The Crown 6, recensione: serie vera per metà, su vite vere a metà

The Crown 6 si avvicina ai nostri giorni e, senza scavalcare il confine che renderebbe impossibile mantenere il rispetto e la verosimiglianza, si ferma al 2005. In questo modo contiene gli eventi di Lady D, il matrimonio di Carlo e Camilla, l’amore fra William e Kate. C’è però molto altro, dietro ai fatti, già nei primi 4 episodi su Netflix.
abeth Debicki (Lady Diana) in una scena della serie tv The Crown

The Crown 6 è fuori, e la serie sta giungendo al termine. Non perché la storia dei reali d’Inghilterra sia conclusa, ma perché d’ora in avanti sarebbe impossibile mantenere quella debita distanza cronologica che permette ad un prodotto di finzione di essere rispettoso e non invadente. È di questo parere, almeno, l’ideatore della serie, Peter Morgan, che ha realizzato tutto lo show dalla prima stagione del 2016.

Quest’ultima stagione, pertanto, riguarderà gli anni 1997-2005, arrivando fino alla storia d’amore di William e Kate. I primi quattro episodi sono ora disponibili su Netflix, mentre per gli ultimi – definitivi – restanti sei dobbiamo aspettare ancora il 14 Dicembre.

La normalità di Diana

L’inizio del primo episodio di The Crown 6 ci fa pensare di aver sbagliato serie. Abituati, dalle stagioni precedenti, al lusso dei palazzi, alle formalità e alla tensione dei comportamenti e delle scene – specchio di un contesto tirato e rigido come quello di un monarchia. Insomma, abituati a quello stile pomposo e forzato, l’inizio dell’episodio è invece disteso, normale, contemporaneo e da comuni mortali. Un flashback poi ci ricatapulterà nel mondo regale, ma un elemento di normalità resta – o almeno cerca di restare.

Si tratta di Diana, la “persona non grata” che dà il titolo all’episodio, spiegando già tantissimo di questa nuova stagione. Lady D, interpretata in modo impeccabile dall’attrice Elizabeth Debicki, è una persona. Non una principessa, né una quasi regina, non la madre dei principi. È una donna, una mamma e una persona normale: almeno questo cerca di essere con tutta se stessa, conquistando l’affetto della gente (nella storia) e del pubblico (nella serie).

Già Larraín con Spencer, qui lo recensiamo, aveva lasciato ampio spazio alla normalità drammatica di Lady Diana rispetto alla monarchia d’Inghilterra. The Crown 6 la mette ancora più in chiaro perché è profondamente inserita nelle dinamiche del regno ma emerge nella sua autentica diversità.

Le foto della famiglia reale

Fflyn Edwards (Principe Harry), Elizabeth Debicki (Lady Diana) e Rufus Kampa (Principe William) in una scena della serie tv The Crown

Per spiegare la monarchia inglese e approfondire gli anni interessati dal clamore su Lady Diana, The Crown 6 si incentra sull’aspetto mediatico di tutte le vicende. La guerra Carlo VS Diana avviene sul territorio dei giornali, delle notizie: “oscura mediaticamente Camilla“, questo è il problema che ha il principe del Galles rispetto alla sua ex moglie. Le armi di questa guerra? “Devono uscire più articoli positivi su Camilla“, parola di Carlo d’Inghilterra. Emerge così il livello di manipolazione dell’opinione pubblica e The Crown mostra il campo (patetico) su cui avvengono le dinamiche del palazzo della monarchia inglese.

Un buon paparazzo, un inglese appassionato di “foto della famiglia reale“, un fotografo affidabile. Questi sono i protagonisti di The Crown 6, più della famiglia reale. E allora più che le dinamiche di palazzo e le verità nascoste, la nuova stagione della serie ci mostra i meccanismi che riguardano la narrazione di quelle vite. Ecco perché non ci importa quanto vera The Crown sia, né quanto puntuali siano i fatti riportati: essa dimostra che purché siano verosimili e col giusto acchito mediatico, tutti i fatti sulla famiglia reale d’Inghilterra sarebbero credibili.

The Crown 6, allora, è una delle varianti fra le mille a cui saremmo disposti a credere per intrattenerci. Se non conoscessimo la storia vera dei reali d’Inghilterra, ciò che emergerebbe dalla serie sarebbe comunque lo stampino con cui le loro vite funzionano. Qualsiasi forma prendano le concrete vicende storiche, The Crown ci dice “funziona così“. Che poi, quella che noi chiamiamo “storia vera” dei reali, cos’ha di vero? Sono vite vere a metà, come – per questo in modo giustissimo e notevole – vera a metà è The Crown.

Chi è la regina di The Crown 6?

Elizabeth Debicki (Lady Diana) in una scena della serie tv The Crown

Chi è la regina? Imelda Staunton rispondereste, che interpreta Elisabetta II. E invece no, se The Crown non è una serie sulla storia ma una fotografia del funzionamento dell’impatto mediatico di quelle vicende storiche sull’opinione pubblica, allora la regina è Diana. Le scene in cui è protagonista sembrano più di una qualche altra serie Netflix sul potere, sul lusso e sulle dinamiche equivoche – del tipo The Politician o Hollywood.

Diana è il personaggio che esattamente concentra in sé causa ed effetto dell’interesse per i reali d’Inghilterra. Via in Bosnia – in un viaggio che ricorda quello dei giovani Elisabetta e Filippo nel Commonwealth in una delle stagioni precedenti – e assiste alla fascinazione della gente. La principessa Diana viene osannata e quel fascino è la benzina a tutto il resto che sviscera la serie. Se l’impatto mediatico è un fuoco, il fascino per i reali è benzina che gli permette di ardere. Vanno l’uno a braccetto con l’altro e sono reciprocamente causa-effetto.

The Crown: un’immagine che è uno specchio

Infine, ancora Diana è il riassunto della più grande verità di The Crown 6, che dimostra il funzionamento reale del nostro interessamento alla famiglia reale – ma che è anche, a sua volta, la ragione del successo di una serie sulla monarchia inglese. L’adrenalina e la dipendenza dal dramma. Questo incarna Diana, e le viene detto in uno dei primi episodi, anche nel suo tentativo di disintossicarsi con la normalità. Ma questo viviamo anche tutti noi esseri umani. La famiglia reale, allora, è un nostro surrogato per esprimere e sfogare il perverso bisogno di drammaticità, pataticità, esagerazione. E The Crown è la strada più breve, comoda e vicina per farci fare esperienza di quel voyeurismo liberatorio – che non ha nulla a che vedere con la storia, ma ha bisogno del suo funzionamento.

The Crown 6 non arriva ai giorni nostri, anche se ammicca ogni tanto alla storia più contemporanea, strizzandole gli occhi e chiedendo (forse) a noi spettatori di cogliere le anticipazioni che già conosciamo. Dire “temo ci mancherà molto quando se ne andrà” riferito alla Regina Elisabetta questa volta non è uno spoiler.

È la storia che si fa ancora più storia. E la finzione rielaboratrice della narrazione non è soltanto il mezzo per raccontare quei fatti, ma anche lo strumento più esaustivamente parlante di come quei fatti – anche quando pretendono di essere veri – in realtà arrivano alle nostre orecchie.

The Crown 6 vi aspetta su Netflix, per questo e tanto altro. Dopo la recensione, qui trovate tutte le informazioni per prepararvi alla visione.

Facebook
Twitter