Il documentario “Whitney: Can I Be Me”, è stato realizzato per raccontare la vita della cantante e attrice Whitney Houston, icona soul il cui singolo “I Will Always Love You” (ovviamente il titolo va letto canticchiando) è il più longevo di sempre.
I produttori di “Whitney: Can I Be Me” sono Showtime e BBC e recentemente si sono trovati invischiati in una causa. Proprio il marito di Whitney, Bonny Brown, cantante e attore a sua volta, ha accusato i due produttori di aver introdotto nel documentario 30 minuti di materiale che ritrae lui e la figlia Bobbi Kristina, senza avere il permesso necessario per la diffusione e la proiezione.
Secondo il documento di denuncia, il materiale risale a circa quindi anni prima e i contenuti sono inerenti al divorzio avvenuto nel 2007 e la morte della cantante, avvenuta nel 2012.
Un estratto dei documenti afferma:
“Il documentario contiene dei filmati che Brown e la sua defunta figlia Bobbi Kristina Brown non avevano mai deciso di diffondere. Brown e sua figlia appaiono nel film per un periodo di tempo significativo che supera i trenta minuti… Brown non ha mai firmato l’approvazione per l’utilizzo o stretto un accordo che preveda la messa in onda del materiale che appare nel film“.
Bobby chiede un risarcimento per danni morali che ammonta a due milioni di dollari, inoltre ha commentato la vicenda portando a galla un tema molto attuale:
“Ogni persona dovrebbe avere il diritto di controllare come la loro identità o aspetto o personalità, o voce, nome o immagine è commercializzato dagli altri.”
“Whitney: Can I Be Me” si concentra sulla sua morte per analizzare la storia della cantante e le sue relazioni affettive. il film contiene infatti molte testimonianze di amici, parenti e collaboratori.
Presentato in anteprima nel 2017 al Tribeca Film Festival e poi mandato in onda sui canali televisivi di Showtime e BBC. In Italia è stato distribuito come evento speciale da Eagle Pictures.
il trailer del documentario:
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