“Ho deciso di politicizzare il mio ritiro dall’industria cinematografica“. Così si legge in uno degli estratti della lettera che Adèle Haenel ha indirizzato a Télérama, riportata da Variety. Le violenze sessuali all’interno dell’industria cinematografica, e soprattutto la loro giustificazione, hanno spinto l’attrice, nota per il suo ruolo ne Ritratto della giovane in fiamme, a ritirarsi dalle scene nel 2020.
La vicenda di Adèle Haenel

Dopo i Cesar Awards del 2020, l’attrice francese non è più apparsa al cinema: in quella serata venne riconosciuto il premio al Miglior Regista per J’accuse a Roman Polanski, assente alla cerimonia. Come voce del movimento Me Too di Francia, Hanel si era espressa con disprezzo per quest’assegnazione, urlando “vergogna” ed abbandonando la sala. Sulla celebrazione di Polanski continua a pesare l’accusa di violenza sessuale, del 1977, nei confronti della minorenne Samantha Geimer, per cui non ha finito di scontare il carcere. Oggi il movimento Me Too vorrebbe che un uomo sul quale grava quest’accusa smetta di essere celebrato dall’industria cinematografica. In nome di questo Adèle Haenel si ritira e compie un “atto politico“.
La lettera a Télérama

Dopo 3 anni lontana dal cinema e in silenzio sulla vicenda, Adèlee Haenel torna a parlare del suo gesto e critica copiosamente l’industria cinematografica francese. L’occasione per riprendere ad esprimersi sulla questione è l’apertura dell’indagine su Gerard Depardieu, accusato di violenza sessuale da 13 donne, ma mai allontanato dai ruoli cinematografici. È proprio questo il focus della lettera di Haenel: non tanto la più che lecita indignazione nei confronti dei violentatori, quanto “il compiacimento generalizzato nei confronti degli aggressori sessuali” da parte dell’industria del cinema. Ne riportiamo un estratto:
“Nel frattempo si uniscono tutti per salvare la faccia di Depardieu, Pokanski e Boutonnat. Li innervosisce e li disturba che le vittime facciano troppo rumore; preferirebbero che continuassimo a scomparire e a morire in silenzio. Sono pronti a tutto per difendere i loro capi stupratori, quelli che sono così ricchi da credere di appartenere a una specie superiore, quelli che fanno sfoggio di questa superiorità oggettivando donne e subordinati“.
Adèle Haenel ha permesso la nascita del Me Too francese rendendo pubblica la sua personale vicenda di molestie, subite da parte del regista Christophe Ruggia a 12 anni. Non vuole più contribuire alla crescita di un’industria che legittima e giustifica ciò che non andrebbe mai giustificato, perciò si ritira. “Non ho altra arma che il mio corpo e la mia integrità“, spegnete i riflettori.