Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald arriva nei cinema con un film di raccordo che, consegna tutti i fili narrativi nelle mani di un convincente, Johnny Depp.
Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald finalmente arriva nelle sale italiane. Il soggetto è di J.K Rowling, autrice di Harry Potter e la regia ancora di David Yates.
Animali Fantastici e dove trovarli ci lascia con la cattura, da parte del MACUSA, di Gellert Grindelwald (Johnny Depp) che per tutto il primo film si è aggirato indisturbato sotto le mentite spoglie di Percival Graves (Colin Farrell) prendendo posizione contro il Ministero per difendere il giovane Credence e la sua natura di obscuriale contro le leggi a tutela del mondo magico.
Animali Fantastici – i Crimini di Grindelwald in realtà, non si occupa molto nel dettaglio di questi famigerati Crimini, ma piuttosto della complessa macchinazione che lo porterà probabilmente nei prossimi film, a macchiarsi di colpe all’altezza della sua reputazione.
La fuga di Grindelwald è una delle scene memorabili del film: con ampio impiego di effetti digitali e nostalgiche allusioni al mondo di Harry Potter, come quella dei Thestral, delle prospettive sul ponte di Hogwarts, di cui tutto il film è costellato.
In seguito l’attenzione si sposta sui protagonisti noti: come Newt Scamander (Eddie Redmayne) che si vede inibito dal Ministero della Magia, il permesso per viaggiare, in seguito ai disordini creati dall’obscuriale durante il soggiorno a New York. Durante l’udienza al Ministero, in cui gli viene proposto di cercare Credence Barebone (Ezra Miller), facciamo la conoscenza del fratello maggiore di Newt: Theseus Scamader (Callum Turner) e della fidanzata Leta Lestrange (Zoe Kravitz).
Tra i due fratelli si notano immediatamente le divergenze: tanto posato e serio il primo, un Percy Weasley ante-litteram, quanto schivo e disadattato il secondo.
Leta Lestrange è già nota al pubblico di Animali Fantastici e dove trovarli comparsa in un ritratto nella valigia di Newt e, dalle indiscrezioni di Queenie Goldstein, abbiamo intuito che la donna potrebbe essere stata molto importante per il tassorosso ai tempi di Hogwarts.
Attraverso una serie di flashback veniamo a conoscenza del rapporto tra i due studenti – Newt e Leta – ai tempi di Hogwarts: proveniente da una famiglia dall’oscura reputazione, la ragazza veniva emarginata dai suoi compagni reagendo in maniera violenta a maldicenze e provocazioni. Il giovane Newt, così singolare e del tutto disinteressato alle chiacchiere dei compagni o alle reputazioni delle famiglie, l’accoglie nel suo mondo fatto di strane creature che, esattamente come Leta, sono biasimate e tenute in cattività a causa dei pregiudizi sulla loro pericolosità.
“Non c’è mostro che tu non riesca ad amare”
(Leta a Newt)
Attraverso l’amicizia di Newt, Leta Lestrange fa pace con se stessa, con le proprie origini e con la diversità che ne deriva e, per averle insegnato a guardare a se stessa e al mondo con occhi indulgenti, Leta sarà sempre grata a Newt.
Ma Leta Lestrange, a quanto pare, ha spezzato il cuore dell’amico di infanzia scegliendo al suo posto l’integerrimo Theseus Scamander.
Non dimentichiamolo, Leta era una Serpeverde: dunque una donna ambiziosa che desiderava rendere produttiva quella diversità. Diversità che grazie a Newt aveva imparato a rispettare. Theseus comprendeva l’orgoglio e l’ambizione, Newt non avrebbe potuto.
“Theseus ha pensato che fosse ora che anche io entrassi nella grande famiglia del Ministero”.
Theseus aveva saputo guardare oltre quella stessa diversità che era diventata il legante tra Leta e Newt: credeva in lei, nelle sue capacità e le aveva dato la possibilità concreta di riscattarsi dalle sue origini oscure, lavorando al servizio del bene istituzionalizzato.
Per questa ragione, quando a sorpresa si scaglia contro Gellert Grindelwald che sperava di portare la donna dalla sua parte facendo leva proprio sulle ragioni di quella emarginazione per la quale aveva sofferto tutta la vita, Leta Lestrange rivolge un ultimo e ambiguo “Ti amo” ai due fratelli Scamander.
Albus Silente (Jude Law) convoca Newt Scamander per invitarlo a cercare Credence Barebone, il ragazzo inspiegabilmente sopravvissuto all’attacco subito dal Ministero nel primo film, e intento a rintracciare la sua famiglia nella città di Parigi.
L’ingresso di Silente in scena si svolge nella piena consapevolezza della straordinarietà del suo interprete e, senza alcun dubbio, la performance di Law si dimostra all’altezza del suo ruolo e coerente con la proiezione di se stesso che abbiamo già avuto modo di conoscere in Harry Potter: nell’autorevole bizzarria della sua sincera emotività e fredda integrità.
Ma la rivelazione di questo Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald è proprio Johnny Depp, che mostra di essersi riappropriato di quel carisma delle origini. Grindelwald è un manipolatore, è un uomo dell’inganno e della macchinazione: in questo film il suo ruolo è quello di imporsi sulla scena, di trasudare fermezza e inquietudine e lo fa magistralmente.
Il discorso nell’arena mostra il grande potere persuasivo di cui il Mago oscuro è dotato, come un maestro d’orchestra, egli veicola l’oscurità che si sprigiona dalla delusione, dalla rabbia, dalla paura, dall’impotenza e la convoglia nella grande causa della libertà, il bene superiore. Si fa notare un’incapacità del regista di gestire le grandi folle alienando lo spettatore dalla comprensione dell’impatto che, ciò che sta avvenendo, ha su ciascuno dei protagonisti.
Scrivere una recensione esaustiva di Animali Fantastici – i Crimini di Grindelwald è un affare complesso a causa della natura stesso di questo film. Esso è un capitolo di raccordo tra l’introduzione del personaggio di Newt Scamander e del suo mondo di bizzarre creature e la saga di Gellert Grindelwald che seguirà.
Newt Scamander è, proprio come Harry Potter, un eroe casuale. Ma mentre il giovane maghetto era stato in qualche modo designato da una profezia seppure interpretata in maniera ambigua, Newt scende in campo come tecnico, come amico di Silente e anima incorrotta priva di ambizione. Newt non vuole schierarsi, ma finirà per farlo quando saggerà sulla sua stessa pelle i pericoli che deriverebbero dal Regno di Grindelwald.
Tantissimi elementi entrano in gioco e nessuno di essi verrà compiutamente sviluppato, lasciando nel pubblico domande e insoddisfazioni che hanno procurato già critiche a questo secondo capitolo. Ma l’intento di Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald è scoperchiare il vaso di Pandora – o aprire la valigia di Scamander – e lasciare che tutte le bestie che contiene si disperdano nel mondo. Gli effetti che ne deriveranno saranno materiale per i prossimi lungometraggi.
Le allusioni tra il sentimento che lega Albus Silente e Gellert Grindelwald, sul quale svetta l’impossibilità per i due di combattersi, è spesso toccato con estrema delicatezza. Ma non c’è da stupirsi: la Rowling è solita trattare con grazia e relativismo il tema dei sentimenti: così, la più alta espressione d’amore per Newt Scamander è offrire a Tina Goldstein un posto privilegiato nel suo mondo. La natura conciliante di Jacob invece comprende con fatica l’ostinazione di Queenie e, le loro divergenze d’opinione sono assurte a simbolo di una più grande diversità tra i due che si mescola e si confonde nelle equivoche acque del bene superiore predicato da Grindelwald.
Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald è un film che mette tanta carne sul fuoco e lascia sostanzialmente insoddisfatti, ma tutti i fili convergono al centro di quell’arena in cui Grindelwald assume su di sé il destino di tutti i presenti e, tesse le trame, dei prossimi capitoli.