Smetto quando voglio

Roma, 2014, Pietro Zinni un ricercatore neurobiologo presso l’Università la Sapienza è in difficoltà economiche e si vede tagliare i fondi per le sue ricerche dalla stessa università per cui lavora. Pietro Zinni non avendo più i fondi necessari per portare avanti le sue ricerche viene licenziato.

Il neurobiologo non ha il coraggio di dire alla moglie che è rimasto senza lavoro e dopo aver passato una notte in discoteca con un suo allievo, ha una brillante idea per salvarsi dalla banca rotta: guadagnare con la creazione di una nuova sostanza stupefacente. Pietro Zinni vuole utilizzare una molecola che non è stata catalogata come droga dal Ministero della salute. Per mettere in piedi il suo piano si rivolge a degli ex ricercatori universitari, i quali a causa dei tagli al personale sono stati costretti a prendere altre strade lavorative lontane dalle loro reali qualifiche.

La banda composta da un archeologo, due latinisti, un chimico, un economista e un antropologo riesce a produrre una droga molto efficace e a venderla nelle discoteche. I soldi non tardando ad arrivare e i componenti del gruppo cominciano a cadere preda del lusso della ricchezza. Purtroppo, così come i soldi, anche i guai non tardano ad arrivare. La nuova droga cattura l’attenzione non solo della polizia ma anche quella del più grande boss di Roma “Murena” che non vuole vedersi togliere il predominio della città. La banda deve dunque cercare un modo per farla franca così da poter continuare a guadagnare.