In un’intervista della rivista americana Bustle, Rupert Grint ha confessato le difficoltà riscontrate ad interpretare il personaggio di Ron Weasley per ben dieci anni, definendo il periodo in cui ha lavorato ad Harry Potter “soffocante”. Nonostante le belle parole e i bei ricordi riportati su HBO l’anno scorso, per il Ventesimo Anniversario della saga, sembrerebbe che l’attore provi dei risentimenti. Aver trascorso tutto quel tempo sul set del famoso franchise, fin da piccolo, è stato davvero intenso, a tal punto che era difficile per lui distinguere tra sé stesso e il simpatico amico del mago con gli occhiali.
Non si pente degli anni passati ad Hogwarts, anche se per lui era passato troppo poco tempo per una reunion. Ad ogni modo, rivedere gli attori della saga, come Emma Watson e il protagonista Daniel Radcliffe, è stato emozionante ed è stato un modo per riflettere su tutto, gli ha fatto capire quanto partecipare a qualcosa di così grande sia stato bello, ma folle .

Attualmente l’attore si sta dedicando al genere dell’horror psicologico, che aveva avuto l’occasione di esplorare già nel 2019, mettendosi nei panni di Julian Pearce per la serie Servant. Il 3 febbraio nelle sale italiane arriverà l’ultimo film a cui ha preso parte, Bussano alla porta, un thriller apocalittico con sfaccettature inquietanti. Grint è molto fiero di aver lavorato a progetti di questo tipo, si dice, infatti, affascinato dalla “vulnerabilità nascosta” dei personaggi irrisolti, danneggiati.
Insomma il capitolo di Harry Potter sembra essersi definitivamente chiuso per l’attore che ha anche ammesso che in futuro gli piacerebbe “fare qualcosa di leggero, come un film di Natale”.