si può sottovalutare.
A Knight of the Seven Kingdoms rappresenta l’ultimo momento di quiete e incontro prima delle tempeste in arrivo in questa stagione e la sua costruzione lo rende veramente “difficile da digerire”. Ci viene proposto infatti quel mix di elementi (mestizia, gioia, accoramento e speranza) che ci ha fatto innamorare della serie, e da cui facciamo fatica a staccarci. Insomma, nonostante la velocità con cui gli eventi stanno scorrendo, questa seconda puntata ci ha ricordato quello che Il Trono di Spade è ed è stato, regalandoci la possibilità di dare l’(ultimo?) abbraccio ai nostri personaggi preferiti. E noi, vi invitiamo a darlo senza ripensamenti questo abbraccio, perché il futuro “è buio e pieno di terrore”. E l’orda dei non-morti ha già sotto tiro Winterfell (nonostante il Re della Notte ancora non si sia palesato).
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