Rush Hour – Missione Parigi

Tre anni dopo gli eventi del secondo film, l’ambasciatore cinese Solon Han, con l’ispettore capo della polizia di Hong Kong Lee come sua guardia del corpo, sono in lotta con la Triade, in cerca del dominio territoriale. L’ambasciatore, vittima di un attentato, viene salvato all’ultimo momento e poi ricoverato. Dopo che Carter raggiunge il compagno, insieme a Lee, i due giurano di trovare il responsabile.

Lee e Carter riescono ad intercettare e interrogare dei sicari cinesi mandati a finire il lavoro con l’ambasciatore, i quali gli rivelano nuove informazioni che li porteranno a Parigi. Continuando lì le loro ricerche, stanno per avere una nuova soffiata su una situazione molto critica che coinvolge Francia e Cina, ma la coppia viene catturata proprio dalla Triade. Il gruppo malavitoso li minaccia: lasciare Parigi o morire. Lee si ribella e, insieme a Carter, riesce a fuggire.

Lee decide di continuare la missione da solo, mentre Carter decide di seguire uno dei loro contatti co cui hanno avuto a che fare, fin troppo sospetto. Grazie a questa persona il destino dei due si riunisce, permettendo a Carter e Lee di capire che la Triade, per tutto il tempo, aveva avuto degli infiltrati nel sistema.

Dopo essere sfuggiti ai restanti membri della Triade, che intanto erano venuti venuti a conoscenza che i due agenti li hanno scoperti e hanno cercato di eliminarli definitivamente, Carter e Lee si scontrano con la talpa, che minaccia di uccidere la loro informatrice e di incastrarli. Tuttavia il criminale rimane ucciso e, dopo il dovuto riconoscimento per l’eroiche gesta, Lee e Carter si godono la danza della vittoria.