Emmanuelle Seigner, moglie di Polanski, contro l’Academy: “Ipocrisia intollerabile.”

Le cause sociali sono da sempre un territorio spinoso: la coerenza impone che un principio, se viene seguito una volta, vada seguito sempre. Lo scorso 3 maggio, l’Academy  tramite un comunicato ha dichiarato l’intenzione di espellere uno dei suoi membri, il regista Roman Polanski, sull’onda del caso Weinstein e del neonato movimento #MeToo.

Le motivazioni alla base di questa decisione sono note, ma ecco un breve recap: nel 1977 Polanski viene accusato di violenza sessuale con ausilio di sostanze stupefacenti ai danni di Samantha Geimer, una ragazzina allora minorenne, in occasione di una festa nella villa di Jack Nicholson. Si dichiara colpevole, prova a patteggiare una condanna priva di detenzione, infine fugge: prima a Londra e in seguito a Parigi. Da allora vive in Francia, non torna negli States ed evita i Paesi in cui corre il rischio di estradizione.

Per quanto sia un ragionamento ineccepibile, quello di separare l’artista dall’uomo, destò non poche reazioni incredule quando il regista polacco vinse nel 2003 l’Oscar alla miglior regia per Il pianista, senza poterlo ritirare di persona (fu Harrison Ford, a ritirarlo).

“L’Oscar è stato un curioso caso di amnesia?” – commenta oggi la moglie di Polanski, Emmanuelle Seigner. L’attrice francese, infatti, tramite una lettera aperta sul giornale francese Le Journal du dimanche, ha rifiutato l’invito a diventare membro dell’Academy e si è scagliata con prepotenza contro l’ambiente hollywodiano.

“Sono sempre stata una femminista, ma non posso ignorare come l’Academy abbia deciso di buttare fuori mio marito, qualche settimana fa. Solo per assecondare lo spirito dei nostri tempi. La stessa Academy che lo ha premiato nel 2003 con l’Oscar per Il pianista. Se mi hanno invitato forse pensano che io sia una donna senza spina dorsale, o talmente arrivista da dimenticare che sono stata sposata per 29 anni con uno dei più grandi registi al mondo. Ha dato vita a personaggi femminili indimenticabili e non ha nulla della caratura machista che ha devastato il mondo del cinema. Lo amo, è mio marito ed è il padre dei miei figli. L’Academy vuole forse che io mi dissoci da quest’uomo? Che debba salire “la scalinata della gloria” alle sue spalle? Ho solo una cosa da dire a loro: non avrete mai la donna che sono.”

Un fiume in piena, la Seigner, che ha poi tacciato l’Academy di “intollerabile ipocrisia”, ha definito “un insulto” la proposta ricevuta e ancora: “Un’offesa a una donna, mentre dichiarate di volerle proteggere!”

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