Il momento di uccidere

Nell’anima più razzista dell’americanissimo Mississippi, due vigliacchi razzisti Billy Ray Cobb e James Louis Willard rapiscono Tonia, una bambina afroamericana di dieci anni, con lo scopo di violentarla e ucciderla. Compiuta la violenza, i due gettano la giovane da un cavalcavia, credendola morta. Ma la bambina, sopravvissuta, torna a casa, denuncia l’accaduto e fa arrestare i due.

Una volta arrestati, i due violentatori vengono sottoposti a svariati interrogatori in vista del processo. Durante la serie di interrogatori, trapela la notizia che con ogni probabilità i due criminali avranno una pena detentiva piuttosto breve. La voce giunge anche al padre di Tonia, Carl, un operaio, attraverso l’amico Jake Brigance, un avvocato.

Scoperta la possibilità che i due violentatori della figlia non abbiano una pena prolungata (o la pena di morte), Carl decide di fare da sé: li aspetta prima dell’udienza e li uccide a fucilate. Nell’atto, ferisce anche un sottoposto dello sceriffo locale. A questo punto, anche lo stesso Carl viene incriminato per omicidio e inizia un processo ai suoi danni.

Il processo ben presto prende una piega fortemente politica. L’attenzione dell’opinione pubblica si concentra così su Jake, sulla sua assistente Ellen e su Carl, che devono nel frattempo fronteggiare l’ostilità della corte e sulle violenze del Ku Klux Klan, risvegliato dall’evento e intenzionato a vendicare gli omicidi compiuti da Carl ai danni dei due bianchi.