Un giorno di ordinaria follia

William, detto Bill, Foster è un uomo distrutto. La moglie Elisabeth lo ha lasciato da poco, preoccupata che i suoi atteggiamenti violenti possano riversarsi su lei e la figlia. Bill infatti, dopo aver partecipato alla guerra in Vietnam, ha iniziato a soffrire di un disturbo di personalità borderline che lo porta a raptus di rabbia e aggressività. Inoltre ha perso il lavoro e vive con la madre.

Una mattina, rimasto bloccato in un ingorgo, decide di lasciare la macchina e cercare a piedi una cabina telefonica. È il compleanno di sua figlia e vorrebbe convincere l’ex moglie a permettergli di vederla. Per poter scambiare alcune banconote si reca in un minimarket, dove, dopo aver litigato col negoziante, distrugge il negozio con una mazza da baseball. Con questa aggredisce poi due teppisti ispanici. Riesce a raggiungere la cabina e chiama Elisabeth, che si dichiara contraria a questa visita.

I gangster che Bill aveva aggredito poco prima vogliono adesso vendetta, provocando una sparatoria, da cui l’uomo esce illeso; al contrario loro restano uccisi in un incidente stradale e Bill si appropria della loro borsa piena d’armi. Andando verso casa della ex moglie, si ferma a mangiare a un fast food e qui, vedendosi rifiutata la colazione, minaccia con una mitraglietta gli inservienti.

Nel frattempo il sergente della LAPD Martin Prendergast, anche lui inizialmente bloccato nel traffico, è sulle sue tracce. Il sergente era rimasto insospettito dall’auto di Foster, abbandondata per strada, con la targa personalizzata “D-Fens”.