Spider-Man di Sam Raimi è stato il primo film per il grande schermo dedicato a Peter Parker, qui interpretato da Tobey Maguire. Erano già stati fatti prodotti sull’Uomo Ragno in precedenza, come la serie The Amazing Spider-Man del 1977 e i film per la televisione L’Uomo Ragno del 1977, L’Uomo Ragno colpisce ancora del 1978 e L’Uomo Ragno sfida il Drago del 1979. Questi prodotti non avevano però avuto successo, né tra gli appassionati di fumetti né tanto meno tra il pubblico generalista.
Il film di Raimi, al contrario, oltre ad aver ricevuto il plauso della critica e del pubblico, infrangendo diversi record di incassi, è stato un punto di svolta per l’universo Marvel, contribuendo a rendere il MCU quello che è oggi. In un periodo in cui i cinecomic erano pochi e poco fedeli ai fumetti, Raimi è riuscito a trasporre il mondo creato da Stan Lee e Steve Ditko in modo credibile, donando profondità e sfaccettature al personaggio interpretato da Tobey Maguire.
Il successo di Spider-Man

Nei primi anni duemila il mondo del cinema iniziava a interessarsi ai supereroi, grazie a Blade, diventato poi una trilogia, e a X-Men, diretto da Bryan Singer. Questi due film ebbero un discreto successo, ma erano ancora lontani dall’essere apprezzati dal grande pubblico, e questo si rifletteva anche al botteghino. Con Spider-Man le cose cambiano, il suo successo è strepitoso, e diventa uno dei più grandi incassi degli anni 2000.
Lo Spider-Man del popolo
Il merito di Raimi è stato quello di essere riuscito a rappresentare una versione di Peter Parker molto simile a quella dei fumetti, senza però farlo diventare un film di nicchia, ma riuscendo a creare un’opera che potesse essere apprezzata da tutti. Il lato umano di Peter Parker viene approfondito molto nel film, e questo dà la possibilità a tutti di immedesimarsi in lui. Quando Peter indossa il costume è l’eroe di New York, spavaldo e sicuro di sé, ma quando si toglie la maschera ritorna a essere il ragazzo timido e impacciato di sempre, con il quale è impossibile non empatizzare.
Un altro importante motivo per cui Spider-Man ha cambiato le dinamiche dei supereroi sul grande schermo è che è il film che ha rappresentato l’ascesa di Kevin Feige, l’attuale presidente dei Marvel Studios, e gli ha dato l’idea per sviluppare la strategia produttiva che ha reso il MCU quello che è oggi.
Kevin Feige come Nolan Sorrento

Nel film Ready Player One di Steven Spielberg l’antagonista è Nolan Sorrento, un uomo spietato e opportunista che vuole prendere il controllo di OASIS, un sistema di realtà aumentata che fa immergere i giocatori in un mondo virtuale, nel quale i protagonisti del film trascorrono la maggior parte del loro tempo. L’idea originale del creatore è di fornire uno strumento libero e accessibile a tutti per divertirsi e interagire.
Sorrento però si rende conto delle potenzialità commerciali di OASIS, e propone al creatore di renderlo un sistema più orientato al guadagno, aggiungendo una serie di abbonamenti e meccanismi che possono portare soldi. Il creatore non lo ascolta, considerando le sue idee troppo lontane dalla sua visione, ma alla sua morte Sorrento cerca di impadronirsi di OASIS per espanderlo e privatizzarlo in modo da poterlo sfruttare al massimo a scopi di lucro.
Ovviamente non stiamo paragonando Kevin Feige all’antagonista di un film di Spielberg, ma si possono trovare delle analogie tra Nolan Sorrento e il noto produttore, soprattutto nel modo in cui quest’ultimo è riuscito, partendo da zero, a sfruttare le potenzialità del mondo Marvel e costruire così un impero.
L’intuizione di Feige

Kevin Feige nel 2000 inizia a lavorare come produttore per la Marvel Entertainment. Nel 2002 fa parte del team produttivo di Spider-Man. Qui è solo “uno dei tanti”. Non il Sorrento che porta i caffè in Ready Player One, ma sempre “uno dei tanti”. Ma proprio il film di Raimi lo porta a riflettere sull’universo Marvel e sul suo potenziale inespresso. Feige infatti vedendo il successo di Spider-Man capisce che i supereroi di casa Marvel possono essere sfruttati per diversi altri film.
L’idea rivoluzionaria di Feige non è però solo quella di produrre altri film con dei supereroi come protagonisti, bensì di creare un universo di supereroi condiviso, un mondo in cui le storie sono interconnesse tra loro e i personaggi sono ricorrenti. Così, prendendo ispirazione da Spider-Man, inizia la produzione di una serie di film inizialmente incentrati su un solo personaggio, come Hulk nel 2003 (timida prova generale non ancora parte del MCU), Iron Man nel 2008 e Thor nel 2011. Vengono introdotti uno a uno i supereroi e le relative storie, per arrivare poi a The Avengers nel 2012, film che rappresenta l’apice della strategia di marketing di Feige.
Il marketing della Marvel

Non si esagera quando si definisce Feige uno dei più grandi geni del marketing degli ultimi decenni. Il produttore ha reso i supereroi un vero e proprio brand. Ha fidelizzato il pubblico e creato un vero e proprio “sistema” di supereroi, grazie al quale può produrre spin-off, serie, prequel, sequel e qualsiasi altro prodotto sapendo che a prescindere dalla sua qualità, farà incassi da record. Questo perché per lo spettatore sarà un modo per approfondire ulteriormente le storie dei suoi personaggi preferiti e vedere il mondo Marvel allargato ancora di più. Un sistema che, a sua volta, ha “infettato” – o conquistato, dipende dal punto di vista – tutto il circostante modello produttivo hollywoodiano.
Insomma, Spider-Man è stato un film molto importante per il futuro della Marvel, che ha gettato le basi per un nuovo tipo di cinecomic ed è servito come trampolino di lancio per le idee di Kevin Feige, che lo hanno portato a costruire l’impero che il MCU è oggi. E se leggendo l’articolo vi è venuta nostalgia dell’Uomo Ragno, qui potete trovare il trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse, il nuovissimo film animato sul supereroe!