The Idol, la nuova serie HBO sul mondo perverso e disturbato dello star system, era uno degli show più attesi dell’anno. Tra i creator della serie, Sam Levinson, il celebratissimo creatore di Euphoria (sempre per HBO), insieme a Reza Fahim, e Abel Tesfaye, a.k.a. The Weeknd. La telecamera invece è puntata sul volto angelico di Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis. Cosa mai potrebbe andare storto?
A sentire i critici, tutto quanto. The Idol è stato mostrato in anteprima a Cannes e, invece di applausi, ha ricevuto recensioni da cancellazione anticipata. Persino Rotten Tomatoes le ha voltato le spalle, assegnando alla serie uno dei punteggi più bassi del sito: insomma, neanche degna di pomodori marci da tirare sullo schermo. Rolling Stones l’ha definita pornografia dello stupro. L’intera faccenda ricorda vagamente il backlash post-Blonde di Andrew Dominik: una denuncia che si trasforma in perpetuazione del crimine.
Ma i suoi creator e la protagonista stessa dello show difendono The Idol a spada tratta, dicendo che va visto fino alla fine per essere compreso: un tentativo in extremis di salvare il salvabile o siamo stati noi a giudicare troppo in fretta?
Le critiche

Fin dal primo momento, The Idol ha insistito molto sui suoi aspetti più disturbanti ed estremi. Levinson e The Weeknd sono stati presentati come “menti malate e perverse” nascoste dietro “la più squallida storia d’amore in tutta Hollywood” (strategia Gossip Girl, ricordate quei poster assurdi?). Le recensioni negative dello show non hanno mai negato queste affermazioni. È stato l’articolo di Rolling Stones, però, a far cadere il primo tassello di uno spaventoso effetto domino: la rivista ha definito The Idol come una “fantasia di stupro” che è “deragliata selvaggiamente e disgustosamente” dopo l’addio, alla regia, di Amy Seimetz. Da quell’articolo in poi, si è scatenato l’inferno.
L’Hollywood Reporter non riserva parole più gentili per The Idol. La critica Lovia Gyarkye mette in evidenza una delle scene più controverse viste finora. Una rappresentante della casa discografica per cui lavora il personaggio Lily-Rose Depp le impedisce di mostrare il suo seno per la copertina di un album, con grande disappunto da parte di Lily-Rose Depp. Le parole della protagonista sono “Stop cockblocking America” (in italiano, una sorta di “Smettila di frenare l’America”, ma con una certa sfumatura sessuale). Gyarkye commenta: “Quel breve momento denuncia le intenzioni dello show e mette metaforicamente le mani avanti per i futuri detrattori: il sesso vende, e The Idol si crogiola in questo”.
Gli strenui difensori di The Idol

In un’intervista del New York Times realizzata a Cannes, creators e protagonista della serie si lanciano immediatamente alla difesa del loro progetto, giustificando gli estremismi della serie dettati dal disinteresse nel realizzare uno “show per famiglie”.
La prima a prendere parola è proprio Lily-Rose Depp, la presunta vittima delle oscenità mostrate su schermo: “Abbiamo sempre saputo che avremmo realizzato qualcosa che sarebbe stato provocatorio e forse non per tutti. È stata un’attrazione per tutti noi. Non credo che nessuno di noi fosse interessato a fare qualcosa che sarebbe stato, come si dice, un divertimento per tutta la famiglia”.
Nulla in contrario con le parole della Depp, ma forse vi può essere una via di mezzo tra apparente pornografia dello stupro e una puntata di Love Boat.
Corre a darle manforte Abel Tesfaye: “Quando ho iniziato a fare musica per la prima volta, era esattamente la stessa cosa” dichiara. “È stato provocatorio e sapevo che sarebbe stata dura per le persone. E a molte persone non è piaciuto. Non per confrontarlo, ma sento che è di nuovo così. Questo non sarà per tutti, e va bene. Non siamo politici”.
Ribaltare le aspettative

Sono tante le cose che fanno dire di no a The Idol (neanche noi ci siamo andati leggeri). Levinson, Tesfaye e Depp, però, hanno deciso di soffermarsi a commentare due punti in particolare: le numerose scene di nudità femminile e la scelta di rendere il villain dello show (almeno così pare dai primi episodi) un uomo di colore, Abel Tesfaye stesso, nei panni di un santone proprietario di un nightclub che deve aiutare a rivitalizzare la carriera Lily-Rose Depp come popstar.
“Ci sono molte donne che si sono sentite sfruttate dalle scene di nudità che hanno realizzato e hanno pensato ‘non mi sono sentita bene al riguardo’ “, spiega Lily-Rose Depp. “Ma io mi sento a mio agio a esibirmi in quel modo, mi diverto. Ha informato il personaggio. Nella conversazione sugli aspetti osé, c’è l’implicazione che sia qualcosa che viene costantemente imposto alle donne. Ovviamente, questo è stato molto vero storicamente.”, ma non per lei.
Levinson aggiunge che la nudità costante di Jocelyn (Lily-Rose Depp) aiuta il pubblico a percepirla come vittima: “Credo che la gente sottovaluterà Jocelyn come personaggio per quanto è esposta”.
Sugli stereotipi razziali, Levinson invece commenta: “Giocare con quegli stereotipi nei primi due episodi è importante per il viaggio, l’arco e l’esperienza emotiva. Ha un modo di disorientarci a causa della nostra conoscenza di chi siamo e di cosa è successo nel mondo. Penso che il pubblico inizierà lentamente a vedere chi è il vero cattivo della pièce”.
Tesfaye aggiunge soltanto “Devono vedere l’intero show”.
E voi, dopo questa vera e propria shitstorm di recensioni negative, guarderete The Idol? Siete curiosi di sapere se quello che scrivono i critici è vero o vi hanno scoraggiato abbastanza? Ditecelo nei commenti!