Con l’arrivo del sesto episodio su Disney Plus, si chiude ufficialmente la prima stagione di Secret Invasion. L’ultima serie TV Marvel, uscita sicuramente in un momento in cui l’attenzione mediatica intorno al MCU sta andando incontro a un lento declino, non è riuscita a soddisfare quelle aspettative che la vedevano come fulcro per un’auspicata rinascita, nonostante a livello qualitativo sia senza senza dubbio uno dei prodotti più centrati degli ultimi anni.
Dopo cinque episodi dall’andamento decisamente altalenante, e una sensazione generale di incompiutezza, anche il finale di stagione, nonostante un approccio più adrenalinico, conferma quelle perplessità che Secret Invasion si porta dietro da ormai qualche episodio.
H2: Secret Invasion: una guerra da evitare

Secret Invasion ci ha mostrato come, nel corso degli anni, la portata della minaccia Skrull abbia assunto dimensioni ragguardevoli. Se fino a poco tempo fa potevamo considerarli come alleati di Nick Fury, e per una certa fazione è ancora così, l’influenza di Gravik sul popolo ha fatto sì che il rischio di una guerra diventasse imminente. Le promesse non mantenute di Fury, il desiderio di avere finalmente una nuova casa e non doversi nascondere dietro una pelle umana, hanno condotto Gravik verso la follia, tanto che l’unico modo per evitare la Terza Guerra Mondiale sembra quello di eliminarlo definitivamente.
Fury, mentore di Gravik fin da quando ancora bambino era arrivato sulla Terra, consapevole di essere la causa della follia anarchica del leader Skrull, è costretto ad abbandonare la stazione spaziale SABER, dilaniato dai sensi di colpa, per rimediare ai propri errori. Finalmente nell’episodio finale i nodi vengono al pettine, ma non tutto, evidentemente, è come sembra. Preparatevi, perchè tutto ciò che abbiamo visto potrebbe influenzare largamente il futuro del MCU.
Cambia il registro, rimangono le perplessità

Come avevamo previsto nella recensione dell’episodio precedente, in questa puntata finale Secret Invasion cambia leggermente registro. D’altronde quella scena finale faceva intendere, neanche troppo velatamente, che Nick Fury sarebbe tornato finalmente in azione. Gli intrighi politici rimangono saldamente al centro della narrazione, ma è proprio l’azione a conquistarsi maggior spazio nell’economia generale dell’episodio.
Se fin dal primo trailer sembrava evidente quale fosse la direzione intrapresa dalla Marvel per questo nuovo progetto, ovvero cavalcare quel filone spy-action di pellicole come Captain America: Winter Soldier e Captain America: Civil War, è altrettanto vero che Secret Invasion non aveva ancora mai mostrato niente di lontanamente paragonabile alle sequenze action dei due film diretti dai Fratelli Russo. È questa, senza dubbio, una delle maggiori perplessità che, episodio dopo episodio, hanno accompagnato fino ad ora la visione della serie, e purtroppo nemmeno il finale di stagione riesce a invertire questa tendenza.
Nonostante qualche colpo di scena orchestrato discretamente, quello scontro tra Fury e Gravik, che doveva essere il climax di Secret Invasion, quello su cui il quinto episodio era stato costruito, non avviene nemmeno, o meglio, avviene soltanto apparentemente. Ed è proprio in quel frangente che la Marvel dimostra, per l’ennesima volta, una discutibile gestione dei tempi narrativi.
Secret Invasion: aspettative disilluse

Ormai, purtroppo, siamo abituati a quella sensazione di amaro in bocca una volta concluso un qualsiasi prodotto televisivo di casa Marvel. Insomma, non è certo una novità, nessuna delle serie TV uscite fino ad ora è riuscita a convincere pienamente. E allora perché Secret Invasion sarebbe dovuta essere un’eccezione? Perché ci aspettavamo finalmente un prodotto che sapesse stupirci? Forse l’errore è stato nostro. Forse vi abbiamo riposto troppe aspettative, nel desiderio che la Marvel potesse tornare ai fasti di un tempo. La verità è che, per l’ennesima volta, a un inizio alquanto promettente corrisponde purtroppo una conclusione dimenticabile e approssimativa.
Nella recensione precedente avevamo sottolineato come il finale di stagione potesse essere fondamentale nella valutazione generale di Secret Invasion, e potesse oltretutto rappresentare il primo tassello per una resurrezione della Marvel. Purtroppo così non è stato, ma come era già successo con WandaVision, Loki e Moon Knight, il finale di stagione è riuscito a compromettere ciò che di buono era stato fatto fino a quel momento.
Un finale inconcludente

Se nei primi episodi Secret Invasion sembrava potersi affermare come uno dei prodotti più interessanti del MCU, capace di prendersi i propri tempi e trovare anche il coraggio di osare in determinate occasioni, puntata dopo puntata ha iniziato invece a mostrare le prime criticità. La narrazione è diventata sempre più discontinua, così come i singoli episodi si sono rivelati decisamente inconcludenti, fino ad arrivare a un finale di stagione incredibilmente anticlimatico, reo di liquidare in pochi minuti questioni centrali fin dal primo episodio, ma soprattutto di essere altrettanto incompiuto.
È alquanto demoralizzante essere qui, per l’ennesima volta, a parlare di difetti che ormai sono sotto gli occhi di tutti, le cui conseguenze, altrettanto evidenti, stanno portando a un lento e inesorabile declino di quello che fino a qualche anno fa era l’universo cinematografico più seguito e apprezzato della storia del cinema, molto probabilmente. Il rischio adesso è molto alto. La luce in fondo al tunnel non sembra esserci, e Kevin Feige piuttosto è ormai di fronte a un vicolo cieco. Non si può vivere di rendita. Qualcosa deve cambiare, necessariamente.