Tolkien: i 50 anni dalla morte aprono una Nuova Era di film e serie

Il 2 settembre 1973 J.R.R. Tolkien lasciava in eredità tutto il suo lavoro, soprattutto i romanzi che narrano la Terra di Mezza. Nel 50° anniversario della sua morte ripercorriamo i passaggi fondamentali dei diritti delle sue opere,da Il Signore degli Anelli a Lo Hobbit.
Tolkien: i 50 anni dalla morte aprono una Nuova Era di film e serie

Dalle pagine dei libri al grande schermo e non solo, l’universo originato dalla penna di J.R.R. Tolkien ha cambiato il fantasy moderno e influenzato il contemporaneo. Un’opera derivata dall’epica anglosassone e culminata per puro diletto in quel racconto seminale intitolato Lo Hobbit. È l’inizio dell’epopea della Terra di Mezzo e della leggenda dell’Unico Anello, sviluppata in seguito ne Il Signore degli Anelli e sorretta dalla base mitica de Il Silmarillion.

L’imponenza e la vastità del materiale a disposizione non ha spaventato autori e registi che hanno sempre immaginato una trasposizione dei romanzi. Un’impresa titanica osteggiata più volte dal suo ideatore in grado di negare i diritti delle sue opere persino a Walt Disney. Una sequela di passaggi di consegne ancora oggi in atto e che, nel giorno del 50° memoriale della dipartita di Tolkien, andiamo a raccontare ed esplorare.

1969: United Artists ottiene i diritti delle opere Tolkieniane

Lo Hobbit, il primo Tolkien animato
Lo Hobbit, il primo Tolkien animato

È il 1969 quando la casa di produzione e distribuzione statunitense United Artists, di proprietà della MGM, acquisisce i diritti delle opere tolkieniane per un ammontare di appena 104 mila dollari. Seguono diversi tentativi da parte della major di produrre un film, proponendo la regia anche a Stanley Kubrick che però declinò l’offerta. Ecco che il progetto passa in mano a John Boorman, ma la sua visione condensata in unico lungometraggio, considerata blasfema e troppo lontana dal materiale originale, fece bloccare l’operazione prima ancora di cominciare.

Il mondo di Tolkien animato: Ralph Bakshi

Il Signore degli Anelli di Ralph Bakshi
Il Signore degli Anelli di Ralph Bakshi

La svolta giunge nel 1977 con una prima versione animata televisiva de Lo Hobbit prodotta dagli studios Rankin-Bass. Vengono così gettate le basi di quel piccolo gioiello creativo intitolato Il Signore degli Anelli diretto dal provocatorio animatore Ralph Bakshi. Il regista a differenza dei suoi predecessori vuole attenersi alla narrazione del romanzo, attingendo ad un’animazione più grezza e cruda come da suo stile decisamente lontano dai canoni disneyani. Quello realizzato è un film coraggioso, definito dallo stesso Bakshi come un “dipinto in movimento”.

Suddiviso in due parti, la prima a coprire La Compagnia dell’Anello e Le Due Torri, fino alla battaglia del fosso di Helm, la seconda del tutto incentrata su Il Ritorno del Re. Il primo film, distribuito in sala nel 1978 e costato 4 milioni di dollari, incassa un totale di 30 milioni ricevendo un riscontro poco entusiasta. A colpire tutti è però lo stile e la resa della messa in scena che influenzerà non poco le future trasposizioni. Pur con grande impegno e dedizione, Bakshi non concluse mai la seconda parte, affidata perciò nuovamente alla Rankin-Bass.

È il tempo di Peter Jackson

Peter Jackson sul set de Il Signore degli Anelli
Peter Jackson sul set de Il Signore degli Anelli

Nel frattempo alcuni passaggi di testimone sono avvenuti. Infatti mentre la United Artists acquisita dalla MGM (Metro-Goldwyn-Mayer) ha mantenuto i diritti di distribuzione, è subentrata a livello di sviluppo produttivo la The Saul Zaentz Company, appoggiandosi alla divisione interna Middle-earth Enterprises. Passa dunque un lungo lasso di tempo nel quale vedono la luce una versione live-action in russo de Lo Hobbit (1985) e una miniserie finlandese (1993). Fino a che nel 1995 comincia a farsi avanti il nome del regista neozelandese Peter Jackson.

Quello del regista nativo di Pukerua Bay, località con meno di duemila abitanti, è amore a prima vista nei confronti dell’intera opera tolkieniana. Prima da lettore del romanzo e poi da estimatore della trasposizione di Bakshi si approccia alla materia, lavorando quindi ad una prima sceneggiatura insieme alla moglie Fran Walsh. Quella di Jackson nasce come una vera e propria missione impossibile diventando un sogno ad occhi aperti, non senza fatica e sforzi.

Finalmente Il Signore degli Anelli

Il mondo di Tolkien prende vita: Il Signore degli Anelli
Il mondo di Tolkien prende vita: Il Signore degli Anelli

È la Miramax Films, da poco prelevata dalla Walt Disney Company, ad interessarsi inizialmente a produrre un nuovo film su Il Signore degli Anelli ma senza risultati. La richiesta di fondi e la divergenza creativa con Jackson e la Zaentz Company fanno saltare il banco. Ecco che nel 1998 subentra in corsa l’indipendente New Line Cinema che rileva le responsabilità produttive, entrando nell’ottica di produrre tre film per sfruttare appieno il materiale del romanzo. Un passaggio di consegne valutato 12 milioni di dollari ed una quota del 5% da riconoscere alla Miramax.

Nel 2001 La Compagnia dell’Anello, nel 2002 Le Due Torri e nel 2003 Il Ritorno del Re. Una produzione da 281 milioni di dollari che ha fatturato quasi 3 miliardi, conquistando ben 17 statuette agli Oscar su 30 candidature. Un successo globale che ha rivitalizzato il genere fantasy e dato origine ad un fandom solido che ancora oggi ringrazia Peter Jackson per aver reso giustizia agli Hobbit ed alla Terra di Mezzo. Al regista rimane però ancora la missione di trasporre, come da piani originali, Lo Hobbit.

Un viaggio complicato: Lo Hobbit

Una scena de Lo Hobbit
Una scena de Lo Hobbit

L’ampio consenso di pubblico e critica convince la MGM, in possesso dei diritti del primo romanzo di Tolkien, a collaborare con la New Line Cinema e Jackson, coinvolti però in un’aspra lotta legale. Il progetto però, su proposta del regista, è affidato a Guillermo del Toro che lavora incessantemente alla realizzazione ma i problemi finanziari della casa di produzione lo portano ad abbandonare il tutto. Il lavoro viene perciò accantonato dal regista messicano e preso in mano da Jackson per quella che diventa una nuova trilogia.

Il massiccio studio dell’autore porta su schermo il primo romanzo di Tolkien condensato con alcune delle Appendici contenute alla fine de Il Signore degli Anelli. Ovviamente il paragone tra le due trilogie di Jackson è immediato ed a farne le spese è quella distribuita tra il 2012 ed il 2014 (Un Viaggio Inaspettato, La Desolazione di Smaug, La Battaglia delle Cinque Armate). Il problema di critica però non rispecchia il guadagno economico, infatti Lo Hobbit incassa come il suo predecessore un totale di 3 miliardi, con un budget di partenza più alto, attestato attorno ai 700 milioni.

Tolkien-verse: dal mondo videoludico ad Amazon

Il simbolo della Tolkien Estate
Il simbolo della Tolkien Estate

Il franchise costruito basandosi sul mondo fantasy di Tolkien è in continua crescita e, insieme alle produzioni cinematografiche, allarga i suoi confini grazie ad un’importante realtà videoludica. Tra versione per PC e console, ufficiali e non, vengono realizzati quasi 40 titoli ambientati nella Terra di Mezzo e con protagonisti Frodo e compagnia. È la conferma del potere economico del brand, comunque al centro di continue diatribe riguardanti i diritti.

Il confronto più acceso è quello tra la Tolkien Estate, la società che rappresenta gli eredi dello scrittore e studioso britannico, e la Warner Bros, detentrice dei diritti televisivi. Il contenzioso viene risolto nel 2017 quando inizia a diffondersi l’idea di una serie TV da distribuire su una delle maggiori piattaforme streaming. Ad assicurarsi questa possibilità è Amazon che con una spesa di 250 milioni di dollari ottiene i diritti globali, decidendo di investire in quella che oggi è la serie più costosa di sempre (1 miliardo di dollari).

Le epoche inesplorate di Tolkien: Gli Anelli del Potere

Una scena de Gli Anelli del  Potere
Una scena de Gli Anelli del Potere

È l’apparente inizio di una nuova era per l’universo tolkieniano, consolidata dall’acquisizione da parte di Amazon dello studio MGM e di tutte le sue proprietà per una cifra di circa 9 miliardi. La piattaforma di Bezos si fionda quindi nella produzione della costosa serie ma ancora una volta con delle grosse limitazioni. Intitolata Gli Anelli del Potere, la serie dovrebbe adattare la Seconda Era della Terra di Mezzo, collocata migliaia di anni prima degli eventi presenti nelle trilogie di Jackson, della quale però Amazon non possiede i diritti

Senza poter attingere agli elementi contenuti soprattutto ne Il Silmarillion, la serie ha sfruttato principalmente le Appendici de Il Signore degli Anelli, limitando fortemente il materiale a disposizione. Fattore che, unito alle accuse di blackwashing e di eccessiva applicazione del politically correct, ha alimentato le critiche dei tolkieniani. Tutti discorsi marginali se raffrontati con l’ennesimo successo del franchise e la già definita programmazione di almeno cinque stagioni. Per Amazon si prospetta un roseo futuro, una propria era di controllo sui diritti, ma un nuovo colpo di scena ha scompigliato ancora le carte in tavola.

L’Era Embracer Group

Concept art de La Guerra dei Rohirrim
Concept art de La Guerra dei Rohirrim

Nell’estate del 2022, a pochi mesi dal rilascio de Gli Anelli del Potere, avviene l’epocale passaggio di consegne dalla Middle-earth Enterprises alla Embracer Group. Il colosso svedese dei videogiochi si è così accaparrato le proprietà intellettuali de Il Signore degli Anelli, de Lo Hobbit e di altre opere dell’autore, per un totale di 400 milioni di dollari. Un controllo pressoché totale che consente al gruppo Embracer di sviluppare parchi a tema, giochi da tavolo, fumetti ma soprattutto nuovi film. Un potere d’acquisto tale da aver permesso all’azienda di agglomerare altre 125 aziende e di ottenere 85 franchise

Terra di Mezzo senza confini

L'Unico Anello e la mappa della Terra di Mezzo
L’Unico Anello e la mappa della Terra di Mezzo

Ecco che subentra Warner Bros insieme a New Line Cinema, siglando un accordo pluriennale di collaborazione, senza sovrapporsi ai progetti già in cantiere. Rimane infatti programmato per aprile 2024il film d’animazione Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim. Processo creativo che coinvolge anche Peter Jackson e che potrebbe finalmente portare al cinema gli avvenimenti della Prima e Seconda Era, oltre a proporre opere originali basate sui personaggi della saga.

A distanza di quasi sessant’anni dal primo accordo tra Tolkien e la United Artists, il lavoro prodotto dall’autore è a pieno titolo tra i più remunerativi di sempre, rafforzando l’idea di casa Warner di spremere più possibile i propri franchise. Il mondo epico-fiabesco ideato da J.R.R. Tolkien per i propri figli ha assunto proporzioni universali, confermate ad ogni nuovo rilascio in sala della trilogia forse più amata di sempre. Un’opera inizialmente irraggiungibile, frutto della creatività di una delle menti più innovative del ‘900, che ancora oggi fa sognare lettori e spettatori.

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