Ricordate il personaggio conosciuto con il nome Winnie the Pooh, il simpatico e dolce orsacchiotto giallo, tanto goloso di miele, che viveva nel Bosco dei 100 acri? Bene, quello che vedrete nel film Winnie the Pooh: Sangue e miele non è simpatico allo stesso modo. E nemmeno i suoi amici, Pimpi per dirne uno, lo sono come ricordavamo. No, perché il titolo in questione è un film horror/slasher scritto, diretto e prodotto da Rhys Frake-Waterfield, che ha chiaramente attinto ai racconti del romanzo Winnie Puh di A. A. Milne ed E. H. Shepard, per tentare di creare questi personaggi “spaventosi”.
Winnie the Pooh: Sangue e miele, la trama

Se ricordate Winnie the Pooh e i suoi compagni, di certo non potete dimenticare Christopher Robin, il ragazzino amico degli strambi abitanti del bosco. La trama del film parte proprio da lì, da quando Christopher, dopo tanti anni, abbandona i suoi amici per andare al college, lasciando a questi ultimi solo l’odio verso gli umani. Anni dopo, insieme alla sua compagna, il ragazzo decide di tornare nel Bosco dei 100 acri per ritrovare i suoi amici, ma quel bosco non è più lo stesso che ricordava. È abbandonato a sé stesso. Un posto inquietante e desolato. Come i suoi abitanti.
Non bisogna aspettare molto tempo perché lui venga “sequestrato” da due versioni grottesche di Winnie the Pooh e Pimpi e che la ragazza venga uccisa. Poco tempo dopo, nello stesso bosco, sei studentesse universitarie decidono di affittare una casa per concedersi una vacanza, che dovrebbe servire soprattutto a Maria, la quale era stata recentemente traumatizzata da un’esperienza di stalking. Ma anche in questo caso, queste giovani amiche non hanno nemmeno il tempo di arrivare, che vengono immediatamente attaccate dalle due creature antropomorfe, che iniziano a fare una strage, accecati dal profondo odio verso qualsiasi umano che giunga nella loro terra.
Un film con poco senso

Winnie the Pooh: Sangue e miele non è un prodotto particolarmente sensato, dobbiamo essere onesti. Probabilmente, l’elemento creativo – e dovete fidarvi se diciamo che questa parola affiancata al film in questione sia fuori luogo – è unicamente attribuibile al voler creare un contrasto tra elementi orrorifici e personaggi per bambini, da cui questi hanno origine. Non si esclude che, in futuro, possano essere realizzati altri horror che sfruttino il medesimo immaginario, e magari che questi stessi horror possano essere lontanamente decenti, concependo dei pretesti narrativi che giustifichino al meglio un’ipotetica carneficina, rispetto a quanto sia riuscito a fare quello in questione.
Non si tratta tanto del fatto che siano stati ripresi quei personaggi. Questa è un’operazione che, ormai, viene fatta continuamente. Siamo nell’era dei remake e degli spin off live action di vecchi – ma mai in senso dispregiativo! – film di animazione. Non è neanche tanto che siano stati utilizzati in chiave horror. Il problema sta nella modalità in cui è stato fatto, che non rende giustizia né al racconto originale, né a ste stesso.
Tutto molto terrificante!

Dobbiamo dirlo, Winnie the Pooh: Sangue e miele ha degli enormi problemi: se volete un buon slasher arrivato di recente su Prime Video, recuperate Totally Killer piuttosto. Perché questo è sì terrificante e non nel senso sperato. Potremmo nasconderci dietro il budget limitato di centomila dollari, ma non è solo quello il problema. La pensata dell’idea e la sceneggiatura, infatti, non hanno bisogno di budget, ma presentano, comunque sia, delle gravi criticità. Abbiamo già parlato del pretesto, per cui due esseri antropomorfi come Winnie the Pooh e Pimpi avrebbero iniziato a massacrare gli umani. L’abbandono da parte di Christopher Robin non può essere sufficiente. Così come non lo sono nemmeno queste parventi maschere, che sono ai limiti dell’imbarazzante.
Sarebbe stato meglio, magari, immaginarsi due psicopatici mascherati dai due personaggi. Eppure, di immaginazione, il regista sembra averne eccome, tanto che, secondo la sua visione, Winnie the Pooh ha persino preso la patente, probabilmente con i punti del miele al supermercato. E poi, non ce ne vogliate, ma la scena in cui questo si commuove? E che fine hanno fatto, invece, Tappo e Uffa? Anche loro sono stati divorati dalle altre due creature, come avevano fatto con il povero Ih-Oh? Immagino che non lo sapremo mai. Potremmo anche parlare delle scene di violenza fuori campo, ma non scomodiamo la regia.
È vero che Winnie the Pooh: Sangue e miele non aveva grandi pretese e ora che un sequel è stato già annunciato, il regista avrà probabilmente maggiore budget da mettere in tavola. Quindi, che dire? Gli auguriamo il meglio. Ai più “coraggiosi”, diciamo che il film, dall’altro ieri, è disponibile su Prime Video, oltre a tutte le altre uscite di ottobre sulla piattaforma.