Alec Guinness è stato uno degli attori britannici più talentuosi del XX secolo. Diede inizio alla sua incredibile carriera artistica all’età di 20 anni calpestando i palcoscenici teatrali della Londra degli anni ’30. Divenuto in breve uno dei più completi interpreti delle opere di Shakespeare, sarebbe nell’immediato futuro divenuto anche icona nel mondo cinematografico. Nonostante la brillante carriera, viene ricordato indissolubilmente come Obi-Wan Kenobi, maestro Jedi del primo film su Star Wars.
La pellicola diretta da George Lucas e che diede inizio ad una delle saghe cinematografiche più amate di sempre, non era vista di buon occhio da Alec, così come il suo ruolo. L’attore ammise che, stufo delle orribili battute banali del suo personaggio, suggerì al regista di farlo morire. Convincendo Lucas che così facendo Obi-Wan sarebbe risultato più interessante, si evitò sequel di un film che definì una “favola spazzatura”. Venuto a mancare nel 2000, oggi avrebbe compiuto gli anni, ed abbiamo quindi deciso di ricordarlo con altri 5 film che lo hanno reso un grande della storia del cinema.
Sangue blu

All’inizio della sua carriera, e non solo, Guinness era solito partecipare a commedie il cui tema fosse la satira sociale, tema ricorrente nel post Seconda Guerra Mondiale. Commedia nera per eccellenza, Sangue Blu del 1949 si iscrive di diritto all’albo dei più celebri film e ruoli dell’attore. Dettaglio più rilevante è che in questa pellicola non lo troviamo ad interpretare un solo personaggio, bensì otto.
Quello principale è figlio di un’aristocratica rinnegata. Dopo la morte della madre la sua vendetta sarà quella di diventare duca uccidendo gli otto parenti che lo ostacolano dal titolo ereditiero. Una satira potente verso il sangue blu della borghesia che Alec Guinness confeziona con un’incredibile performance. Il film risulta così più incisivo di molti altri film “politici”, sia di ieri che di oggi.
L’incredibile avventura di Mr. Holland

Passano solo due anni per un’altra commedia traboccante di umorismo british. L’incredibile avventura di Mr. Holland è il racconto di un pavido impiegato di banca addetto alla sorveglianza dei lingotti d’oro. Un giorno decide di voler trafugare il carico settimanale con l’aiuto di un amico e di due ladruncoli. Un film in cui non manca la giusta dose d’azione e di suspance, e da ricordare anche per la presenza di Audrey Hepburn, qui in un ruolo minore prima di decollare con Vacanze Romane.
Il bianco e nero della pellicola non nega a chi guarda di percepire tutte le colorazioni del personaggio di Guinness. Un’esistenza pacata e monotona che sfuma pian piano verso l’adrenalinico desiderio della bella vita. Un’interpretazione che regge da sola il film, tutto il cast, e gli spettatori allo schermo. Non a caso valse all’attore la prima candidatura agli Oscar come Miglior attore protagonista ed il Nastro d’Argento al Migliore attore straniero.
Il ponte sul fiume Kwai, un Alec Guinness da Oscar

Uno dei film bellici che più si pone come obiettivo di mostrare l’assurdità della guerra. Alec Guinness è il colonnello inglese Nicholson, prigioniero dei giapponesi insieme al suo plotone durante la seconda guerra mondiale. Accampati sulle sponde del fiume Kwai, lui ed i suoi soldati tenteranno di costruire un ponte, costretti dai nemici per agevolare i loro trasporti. Dopo un iniziale rifiuto il colonnello avrà come solo obiettivo il mettere in piedi un ponte imponente quanto il suo ego.
Il ponte sul fiume Kwai è uno spaccato di giungla birmana come risulta uno spaccato di vita dei guerriglieri coinvolti. L’assurda competizione tra Nicholson ed il colonnello nipponico Saito racchiude tutta l’insensatezza delle guerre, dove il cieco fanatismo patriottico vince sul guardare ai veri valori umani. Un Guinness monumentale e perfetto, così come il ponte che decide di erigere. Una prova attoriale con cui otterrà Oscar, Golden Globe e BAFTA come Miglior attore protagonista, i primi ed unici della sua carriera.
La bocca della verità

Gli artisti si sa, sono dei tipi un po’ sopra le righe. Il protagonista di questo film, interpretato da Guinness, è un pittore bizzarro quanto sgarbato e a tratti insopportabile, che non delude affatto le attese. Gulley Jimson, questo il suo nome, dedicando la sua vita alla passione per l’arte decide di lasciare tutto, tra amici, lavoro e famiglia. Diventa un vero e proprio bohémien, rifugiandosi di tanto in tanto nelle case di alcuni protettori. Il pittore però approfitta dell’ospitalità per affrescare le pareti e dare adito al suo estro creativo.
Il talento del personaggio è direttamente proporzionale a quello dell’attore. Guinness riesce ad incarnare perfettamente le vesti dell’artista che nonostante la fama resta ancorato alle sue radici, donandoci uno dei suoi ruoli migliori. Ruolo che gli permetterà di ottenere la Coppa Volpi al miglior attore alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia affiancando Sophia Loren. Curando anche la sceneggiatura del film, con soggetto di Joyce Cary, riceverà anche una nomination agli Oscar per la Migliore sceneggiatura non originale.
Lawrence d’Arabia, l’Emiro di Alec Guinness

Il regista britannico David Lean dirige per la terza volta Alec Guinness dopo Le avventure di Oliver Twist e Il ponte sul fiume Kwai, in quello che per molti è il miglior film storico-epico del cinema. Lo scenario qui è quello della prima guerra mondiale, anche se la pellicola è così intrisa d’avventura e di eventi da mettere in sottofondo il periodo bellico. Protagonista del film è il tenente inglese Thomas Edward Lawrence, conosciuto come Lawrence d’Arabia, che guidò nella realtà la rivolta araba contro l’impero ottomano.
Un grandioso Peter O’Toole a cui si affianca la figura di Alec Guinness nei panni dell’Emiro Faysal, capo di un’armata araba. Un film kolossal sul tentativo di creare una solida nazione per il popolo mediorientale in cui la vastità del deserto ed il nulla che lo circonda fanno da padrona. Una fotografia immortale che insieme ad un cast di prim’ordine sviluppa un’opera che fa parte della storia del cinema, e di cui anche Guinness ne è artefice.
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