I 10 film più clamorosamente sopravvalutati degli ultimi anni

Non facciamo finta di nulla, ci sono alcune pellicole che hanno trovato largo consenso tra il pubblico e, talvolta, anche nei festival e ai botteghini, eppure contengono errori o problemi che li rendono, nonostante il successo, film sopravvalutati.

La nostra redazione, dopo una lunga discussione, è arrivata a concordare una lista di dieci titoli.

Andiamo a vedere la top 10 dei film sopravvalutati:

Avengers: Age of Ultron

Film sopravvalutatiSebbene da un punto di vista tecnico ci sia poco da obiettare ai film del Marvel Cinematic Universe, Avengers: Age of Ultron mostra non pochi limiti sotto altri importanti aspetti, risultando il primo dei nostri film sopravvalutati. Il principale problema è che il film apre ad una serie di pellicole che presentano delle enormi falle di trama, ingiustificabili anche per film di fantascienza, poiché la coerenza narrativa va mantenuta a prescindere dal genere.

I personaggi non trovano tutti il proprio spazio ma vengono ugualmente inseriti a scopi commerciali e in funzione dei successivi capitoli (il film spesso appare più come antefatto di Civil War che come una storia a sé). I sottili confini di natura etica sollevati da Visione poi sono trattati sbrigativamente e con superficialità. 

Sebbene il box office è un aspetto che non può essere trascurato quando si parla di Blockbuster di questo tipo, l’impressione è che la tendenza recente sia quella di considerarlo quasi come unico criterio sul quale modellare una pellicola: questa ne è un esempio lampante.

Il curioso caso di Benjamin Button

film sopravvalutatiIl curioso caso di Benjamin Button, settimo lungometraggio di Davi Fincher, è perlopiù un’occasione persa.

Premesso che questo film rappresenta, da un punto di vista prettamente tecnico, la maturità del regista, è altrettanto vero che l’idea di fondo non è sfruttata a pieno.

Già, perché un orologiaio che, avendo perso il figlio in guerra, fabbrica un orologio che gira al contrario e, a causa di ciò, causa la nascita di un bambino vecchio, che ringiovanirà nel tempo, poteva davvero essere il punto di partenza per indagare la natura umana da una prospettiva diametralmente opposta.

Fincher però non riesce in ciò che di solito è uno dei suoi punti forti: dare ritmo al film attraverso una scrittura brillante ed incisiva.

La pellicola si arena molto spesso, fatica a procedere in modo accattivante e spesso presenta situazioni scontate, figlie di un tentativo di ricercare romanticismo che non appartiene nella maniera più assoluta al bagaglio del regista.

V per vendetta

film sopravvalutatiTratto dalla graphic novel di Alan Moore e adattato al cinema dalle sorelle Wachowski, V per Vendetta è un manifesto politico molto edulcorato rispetto alla versione originale.

In realtà il film non ha evidenti punti deboli, tutto funziona bene, anche se talvolta manca un po’ di omogeneità nella velocità della narrazione, che si arena su fasi della trama non certo di primaria importanza, andando a perdere inevitabilmente un po’ della fluidità che caratterizza il romanzo.

Questi piccoli difetti sicuramente lo rendono papabile per tale classifica, soprattutto in virtù di quanto questa pellicola sia entrata nell’immaginario collettivo, anche solo per il significato della maschera del protagonista.

Altra pecca del film è sicuramente il messaggio che passa: se si definisce populismo un qualsiasi movimento politico volto all’esaltazione demagogica delle qualità e capacità delle classi popolari, ebbene la pellicola ne è un chiaro esempio, trasformando il forte schieramento politico della graphic novel in un messaggio perlopiù qualunquista.

The millionaire

film sopravvalutatiThe Millionaire è un bel film, nessuno lo mette in dubbio, ma pecca a mio avviso di presunzione. La storia d’amore è la cornice utilizzata per raccontare, attraverso l’esperienza di vita del protagonista, la storia dell’India. Se l’intento appare quindi di denuncia sociale, troppo spesso a momenti drammatici se ne alternano altri più allegri, quasi a voler riportare sullo schermo sentimenti bollywoodiani.

Il grande talento del regista maschera al meglio l’incompiutezza dell’aspetto di natura socio-politica del film, attraverso un lavoro di coinvolgimento emotivo che riesce a catturare lo spettatore.

Se però a rendere il film interessante è la storia d’amore risulta difficile capire come mai esso venga molto spesso considerato come elemento imprescindibile per chiunque si possa definire cinefilo appassionato invece che come una semplice, seppur riuscita, commedia sentimentale.

Frozen

film sopravvalutatiFrozen è stato un grandissimo successo Disney, lanciato anche grazie alla celebre Let it go, che è stata cantata per mesi in tutto il mondo.

Il film possiede personaggi vivaci, colori, battute e canzoni orecchiabili. Il problema è che, invece di creare un prodotto che potesse riscuotere il consenso anche dei genitori accompagnatori, questa volta la casa di Burbank si è accontentata di un film per bambini, consapevole che le vendite non ne avrebbero in alcun modo risentito. Così è stato. Ciò che però mi sento di dire è che, soprattutto paragonato ad altre pellicole, anche recenti, come Up, Wall e, o Soul, questo film non può avanzare alcuna pretesa contenutistica più elevata del semplice riscatto personale e del classico perbenismo paideutico.

Frozen è la prova che, con una buona campagna pubblicitaria, Disney può portare a casa ottimi risultati. Purtroppo talvolta i mezzi attraverso i quali consegue tale obiettivo non sono del tutto etici (il caso del sequel in Corea del Sud ne è un esempio). Merita quindi un posto tra i film sopravvalutati.

Quasi amici

film sopravvalutatiTra i film sopravvalutati Quasi amici ha un grande pregio, ed è quello di non cadere mai nel pietismo, creando una rapporto di amicizia che va oltre l’handicap di uno dei due. 

La scelta è interessante e risulta, talvolta, anche divertente. I limiti stanno nel fatto che c’è un tentativo di mostrare le spaccature della società ma, laddove già il tema importante, ovvero quello del rapporto prima esclusivamente lavorativo e poi di amicizia tra i due, svilupparne un altro di tale portata è probabilmente troppo.

Altro elemento che poco si presta alla credibilità dello spettatore è il minimizzare la condizione di disabilità a fronte delle grandi possibilità dovute alla disponibilità economica del soggetto in questione.

In buona sostanza è apprezzabile la comicità e la vena dissacratoria, anche su alcuni argomenti che solitamente risultano tabù, purtroppo tutto ciò è andato a discapito del realismo del film, risultando più un album fotografico di momenti perlopiù felici.

The Revenant

film sopravvalutatiLa storia del cacciatore di pelli Hugh Glass tradito, colpito e abbandonato dai suoi compagni, il quale direziona la propria vita al solo scopo di ottenere vendetta. Revenant di Inarritu rappresenta un considerevole lavoro tecnico soprattutto per DiCaprio, il quale ha dovuto indossare pesanti pellicce per diverso tempo, lavorato in condizioni rigide e affrontato altre mille difficoltà, per costruire quel “viaggio esistenzialista”, come definito da lui stesso. Grazie all’interpretazione di DiCaprio riusciamo a entrare realmente nella vita di quest’uomo e proviamo sinceramente tutto il suo dolore. 

Nel 2016, Revenant folgora la giuria degli Oscar e vince la statuetta come Miglior regia per Alejandro Gonzalez Inarritu, Miglior attore protagonista per Leonardo DiCaprio e Miglior fotografia a Emmanuel Lubezki. Tre su un cospicuo numero di candidature. Oggi lo inseriamo qui, in questa lista, pur riconoscendo comunque il valore della pellicola. Le motivazioni?

In primo luogo per quella statuetta consegnata all’attore dopo la bellezza di sette nomination collezionate durante la carriera. Pensando a DiCaprio sfidiamo chiunque a citare come sua migliore interpretazione quella del Redivivo. Allo stesso tempo, chi ama Inarritu, certamente non lo ricorda e venera per questa pellicola, molto stesso accostata in maniera discutibile alla parola capolavoro, nonostante il lavoro poco puntuale sui personaggi. Meritatamente presente quindi tra i film sopravvalutati.

Commento a cura di Giulia Leto.

Il favoloso mondo di Amelie

film sopravvalutatiColori pastello, musica orecchiabile e una notevole cura dei dettagli. Il favoloso mondo di Amélie costruisce questo assetto zuccheroso, questa cornice neanche così notevole nella tecnica ma molto furba, sostanzialmente per sostenere e avvolgere il nulla contenutistico. Amélie, interpretata da Audrey Tatou, è la protagonista di una pellicola francese che nel 2001 ottiene il favore di donne e uomini di tutto il mondo e in poco tempo diviene un cult. Il problema è che Amélie è al limite della sociopatia ma viene “venduta” come poetica e fascinosa, strano esempio iconico per una generazione di ragazze che si è convinta che il senso della vita stia nel tuffare le mani in un sacco di legumi (ma seriamente?!). Il problema è che Amélie è un non personaggio, non ha caratteristiche proprie ma è solo la somma di idealizzazioni e cliché: potrebbe essere chiunque ma di fatto non è nessuno. Tanto, tanto fumo negli occhi. 

Commento a cura di Tiziano Angelo.

Hereditary

film sopravvalutatiSi è tanto parlato dell’esordio di Ari Aster, Hereditary. Il giovane regista americano ha ricevuto molti consensi di pubblico e di critica per quello che è un horror che ha come marcia in avanti rispetto a molti altri quello di avere ottimi interpreti e di riuscire a fare, per davvero, paura.
Per il resto, però, rimane per tutta la visione una forte sensazione di déjà-vu per un film che, pur non facendo segreto dei suoi riferimenti e modelli, non riesce del tutto né a rielaborarli per creare qualcosa di nuovo né a tenerli insieme in un coerente e compatto puzzle di citazioni.
Hereditary può comunque vantare una regia molto attenta e abile nel costruire le situazioni di tensione, una regia capace di costruire un bel climax che, però, culmina con un finale identico a quello di Rosemary’s Baby di Roman Polanski, lasciando lo spettatore a domandarsi se l’ennesima “citazione” fosse effettivamente l’unico modo per far finire il film.

Commento a cura di Arturo Garavaglia.

Bohemian Rhapsody

film sopravvalutati

Nei titoli che vedete citati in questo articolo riesco a trovare qualcosa di buono. In tutti tranne Bohemian Rhapsody. Partiamo dall’aspetto narrativo. Bohemian Rhapsody è un luccicante contenitore di bugie, una continua modifica dei fatti reali. Badate bene però: questo non è in assoluto un problema. Aaron Sorkin è un maestro nel sfruttare il genere dei biopic manipolandolo e riuscendo a interpretarlo dal punto di vista autoriale e come lui molti altri riescono nell’intento. Ma non è questo il caso. In Bohemian Rhapsody (dove ricordiamo dietro al progetto ci sono i membri rimanenti dei Queen) i fatti vengono piegati per realizzare una agiografia edulcolorata della band. A partire dalla separazione (mai avvenuta in quelle dinamiche), passando per la malattia e per le abitudini di Mercury, fino a arrivare allo stesso percorso che ha portato al Live Aid. Una operazione intellettualmente disonesta col fine unico di aggraziarsi ancora una volta le masse. Possiamo poi parlare del lato tecnico, dove oltre a una fotografia patinatissima viene aggiunto uno dei peggiori montaggi di questo secolo (per aggiunta premiato all’Oscar). Anche la famosa sequenza finale del Live Aid non è che una riproposizione fotogramma per fotogramma del video del concerto. Concludiamo poi con la tanto chiacchierata interpretazione del nostro Mr. Robot. Non esiste un frame dove Rami Malek è Freddy Mercury, l’unica cosa che vediamo è un attore che prova a somigliargli. Non c’è la fisicità, il carisma, l’innato magnetismo del frontman dei Queen. Ci son dei denti finti e tanta buona volontà che porta il tutto a sfociare nella caricatura. Nonostante questo il risultato è un successo interplanetario a livello economico e di premi. Bohemian Rhapsody è la testimonianza di quanto sia stata grande la musica dei Queen e l’amore per loro, in particolare per Freddy Mercury. Talmente grande da creare una delle più grandi allucinazioni collettive dei nostri anni.

Commento a cura di Giacomo Lenzi.

Quali sono i vostri film sopravvalutati?

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