76 anni fa nasceva Orenthal James Simpson, meglio conosciuto come OJ Simpson, uno dei giocatori di football americano più famosi della storia. L’atleta ha militato in diverse squadre di alto livello della NFL (National Football League) ed è considerato il running back più forte che abbia mai giocato nella lega.
La fama di Simpson è però legata soprattutto a uno dei casi più controversi e famosi d’America, in cui il giocatore è stato accusato di duplice omicidio.
Il caso OJ Simpson

La notte del 13 giugno 1994 vennero ritrovati i cadaveri di Nicole Brown, ex moglie di Simpson, e del cameriere venticinquenne Ronald Goldman, uccisi a pugnalate. I sospetti caddero subito su Simpson, dal momento che era già stato denunciato dalla moglie per violenza domestica. Successivamente vennero trovate anche delle tracce di DNA dell’atleta sulla scena del crimine e si decise di procedere con l’arresto. Simpson era però già scappato; iniziò così un lungo inseguimento stradale, trasmesso anche in diretta TV, che si concluse con l’arresto della celebrità.
Il processo
Dopo l’arresto iniziò un lungo e controverso processo che, per la fama dell’imputato e le circostanze in cui avvennero i fatti, diventò uno dei casi più seguiti in America, acquistando anche rilevanza internazionale. Simpson ingaggiò alcuni tra gli avvocati più famosi d’America, tra cui Robert Shapiro e Robert Kardashian (padre di Kim), soprannominati dream team. L’accusa era composta invece da avvocati inesperti e giovani, che commisero parecchi errori, uno dei quali si rivelò fondamentale per far scagionare Simpson.
Vennero fatti provare dei guanti ritrovati sulla scena del crimine all’imputato per vedere se la misura corrispondesse a quella delle sue mani. I guanti, che probabilmente si erano ristretti a causa del sangue e dell’umidità, risultavano troppo piccoli per l’uomo, e questa fu una delle prove più importanti che portò alla fine di quello che venne definito come processo del secolo. Le prove non erano abbastanza decisive per condannare Simpson, che venne dichiarato non colpevole dopo 253 giorni di processo.
Un anno dopo, le famiglie delle vittime intentarono un processo civile contro OJ Simpson. Si riaprì così il caso, e dopo sei mesi di processo, in cui vennero ascoltate di nuovo le dichiarazioni dell’imputato e dei testimoni, l’atleta venne giudicato colpevole e condannato al risarcimento di 67 milioni di dollari.
Il caso OJ Simpson è ancora uno dei più controversi degli Stati Uniti, considerata una pagina oscura nella giurisdizione americana. Proprio per questo e per lo stato di celebrità internazionale di Simpson, dalla vicenda vennero tratti diversi film e serie TV.
I film e le serie sul caso OJ Simpson

Sono diversi i prodotti che hanno preso spunto dal caso OJ. Uno dei più famosi è American Crime Story, serie TV antologica gemella di American Horror Story. La serie è costituita da tre stagioni, ognuna della quali narra di un caso di cronaca particolarmente famoso nella storia americana: il caso OJ Simpson, l’assassinio di Gianni Versace e lo scandalo Clinton – Lewinski. Nella prima stagione vediamo un ottimo Cuba Gooding Jr. nei panni di OJ Simpson e un magistrale John Travolta in quelli di Robert Shapiro.
L’aspetto più interessante della stagione dedicata a Simpson è che non si limita a riportare i fatti del processo, ormai conosciuti da tutti, ma si focalizza soprattutto sul clima razziale che c’era in quegli anni – soprattutto tra poliziotti bianchi e afroamericani – e quanto questo abbia influito sulla vicenda. Un punto di vista relativamente inedito, che rende la serie uno dei prodotti più interessanti sul caso.
Nel film The O. J. Simpson Story, diretto da Jerrold Freedman con protagonisti Bobby Hosea e Jessica Tuck, viene invece raccontata la vicenda in modo più informativo, concentrandosi soprattutto sul rapporto tra Simpson e la moglie, che viene ripercorso tramite l’uso di flashback. Infine, il documentario O. J.: Made in America, diretto da Ezra Edelman e vincitore del premio Oscar nel 2017, ripercorre in modo molto completo la vicenda, partendo dalla storia di O. J., fino ad arrivare alla sua popolarità e all’assassinio, senza mai tralasciare gli aspetti socio-culturali che hanno influenzato il caso.
La diffusione del true crime

La vicenda di OJ Simpson è solo uno dei tanti casi di cronaca nera da cui sono stati tratti film e serie TV. Negli ultimi anni infatti il genere true crime è diventato estremamente popolare, basti pensare alla serie Netflix su Jeffrey Dahmer o al film Lo strangolatore di Boston (qui la nostra recensione). Sembra davvero che il true crime stia diventando il genere preferito del pubblico internazionale. Essere appassionati di efferati omicidi e spietati serial killer può sembrare una cosa macabra, ma ci sono dei motivi precisi dietro questa attrazione per la cronaca nera.
Perché ci piace il true crime
Secondo Psichology Today, il primo motivo per cui il pubblico è così affascinato da questo genere è che dà un senso di sicurezza, una sorta di rassicurazione dovuta al fatto che l’assassino, alla fine, viene catturato e assicurato alla giustizia. Può sembrare banale, ma la linearità della maggior parte dei casi di cronaca nera – il responsabile compie l’omicidio, si trovano degli indizi, si segue una pista e, alla fine, viene catturato – dà un senso di sollievo allo spettatore, consapevole che in qualche modo la giustizia funziona.
Un altro motivo individuato dagli psicologi è che guardare questo tipo di show ci fa sentire più fortunati. Paragonandoci infatti alle povere vittime e a quello che è successo a loro ci viene spontaneo pensare “è stata una brutta giornata, ma a loro è andata peggio, le cose potrebbero andare decisamente peggio” e ci sentiamo automaticamente grati di trovarci in una situazione decisamente migliore rispetto alla loro.
Infine, secondo la psicologa Jean Kim, il motivo per cui ci piace così tanto il true crime è che ci permette di assistere a vicende terribili sempre a debita distanza. Le serie e i film ci permettono di avere una finestra dalla quale possiamo affacciarci per scoprire i punti più bui dell’animo umano stando comodamente sul nostro divano, senza esporci a rischi e, anzi, giocando a nostra volta a fare i detective.
Insomma, dal caso di OJ Simpson ai film sui serial killer, il true crime è un genere sempre più apprezzato dal pubblico, e adesso sapete anche il perché!