Quella dell’Intimacy Coordinator è una professione relativamente nuova. In un’industria cinematografica da poco reduce dal #MeToo, diventa sempre più importante per le case di produzione tutelare i diritti di attrici e attori durante le riprese di scene intime. Tuttavia, la professione dei Coordinatori d’Intimità non è benaccetta da tutti. L’attrice Toni Collette, infatti, ha rivelato di lavorare meglio in assenza dei professionisti sopraindicati, ed ha preferito chiedergli di abbandonare il set durante registrazione delle sue scene.

La star di Knives Out, che rivedremo dal 31 marzo in The Power su Prime Video, ha parlato al London Times della sua esperienza con queste nuove figure. “Penso siano stati coinvolti solo un paio di volte, e mi sono sentita molto più a mio agio con le persone con cui stavo lavorando da prima. Era come se delle persone che dovevano farmi sentire più a mio agio mi stessero facendo sentire in realtà più in ansia del solito. Non mi erano d’aiuto, quindi gli ho chiesto di andare via.”
Quando l’intervistatore le ha chiesto se magari gli Intimacy Coordinator le sarebbero stati più utili da giovane, Toni Collette ha rivelato di non aver mai avuto esperienze talmente spiacevoli da necessitare una figura d’aiuto. “Sono stata molto fortunata. In effetti ho lavorato solo con pochi deficienti nei diversi decenni in cui sono riuscita a mantenere a galla questa barca.”
Cosa ne pensate delle dichiarazioni di Toni Collette sugli Intimacy Coordinator? È necessaria nel cinema di oggi una figura in grado di garantire i diritti di tutti durante la ripresa di scene sessuali?