Tom Hanks: “Oggi non potrei fare Philadelphia da etero (ed è giusto così)”

Il due volte Premio Oscar a Miglior Attore nel ’94 e nel ’95 – l’unico ad aver ottenuto la statuetta consecutivamente oltre a Spencer Tracy – è attualmente impegnato nelle interviste promozionali di Elvis di Baz Luhrmann, passato a Cannes e in uscita il 22 giugno. Ma per l’occasione, Tom Hanks è tornato proprio sui due film che gli hanno consegnato il riconoscimento per parlare del tema – delicato, dibattuto – della riappropriazione su schermo dei propri personaggi da parte della comunità LGBT(QIA+) e di altre comunità sottorappresentate: Oggi non potrei fare Philadelphia da etero (ed è giusto così).

Basterebbero queste parole – e il fatto che a pronunciarle sia un rappresentante di una “vecchia” Hollywood su quelle pellicole che proprio gli consegnarono il premio più ambìto – a convincere gli ultimi, non sparuti detrattori di questa visione. Ma l’attore interprete oggi del Colonello Parker nel biopic sul Re del Rock ha spiegato con minuzia ed estrema lucidità la necessità di un evoluzione naturale, del cinema, in merito a questi temi, facendo riferimento alla pellicola di Jonathan Demme che nel 1993, in piena epidemia di AIDS, fu più in grado di decostruire anche solo il terrore di toccare i portatori – omosessuali e non – del virus.

Tom Hanks e Denzel Washington in Philadelphia
Tom Hanks e Denzel Washington in Philadelphia

Spiega infatti Hanks al New York Time, riferendosi anche all’interpretazione del protagonista autistico di Forrest Gump: “All’epoca si trattò di film tempestivi, nel senso che furono girati con un perfetto tempismo e potrebbero essere impossibili da realizzare oggi, alle stesse condizioni. I tempi sono cambiati, la cultura maturata e in nessun modo un attore etero potrebbe o dovrebbe essere scritturato per interpretare Philadelphia. Non c’è niente che si possa fare in merito, ma è giusto che sia così“.

Spiega infatti Tom Hanks: “Il punto centrale di Philadelphia era eliminare la paura nei confronti del diverso. E uno dei motivi per cui la gente comune non ebbe paura di quel film è che ci fossi io, a interpretare un uomo gay. Ora siamo passati oltre, non si tratta più su questo e non penso che la gente accetterebbe l’inautenticità di un ragazzo etero che interpreta un ragazzo gay. Non è un crimine, non è un peccato che qualcuno possa auspicare per più di un film nel moderno regno dell’autenticità. Sembra come se stessi predicando? Non intendo farlo“.

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