È già da qualche anno che si parla di Social Rating in Cina: sostanzialmente a seconda della tua cronologia di navigazione, di cosa acquisti, di cosa comunichi, della regolarità dei tuoi pagamenti (mutui, affitti e bollette), delle condanne e delle multe, della condivisione di fake news, viene stilata una sorta di graduatoria per cercare di distinguere la popolazione in meritevoli e non. Inizialmente il progetto (ovvero i premi e le punizioni) era su base volontaria ed avrebbe coinvolto un numero variabile tra i 7 ed i 10 milioni di cinesi. Dal prossimo Maggio però, precisamente a partire dalla festa dei lavoratori, le cose dovrebbero cambiare in modo brusco, soprattutto per chi ha un basso social rating. Si parla del divieto di viaggiare con treni ed aerei per la durata di un anno. I provvedimenti andrebbero a colpire chi ha ricevuto segnalazioni riguardanti la mancanza del biglietto o chi è stato “beccato” a fumare nei bagni o simili. Simile sanzione dovrebbe essere applicata anche a chi ha commesso reati di frode o, addirittura, a chi si lamenta del ritardo dei mezzi sui social cinesi (tipo WeChat).
Al sistema di Social Rating vanno poi aggiunti i nuovi occhiali a riconoscimento facciale in dotazione alla polizia, in grado di fornire tutti i dettagli registrati sull’individuo, rating compreso. Come la face-recognition di Facebook capisce da sola quali tra i vostri amici sono presenti in una foto, il sistema di intelligenza artificiale di questi visori è in grado di confrontare in tempi rapidissimi i volti inquadrati dalla telecamera con quelli delle persone schedate negli archivi della polizia.
D’altro canto chi ha dei punteggi di social rating meritevoli avrà, secondo quanto affermato dal governo cinese, dei “premi”, ad esempio agevolazioni nella concessione di mutui e prestiti, nella ricerca di lavoro, in quella di alloggio e simili.
Ovviamente dopo aver appreso tutto ciò la mente, per noi appassionati, non può che andare alla prima puntata della terza stagione di Black Mirror, Caduta Libera. Speriamo che le cose vadano meglio ovviamente ma la repentina mobilitazione delle organizzazioni internazionali per i diritti umani e la recente riforma costituzionale che dona al presidente Xi Jinping un mandato a vita non fa ben sperare.
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