Quando si pensa a Walt Disney raramente si collega il suo nome alla figura imprenditoriale che ha fatto nascere e crescere la Walt Disney Company. Nell’immaginario collettivo, si tende invece a ricordarlo per le sue creazioni che hanno accompagnato l’infanzia di una miriade di bambini.
Personalmente, non posso far altro che pensare alle cassette del Re Leone, Peter Pan e Cenerentola guardate in loop fino al completo disfacimento. I miei genitori avranno sicuramente un ricordo meno idilliaco della cosa, costretti a sorbirsi lo stesso sottofondo per giorni, settimane o mesi.
Il punto, è che Disney vuol dire infanzia per antonomasia, ma non solo. Innanzitutto, perché i film d’animazione da lui creati hanno temi talmente trasversali che colpiscono anche gli adulti (un giudice ha imposto a un bracconiere la “pena” di guardare ripetutamente Bambi). Inoltre, perché Walt Disney dovrebbe essere anche sinonimo di innovazione, spirito imprenditoriale, genialità e molto altro…
Motivo per cui, in un articolo dedicato a Walt Disney, credo sia riduttivo dedicarsi semplicemente all’elogio e all’analisi delle sue pellicole. (Non che non siano grandiose abbastanza da meritare un’articolo, anzi). Quindi, nei punti a seguire, cercherò di raccontarvi degli aneddoti (che spero non conosciate) per mettere in luce le varie sfaccettature dell’uomo che è passato alla storia come “realizzatore di sogni”.
1. Com’è iniziato tutto?
Una curiosità che sembra banale. Un po’ come quando ci si chiede come fa a funzionare un oggetto, lo si smonta e ci si stupisce di come piccoli ingranaggi e aggeggi sconosciuti possano metterlo in moto. Allo stesso modo, si può apprezzare maggiormente la Walt Disney Company tornando indietro nel tempo, agli esordi.
Agli inizi degli anni ’20, Walt Disney lavorava nel Kansas presso un’agenzia pubblicitaria ed era affascinato dal cinema (al tempo era appena nato). Crea insieme al fratello Roy e all’illustratore Ub Iwerks una prima società ma fallisce dopo poco. Di conseguenza, si trasferiscono a Los Angeles in cerca di fortuna. Nel garage dello zio Robert, Walt e Roy Disney fondano i Disney Brothers Studio con un totale di circa 8 dipendenti (fratelli compresi).
Il successo arriva grazie a una serie di cortometraggi: le Alice Comedies, in cui al formato del film muto e in bianco e nero si aggiunge quello dei cartoni. Pian piano, i cartoni diventano la parte più preponderante e Alice viene sostituita da un gatto animato, Julius.
2. Com’è nato Mickey Mouse?
Walt Disney è considerato “il padre di Topolino”, in realtà sarebbe più corretto pensare a Mickey Mouse come un vero e proprio alter-ego di Walt.
Mickey Mouse nasce in un periodo buio. Walt Disney negli anni ’30 viene abbandonato da buona parte dei suoi dipendenti (eccetto i più fedeli, come Ub Iwerks) per colpa di un certo Charles Mintz. Mintz è il marito di una sua dipendente che fonda una società rivale, gli “ruba” buona parte del personale e l’idea di un cartone di successo, Oswald the Lucky Rabbit.
Ub e Walt iniziano a pensare a un personaggio che sostituisca Oswald e lo trasformano in un topo di nome Mortimer Mouse. Per fortuna, la moglie di Walt insistette a chiamarlo Mickey.
Walt contribuì a creare la personalità del personaggio, motivo per cui Topolino diventa il suo alter-ego. Ma il padre effettivo può essere considerato Ub, che si occupò della creazione della grafica.
3. Perché Walt Disney è un innovatore?
Al di là della mente geniale, Walt Disney può essere considerato per molti aspetti un pioniere dell’animazione. Cercava sempre di introdurre l’elemento di novità, l’ultima tecnologia nei suoi cartoni.
La sua prima innovazione è legata alla serie dedicata a Topolino. Negli anni ’30 il sonoro era appena nato (il primo film sonoro, Il cantante di Jazz, fu realizzato nel 1927) e creò insieme a Ub Steamboat Willie, il primo cortometraggio animato che comprendesse il sonoro.
La seconda grande innovazione è la creazione di un vero e proprio genere. Biancaneve (1937) è il primo lungometraggio della Walt Disney Company, primo lungometraggio animato in inglese e in Technicolor (a colori). Era la prima volta nella storia che un cartone assumesse le fattezze di un vero e proprio film. Interamente disegnato a mano, servirono in totale 200.000 disegni per realizzarlo.
Walt voleva introdurre l’elemento realistico all’interno dell’animazione, quindi gli illustratori dovettero fare molti studi dal vivo per capire come catturare e disegnare la realtà. Biancaneve, per esempio, non nacque dal nulla ma era basata su una giovane adolescente ballerina. La sua presenza fu fondamentale per capire i movimenti del vestito, le espressioni e tutti i piccoli dettagli.
4. Disneyland
Col tempo Walt Disney si allontanò dal lavoro pratico di produzione per dedicarsi maggiormente agli aspetti organizzativi e imprenditoriali della sua azienda. Non che non fosse presente, anzi passava buona parte delle sue giornate in ufficio e i suoi illustratori lo ricordano controllare saltuariamente il loro lavoro.
Però il suo genio era più impegnato in altri aspetti, sempre alla ricerca di nuove idee. Una delle più ambiziose fu sicuramente Disneyland. L’idea nacque negli anni ’40 durante un viaggio di lavoro a Chicago. Voleva costruire un luna park per bambini e famiglie, un luogo sicuro, pulito, protetto, dove i genitori possono passare il tempo insieme ai propri figli lontano dalle preoccupazioni.
L’inaugurazione del parco avvenne nel 1955, ad Anaheim (LA) e fu un vero e proprio evento mediatico. La cerimonia di apertura venne trasmessa in diretta televisiva (una novità all’epoca) sulla ABC e si stima che 70 milioni di persone fossero sintonizzate a guardarla.
L’apertura fu un disastro e un successo allo stesso tempo. Le persone arrivarono a fiotti creando un ingorgo stradale di circa 11 km ed erano molte di più di quanto il parco potesse contenere. Si ritrovarono dunque ammassate nel parco, in un giorno di luglio estremamente caldo. Oltretutto, il parco non era terminato. C’erano parti che non funzionavano, edifici con la pittura fresca, parte delle attrazioni erano chiuse o in costruzione… Immaginate solo che quel giorno passò alla storia come il “Black Sunday”!
5. Il successo di Walt Disney
Walt Disney iniziò con niente, nel garage dello zio Roy e poche persone fidate al seguito. Spesso fu considerato pazzo per le sue innovazioni controcorrente e fino agli anni ’60 dopo ogni grande produzione rischiava il fallimento.
Si è impegnato in ambito cinematografico, televisivo e imprenditoriale per tutta la sua vita. Era indubbiamente un genio, ma anche un padre e una persona con pregi e difetti. Senza ombra di dubbio era esigente in ambito lavorativo e ci teneva particolarmente alla lealtà (negli anni ’40 ha licenziato parte del personale per aver partecipato ad attività sindacali o per aver scioperato).
Tuttavia, la sua cocciutaggine e intraprendenza sono state premiate: Walt Disney detiene il record del numero di premi Oscar vinti (26) e 59 candidature. Senza contare ulteriori premi o onorificenze.
Morì nel 1966 per via di un cancro ai polmoni ma potremmo dire che non se n’è mai andato davvero. Il suo impatto sulla cultura mondiale è stato talmente forte da renderlo impossibile da dimenticare.
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