Brandon Lee: l’ultimo volo del Corvo, anniversario di una tragedia

Nel 31 marzo 1993, Brandon Lee, durante le riprese del film Il Corvo, perse la vita in seguito ad un tragico incidente sul set, quando venne accidentalmente colpito da un proiettile durante una scena e morì all'età di 28 anni. Nonostante le nuove regole introdotte per aumentare la sicurezza sul set, gli incidenti continuano ad accadere ancora oggi.
Brandon Lee: l'ultimo volo del Corvo, anniversario di una tragedia

Il 31 marzo 1993 è una data che ha segnato per sempre la storia del cinema: in quella tragica mattina, il mondo venne scosso dalla notizia della morte di Brandon Lee, giovane attore e figlio del celebre Bruce Lee. Durante le riprese del film Il Corvo in North Carolina, Lee, allora ventottenne, rimase vittima di un tragico incidente quando fu accidentalmente colpito da un proiettile durante una scena. Nonostante la sua morte prematura, il film divenne poi un cult, anche a causa della triste vicenda che ne accompagnò la produzione.

A distanza di trent’anni dall’evento, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Brandon Lee, cerchiamo di fare chiarezza su quanto accaduto quel maledetto giorno di fine marzo.

Brandon Lee: Il passaggio del testimone

Brandon Lee, figlio della leggenda Bruce Lee
Brandon Lee, figlio della leggenda Bruce Lee

L’attore iniziò la sua carriera cinematografica nel 1985, con una piccola parte nel film The Crime Killer. Nonostante si trattasse di un ruolo marginale, l’esperienza gli permise di fare il suo ingresso nel mondo dello spettacolo. Ma fu solo con Legacy of Rage che Brandon ottenne il suo primo ruolo da protagonista, un film che cambiò radicalmente la sua carriera. Nonostante la pressione di dover seguire le orme del padre, Bruce Lee, Brandon dimostrò fin da subito le sue abilità attoriali, che andavano oltre la sola capacità atletica per cui era spesso richiesto.

Infatti, sebbene molti ruoli gli venissero proposti per sfruttare il suo fisico, Brandon Lee era in grado di dimostrare anche una grande capacità espressiva e una forte personalità sul set. Dopo aver recitato in alcuni film in cui veniva richiesta soprattutto la sua abilità atletica, come Laser Mission, Resa dei conti a Little Tokyo e Drago d’acciaio, Brandon Lee decise di accettare il ruolo principale in un film chiamato Il Corvo. Questo film gli avrebbe permesso di mettere in mostra le sue doti recitative, dimostrando così di essere un attore completo e poliedrico.

Bruce Lee, una vita da attore

Bruce Lee, la leggenda delle arti marziali
Bruce Lee, la leggenda delle arti marziali

Prima di esaminare le vicissitudini di Brandon Lee durante le riprese de Il Corvo, è interessante dare uno sguardo alla carriera del padre, Bruce Lee. Conosciuto come “Il Dragone“, l’attore è stato il precursore dell’uso delle arti marziali nel cinema. Lee ha studiato approfonditamente diverse tecniche di combattimento e ha persino creato il suo stile personale chiamato Jeet Kune Do. Il ruolo che ha lanciato l’attore tra le grandi stelle del cinema è stato Kato, il co-protagonista della serie di successo Il calabrone verde, del 1966.

Bruce Lee, prematuramente scomparso a soli trentatré anni, si presume a causa di una reazione allergica al meprobamato presente nell’aspirina, ha avuto un impatto duraturo sulla storia del cinema e rappresenta una figura iconica per il suo figlio Brandon. La sua breve vita è stata caratterizzata dall’unione unica tra l’arte della recitazione e quella del combattimento, un esempio che secondo l’attore Nicolas Cage, sottolinea il dovere di un attore di essere preparato ad affrontare qualsiasi richiesta del ruolo, prevedendo una coesistenza tra attore e stuntman. In tal senso, Bruce Lee rappresenta forse il più grande esempio di questo tipo di comportamento.

Il Corvo, un film maledetto

Il Corvo, un film maledetto
Il Corvo, un film maledetto

La trama del film segue la storia di Eric Draven, un giovane ucciso insieme alla sua fidanzata durante la notte di Halloween, la quale sarebbe stata l’ultima prima del loro matrimonio. Dopo il tragico evento, un corvo si posa sulla tomba di Eric, il quale ritorna come essere immortale alla ricerca di vendetta contro coloro che gli hanno tolto la vita ed il futuro con la sua amata. Il Corvo rappresentava forse la prima vera opportunità per Brandon Lee di mostrare al mondo le sue capacità recitative. La produzione del film procedeva senza intoppi fino al tragico 31 marzo 1993.

A soli tre giorni dalla fine delle riprese, Brandon Lee si apprestava a girare alcune scene di flashback in cui il suo personaggio veniva colpito da un colpo di pistola. Nella scena, Eric Draven, dopo essere resuscitato, torna nell’appartamento dove è avvenuto l’omicidio e rivive quei drammatici momenti. Durante le riprese, l’attore Michael Massee, come da copione, puntò e sparò al giovane Brandon Lee. Dopo essere stato colpito, Lee crollò a terra e inizialmente nessuno si accorse che fosse ferito, poiché tutti pensavano che stesse recitando.

La prima persona a rendersi conto che qualcosa non andava fu la sua fidanzata. I due, proprio come i personaggi del film, si sarebbero dovuti sposare poco tempo dopo. Brandon Lee venne portato d’urgenza al New Hanover Regional Medical Center, dove morì dopo un’operazione di 12 ore.

Le indagini sulla morte di Brandon Lee

Brandon Lee nel film
Brandon Lee nel film

Dopo l’incidente mortale, si aprì un’indagine per omicidio colposo per individuare il responsabile. La madre di Brandon Lee, Linda, la sua sorella minore Shannon e la sua fidanzata Elizabeth denunciarono ignoti nella speranza di trovare il colpevole. Dopo lunghe analisi, emerse la verità sull’incidente. Il regista Alex Proyas aveva bisogno di girare un dettaglio in cui il caricatore della pistola era in primo piano. Per rendere più realistica la scena, la troupe caricò l’arma con dei proiettili veri, privati della polvere da sparo. Ciò avrebbe permesso di inquadrare un vero bossolo espulso dalla pistola senza dover però effettivamente sparare un colpo vero.

Nello svuotare i proiettili però, i tecnici ne dimenticarono uno. La scena venne girata senza problemi, ma nel premere il grilletto, l’ogiva del proiettile incriminato rimase incastrata nella canna, facendo inceppare l’arma. Per la scena in cui Brandon veniva colpito vennero usati dei proiettili a salve (privati di ogiva). Sfortunatamente l’energia sprigionata dal colpo dei proiettili a salve fu sufficiente per spingere fuori l’ogiva incastrata nella canna, che quindi colpì mortalmente il giovane Brandon Lee, che si trovò solo nel posto sbagliato al momento sbagliato.

La rivoluzione in termini di sicurezza

Tomba di Bruce Lee e di suo figlio
Tomba di Bruce Lee e di suo figlio

La morte di Brandon Lee ha sollevato dubbi sulla sicurezza sul set e ha innescato un’importante riflessione su un sistema che fino ad allora aveva trascurato l’incolumità dei lavoratori. Questo evento ha spinto la comunità cinematografica ad adottare misure volte a garantire la sicurezza di tutto il personale coinvolto nelle riprese.

In particolare, le modifiche maggiori si sono concentrate sull’uso delle armi da fuoco, con l’introduzione di regolamenti più severi per la loro gestione e il controllo regolare delle armi stesse. Tuttavia, l’incidente ha anche evidenziato la necessità di una formazione più adeguata e una supervisione più attenta per gli stuntmen e per coloro che si occupano di scene pericolose.

L’uso delle armi da fuoco nel 2023

Armi usate sui set dei film
Armi usate sui set dei film

L’industria cinematografica statunitense ha ora stabilito un insieme di regole obbligatorie per le riprese che coinvolgono armi da fuoco. La presenza dell’head armourer, ovvero del Capo Armaiolo, è diventata essenziale sul set per garantire la corretta supervisione e il rispetto delle procedure e dei codici di sicurezza previsti per legge durante l’uso delle armi. Inoltre, si è verificato un graduale declino nell’uso delle armi caricate a salve nei film americani. Questo probabilmente è dovuto all’aumento della consapevolezza sulla sicurezza sul set e alla crescente attenzione verso le misure di prevenzione degli incidenti.

Una delle evoluzioni più significative nel campo della sicurezza sul set è stata l’introduzione dei VFX (effetti visivi) nelle scene di sparatoria. Grazie alla computer grafica, è possibile aggiungere il muzzle flash, ovvero la fonte luminosa generata da un’arma che spara, durante la post produzione. Questo ha permesso di utilizzare armi ad aria compressa durante le riprese in tutta sicurezza, aggiungendo gli elementi necessari in seguito.

I film che stanno rivoluzionando il settore

L'uso delle armi in John Wick
L’uso delle armi in John Wick

I film che prevedono numerose scene con l’uso di armi da fuoco, come ad esempio John Wick, fanno un ampio utilizzo di questa tecnica. Ciò ha permesso di creare scene d’azione spettacolari, senza compromettere la sicurezza degli attori e del personale coinvolto nelle riprese.

In generale, l’industria cinematografica ha assunto un approccio più responsabile e attento alla sicurezza sul set, al fine di garantire la protezione e l’incolumità di tutti coloro che lavorano nelle riprese.

Pro e contro dell’uso dei VFX

L’utilizzo della computer grafica offre il vantaggio principale di garantire la sicurezza degli attori e del personale coinvolto sul set, poiché non è necessario utilizzare armi pericolose durante le riprese. La probabilità di incidenti usando questa tecnica è quasi nulla. Tuttavia, ci sono alcuni svantaggi associati all’utilizzo dei VFX, che possono essere suddivisi in due categorie: economiche e artistiche.

In primo luogo, l’uso della computer grafica comporta un aumento dei costi durante la fase di post-produzione, poiché è necessario dedicare più tempo e risorse per ottenere il risultato desiderato. Inoltre, sebbene la tecnologia sia ormai molto avanzata, ottenere un effetto realistico richiede tempo e competenze specifiche, il che può influire sulla spesa totale del film.

Un altro aspetto da considerare è che l’utilizzo di armi reali consente di avere immediatamente inquadrature definitive. Questo perché uno dei principali problemi dell’uso della computer grafica è la possibilità di creare immagini che sembrano finte, interrompendo l’immersione dello spettatore nella storia. Questo problema è principalmente causato dall’interazione della luce con l’ambiente, che può essere difficile da replicare con la grafica al computer. Anche se il team di VFX è molto competente, creare un’illuminazione credibile che interagisca con l’ambiente può risultare molto complicato, specialmente quando quella luce non esiste nella scena originale.

Questi sono i due principali motivi per cui l’uso di armi da fuoco sul set rimane ancora diffuso oggi.

Può piovere per sempre! Il caso Rust

Set del film Rust
Set del film Rust

Il 21 ottobre 2021, un evento tragico ha sconvolto il mondo del cinema quando durante le riprese del film Rust, l’attore Alec Baldwin che avrebbe dovuto usare un’arma caricata a salve per una scena, ha accidentalmente ucciso la direttrice della fotografia, Halyna Hutchins. Anche il direttore artistico Joel Souza è rimasto ferito. Questo incidente ha sollevato la questione della sicurezza e delle procedure utilizzate durante le riprese cinematografiche. Successivamente, le indagini hanno rivelato che l’arma utilizzata da Baldwin era stata fornita da Dave Halls, il responsabile delle armi, che è stato licenziato in seguito all’accaduto ed è attualmente sotto processo. Trovate qui un nostro articolo sull’evolversi delle indagini.

Si è scoperto che l’arma era stata caricata erroneamente con proiettili reali e Baldwin non ne era a conoscenza. Sulla vicenda è intervenuta la sorella di Brandon Lee, che ha affermato: “Parlare di incidente non è abbastanza rispettoso nei confronti delle persone coinvolte e del livello di negligenza e delle orribili conseguenze. C’è chi dice che non ci sia bisogno di cambiare i protocolli sull’uso sicuro delle armi perché se vengono seguiti alla lettera, non ci sono problemi. (Dice con ironia quanto segue) Dopotutto, ci sono stati solo pochi tragici incidenti nel corso di decenni, dunque è un sistema che funziona!”.

La filosofia di Brandon Lee

Brandon Lee con la sua compagna
Brandon Lee con la sua compagna

In diverse interviste nel corso degli anni, Brandon Lee ha espresso la sua visione della morte come un naturale flusso degli eventi. L’artista ha sottolineato la tendenza umana a percepire la realtà circostante come un’entità immutabile e senza fine. Siamo convinti ad esempio di poter vedere la luna piena ancora innumerevoli volte, quando magari invece non ricapiterà più. Al contrario, Lee considerava ogni istante come unico e irripetibile, invitando gli altri a vivere ogni momento con intensità e gratitudine.

Nel corso di un’intervista del 1991, Brandon Lee ha dichiarato che la sua morte non avrebbe dovuto essere inutile, ma avrebbe dovuto insegnare qualcosa agli altri. Almeno tutto questo avrebbe avuto uno scopo. Queste parole possono lasciare un senso di amarezza se si considera come la sicurezza sul set non sia ancora oggi una priorità. Infatti incidenti come quello che ha portato alla morte di Brandon possano ancora accadere.

L’incidente che ha causato la morte di Brandon Lee sul set rappresenta uno dei momenti più tragici e scioccanti della storia del cinema. La tragedia ha lasciando un’impronta indelebile sull’industria cinematografica. Ci auguriamo che in futuro non si ripetano eventi simili, poiché la sicurezza deve essere sempre la priorità assoluta.

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