Flags Of Our Fathers è il film del 2006 diretto da Clint Eastwood, prodotto dalla Warner Bros. Discovery e basato su una drammatica storia vera a stelle e strisce. Nel cast troviamo nomi quali Ryan Phillippe (Allarme rosso, So cosa hai fatto), nel ruolo di John “Doc” Bradley, Jesse Bradford (che abbiamo già visto in titoli quali Romeo + Giulietta di William Shakespeare e Ragazze nel pallone), nei panni di Rene Gagnon, e poi Adam Beach, che interpreta Ira Hayes e John Benjamin Hickey (Keyes Beech).
In occasione degli Oscar del 2007, Flags of Our Fathers viene candidato in due categorie: Miglior Sonoro e Miglior Montaggio Sonoro. Clint Eastwood ha raccontato la storia americana attraverso alcuni dei più bei film da lui diretti. Flags Of Our Fathers riporta una storia vera. Il contesto storico è quello della Battaglia di Iwo Jima, una guerra tra Stati Uniti e Giappone, combattuta sull’Isola di Iwo Jima dal 19 febbraio al 26 marzo 1945. L’evento storico è rimasto nell’immaginario collettivo per via della famosa foto del gruppo americano che pianta, stremato, una bandiera a stelle e strisce sul suolo giapponese. Un simbolo di vittoria e patriottismo.
I media americani diffondono poi la foto come mezzo perfetto per la propaganda di guerra. La realtà dietro lo scatto, ad ogni modo, era ben differente. Uno dei figli dei protagonisti dello scatto decise infatti di raccontare le vicende di quei giorni in un libro. Da lì parte il film di Eastwood (che avrebbe poi narrato nuovamente la stessa vicenda nel 2006, solo dal punto di vista giapponese. Il film è intitolato Lettere da Iwo Jima). Tornando invece a Flags Of Our Fathers e alla storia vera dietro il film, scopriamo una verità sconcertante: la foto propaganda è un falso.
O meglio, la foto fu scattata davvero. Ma il fotografo che tanto aveva faticato per arrivare in cima alla vetta del monte Suribachi, Joe Rosenthal, immortalò non i soldati che misero per primi piede sul suolo avversario, bensì un secondo gruppo, che per ragioni a lui estranee stava piazzando una seconda bandiera, più grande. In sostanza, L’America aveva bisogno di ogni mezzo di propaganda a disposizione, foto incluse. Il figlio di Doc, scrittore del libro sulla vicenda, dubitò per molto tempo circa i nomi dei reali protagonisti della foto. Pensava infatti che suo padre neanche fosse tra questi. Secondo le fonti, tuttavia, l’unico protagonista certo dello scatto (del secondo scatto), era Rene Gagnon.
L’uomo poi fornì ai media gli altri nominativi ma alcuni dei protagonisti, tra cui Ira Hayes, proprio non volevano che i loro nomi venissero rivelati: per loro quello, non era affatto un atto eroico da ritrarre e diffondere. Ira Hayes, René Gagnon e Doc Bradley erano inoltre gli unici superstiti dei sei soldati della foto. Gli altri erano morti a pochi giorni dallo scatto originale per via delle ferite riportate. Così tre dei superstiti del gruppo replicarono ancora la scena di nuovo, tante altre volte, nel corso delle manifestazioni alle quali erano costretti a partecipare a mo’ di trofeo.
Qualunque sia la verità, la foto da cui partono le vicende di Flags Of Our Fathers, pur scattata solamente cinque giorni dopo l’inizio della feroce battaglia (che andò avanti per un totale di trentacinque giorni), sarebbe poi diventata un vero e proprio manifesto di quei tempi. Vincitrice del premio Pulitzer, per sempre avvolta nel mistero e nel sangue di chi ne ha pagato il prezzo.