Dal mobster movie fino all’animazione, e dal drammatico fino alla commedia. Il talento di Ray Liotta si estende in lungo e in largo per tutti questi generi, e soprattutto oltre l’amato personaggio di Henri Hill, il bravo ragazzo di Scorsese. La frase celebre “Da che mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster” forse è ancora complice; ma la verità è che l’esperienza attoriale di Liotta va molto al di là di questa (senza dubbio) significativa tappa cinematografica. Paul Schrader, Ridley Scott, Ted Demme, Nick Cassavetes, Guy Ritchie, Noah Baumbach, Alan Taylor, ad esempio, sono solo alcuni dei nomi che possiamo prendere come esempio per raccontare la sua presenza sul palco di Hollywood.
Forse meno noto è stato l’impegno di Liotta sul campo televisivo, e del resto non possiamo esserne sorpresi. La sua partecipazione al piccolo schermo si può racchiudere infatti a soli due titoli significativi, uno dei quali è il poliziesco Shades Of Blue, realizzato in compagnia di Jennifer Lopez. Ma oggi quello che vogliamo fare è escludere questo campo, e limitarci solo al grande schermo, cercando di dare una visione completa del talento di Liotta fuori dal capolavoro di Scorsese. Noi vi riproponiamo il suo stile e il suo tocco poliedrico tra cinque generi e titoli da non perdere, da quelli più delicati fino a quelli più strong.
5)Bee Movie (2007), Simon J. Smith e Steve Hickner
Tra i film d’animazione più pungenti (nel vero senso della parola) e forse più incompresi degli ultimi anni c’è Bee Movie. E parliamo in questi termini perché la produzione DreamWorks e Paramount Bee Movie è sì un film che tratta di api, ma è, dall’altro lato, un gioco, una parodia, sulle produzioni di serie B: i B movie appunto. Vediamo però la trama: Barry è un’ape neolaureata più che mai desiderosa di scoprire quello che c’è fuori dal suo alveare, un mondo tutto a sé dove si lavora instancabilmente per produrre il miele. Ma quello che trova fuori è una New York immensa, fatta di natura, smog e miele in barattolo, un prodotto realizzato con tanta, troppa fatica. L’ape operaia decide quindi di porre rimedio, portando (con la complicità di una fiorista) alcuni imprenditori del settore in tribunale, uno tra i quali è proprio il “Badfella” Ray Liotta. Doppia il personaggio lo stesso Liotta, mentre nei ruoli principali troviamo Jerry Seinfeld (Barry), Renée Zellweger (Vanessa), Chris Rock e John Goodman. Seinfeld è anche protagonista alla sceneggiatura con quel tocco che negli anni ottanta e novanta aveva fatto scuola nel genere delle sit-com, oltre che nel suo vero e proprio gioiellino Seinfeld.
4) Una moglie per papà (1994), Jessie Nelson
Si. Nella carriera di Ray Liotta c’è stato anche spazio per le commedie leggere, proprio come quella che vi proponiamo oggi. Una moglie per papà, con la star degli anni ottanta e novanta Whoopi Goldberg, racconta in modo divertente ma profondo la disperata ricerca di una babysitter da parte del musicista e vedovo Manny Singer. Già distrutto dalla perdita della moglie e carico di lavoro, Singer deve infatti fare i conti con una condizione di mutismo che ha investito la figlia Molly (Tina Majorino). Dopo lunghe ricerche finalmente la tata giusta sembra correre in soccorso a Manny, un po’ per rattoppare la vita della piccola, un po’ per quella sentimentale del padre. Una trama semplice (spesso calcata con le sue varianti in questi anni – come ci ricorda il caso di Mrs. Doubtfire) ma resa con uno sviluppo fresco e leggero, che non tarda a farsi digerisce in modo gradevole. Sicuramente uno tra gli step più memorabili di Liotta nel campo commedia, grazie anche alla presenza della sempre brava Goldberg.
3) L’uomo dei Sogni (1989), Phil Alden Robinson
Forse il titolo più celebre di Liotta al di fuori de Quei Bravi Ragazzi, L’Uomo dei Sogni conserva anche il primato per la carriera di Phil Alden Robinson, grazie all’enorme successo che il film ebbe in America, come peraltro ben dimostrano le tre nomination agli Oscar. Tratto dal romanzo di W. P Kinsella Shoeless Joe (che da’ il nome allo stesso personaggio di Liotta) il film di Robinson va alla scoperta dell’agricoltore Ray Kinsella, un padre di famiglia pronto a inseguire i propri sogni, anche se folli e decisamente costosi. Il primo tra questi coinvolge una delle star più talentuose della storia del baseball americano, appunto Shoeless Joe, noto per il suo coinvolgimento in alcune partite truccate nell’ambito della World Series del 1919. Lo scandalo dei Black Sox, ai tempi, portò il giocatore ad essere radiato a vita dai campi di gioco, ma ora, nel 1989, Kinsella (Kevin Costner) è pronto a riportarlo proprio lì, davanti a casa propria, distruggendo un intero campo di mais e ricostruendo al suo posto un campo di Baseball, nella speranza di “lenire il suo dolore”. A muoversi in questa atmosfera fantasiosa e sognante, oltre a Liotta e Costner, abbiamo anche Amy Madigan come Anni Kinsella e lo scrittore James Earl Jones nei panni di Terence Mann.
2) Le Due Verità – Forever Mine (1999), Paul Schrader
L’impronta di Scorsese torna a farsi sentire grazie al nome dello sceneggiatore e regista Paul Schrader, che qui ritroviamo in entrambe le mansioni (oltre alla scrittura del soggetto) per il titolo Le due Verità. Dopo aver lasciato la propria firma su indiscussi cult del calibro di Taxi Driver, Toro Scatenato e Obsession negli anni ’70, Schrader torna a dare il suo inconfondibile tocco a un dramma romantico, che qui troviamo mescolato a un plot decisamente thriller. Con protagonisti tre giovani Joseph Fiennes, Gretchen Mol e Ray Liotta, Le Due Verità si focalizza su due punti di vista destinati a collidere, quelli di un marito e di un cameriere californiano; in un’atmosfera delicata e trasognata, Mark Brice (Liotta) decide di tagliare i ponti tra Alan Riply (Fiennes) e la propria moglie Ella Brice (Mol), dopo aver scoperto una relazione clandestina tra i due. Nonostante la relazione tra gli amanti continui a fiorire, Brice non sembra per nulla intenzionato a perdere la moglie, seppur spesso e volentieri non faccia altro che ignorarla e sminuirla. Il freddo e spietato Brice prenderà dunque qualche “precauzione” in più per allontanare Riply, almeno fino a quando gli sarà possibile.
1) I molti Santi del New Jersey (2021), Alan Taylor
I Molti Santi del New Jersey è un ampio affresco sulla vita della comunità italoamericana (quella criminale si intende) prima che le vicende de I Soprano di David Chase invadano tutti i piccoli schermi degli anni ’80-’90. Con un lavoro sul campo portato avanti per ben due anni, il Molti Santi del New Jersey di Alan Taylor si conferma inoltre come l’ultima breve ma importante apparizione di Liotta al cinema. Ora lo ritroviamo al centro di un mobster movie con le sembianze di uno dei capisaldi della famiglia Moltisanti. Liotta prende il volto di Dick, padre di famiglia tornato in America dopo aver speso qualche tempo in Italia, il giusto per trovare una nuova moglie: Giuseppina (Michela De Rossi). Ad attendere il suo ritorno nel New Jersey, in compagnia di un piccolo Tony Soprano, c’è il figlio Dickie Moltisanti (Alessandro Nivola); incapace di gestire la rabbia e la violenza, spesso lo vediamo entrare in conflitto con chi lo circonda e con il padre Dick, mentre sullo sfondo si muove il contesto problematico delle periferie di New York, ora agitate dai drammi tra la comunità italoamericana e afroamericana.
P.S: Sapevate che Liotta è davvero originario di Newark, luogo in cui si sono svolte parzialmente le riprese de I Molti Santi del New Jersey?
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