Il 23 marzo è arrivato nelle sale italiane John Wick 4, attesissimo quarto capitolo della saga del killer più professionale e più temibile dei nostri tempi. Che sia questo l’ultimo o meno ancora non ci è dato saperlo. Ma dopo la visione del film certamente un’idea potrete farvela.
Alla regia torna Chad Stahelski, con una sceneggiatura di Shay Hatten e Michael Finch, entrambi esperti di script action e thriller. Riconfermati nel cast Laurence Fishburne, il compianto Lance Reddick (vedi qui la sua ultima intervista), Ian McShane e ovviamente un favoloso Keanu Reeves. Tra le new entry abbiamo il cacciatore Shamier Anderson, Donnie Yen, nemico-amico di Wick e Bill Skarsgård, nel ruolo dell’antagonista assoluto, il Marchese de Gramont.
John Wick 4, sì all’evoluzione ma non al cambiamento
John Wick, o lo si ama o lo si odia. Non c’è via di mezzo. Ma, indipendentemente dal vostro schieramento, dovrete ammettere che i suoi meriti li ha eccome. Stiamo parlando di un’idea nata da due stuntman, Stahelski e l’amico David Leitch, sulla quale nessuno avrebbe scommesso, e che ora è diventata un franchise già cult del genere action. Il budget a disposizione per questo quarto capitolo è sicuramente, e meritatamente, lievitato rispetto ai 20 milioni con cui è stato realizzato il primo film.
Le nuove risorse a disposizione hanno permesso di avere tra le location del set, oltre all’originaria New York, anche Parigi, Berlino e Osaka. È quindi a maggior ragione da apprezzare la capacità del prodotto John Wick di non smarrire la propria identità, di rimanere fedele a se stesso e di riproporre senza stancare mai tutti quegli elementi che lo contraddistinguono e che fanno sentire a casa i fan. Non mancherà infatti un Keanu Reeves in completo nero, con giacca rigorosamente antiproiettile, come non mancheranno le frasi in latino, le centraliniste che gestiscono le sorti degli scomunicati e tutto quell’universo narrativo, che sembra sospeso nel tempo, fatto di regole e codici d’onore.
Nuovi nemici

La fine del terzo capitolo, Parabellum, ci aveva lasciato ad un John Wick, completamente solo, tradito anche da Winston, unico porto ancora sicuro in una New York e in un mondo in cui tutti gli danno la caccia. Ora, non fraintendete, anche qui abbiamo il nostro Baba Yaga in lotta contro tutti, ma forse un po’ meno solo.
Si ristabiliscono le vecchie alleanze e i legami si fanno più veri e consolidati, per combattere la nuova minaccia che opera, questa volta, anche al di sopra della Gran Tavola. Il marchese di Gramont ha intenzione di mettere in atto una vera e propria crociata contro l’idea stessa di John Wick e tutto ciò che la sua figura rappresenta nel suo mondo. Vi renderete conto da subito che anche l’autorità del Continental inizierà a sgretolarsi e che la regola del “niente affari all’interno dell’hotel” non sarà più così rispettata.
Super Action

Le caratteristiche sequenze action sono tante, tantissime, forse troppe. Si arriva ad un livello in cui, da spettatore, si sente quasi un senso di dolore fisico e affaticamento per il povero Keanu Reeves che non ha un attimo di pausa per riprendere fiato. Ci sono delle scene in cui sarebbe davvero un miracolo solo sperare nella sopravvivenza anche per John Wick, che però, dopo soli due secondi di esitazione, è già immancabilmente pronto per un nuovo assalto corpo a corpo.
C’è da dire però che se abbiamo un’escalation per quanto riguarda la quantità di queste scene, la violenza in sè non raggiunge picchi di esagerazione particolarmente eccessivi, in confronto ai precedenti nella saga sia chiaro. Forse ci saremmo accontentati anche di qualche morto in meno nella lunga notte che separa Wick dal duello per la sua libertà. Ecco questo sicuramente. John Wick 4 è un film in cui i dialoghi sono davvero ridotti all’osso, ma d’altronde è quello che ci si deve aspettare quando si decide di andarlo a vedere. Non che il ritmo della pellicola ne risenta poi particolarmente.
John Wick 4 ci lascia infine con la sensazione di conforto che, anche nello spietato mondo criminale della Tavola, ci sia ancora posto per i valori della famiglia, per la vera amicizia e per i debiti tra uomini che vanno oltre i pegni di sangue. P.S. per chi ancora non lo ha visto, la febbre delle scene post credit sembra aver contagiato anche questo franchise.