Cosa temete più di tutto? Mi rendo conto che questa sia una domanda molto difficile, ma provate a pensarci. Ci avete riflettuto? Bene, non sarà mai più spaventosa di un demone con le sembianze di una suora. Non ci credete? Allora non vi resta che guardare The Nun – La vocazione del male. Per vostra fortuna – o sfortuna – il film proprio da ieri si trova in streaming su Amazon Prime Video.
Il titolo horror in questione è un lungometraggio scritto da Gary Dauberman e diretto da Corin Hardy, che nel 2018 ha ampliato il terrificante universo narrativo della saga di The Conjuring, andando persino a raccontare una vicenda precedente al primo capitolo del franchise e che si ricollega direttamente ad esso.
The Nun – La vocazione del male, la trama

Siamo in Romania. È il 1952. Nel cuore del paese erge un monastero di clausura. Sembra un castello medioevale. Forse lo è. Durante una notte, due suore si apprestano ad recuperare una reliquia, ma qualcosa non glielo permette. Una delle due viene inghiottita dall’oscurità, mentre l’altra si lancia dalla finestra con un cappio al collo. Perché lo fa? E chi era quell’entità?
Sarà il Vaticano a scoprirlo, che presto invia Padre Burke e Suor Irene nella località dell’est Europa. La prima persona con cui parlano è il Francese, colui che ha ritrovato il cadavere della monaca. Una volta condotti alle porte della struttura, i tre si apprestano ad entrare. La badessa è la prima suora che incontrano. Li esorta ad andar via o pernottare qualora volessero attendere la luce del sole per interrogare le altre suore. Questa ha l’aspetto di quell’ entità? Oppure sembra così poiché è l’entità che si mimetizza tra le sorelle? Ha un aspetto spettrale, così come il monastero.
Beh, se foste stati attenti, avreste già la risposta. Il vero protagonista si chiama Valak. Il profanatore. Il marchese dei serpenti. Un demone che, dopo essersi liberato dalla prigionia nelle segrete del monastero, si muove per esso travestito da suora, nell’assordante silenzio di un luogo macabro, dove non sembra esserci più traccia divina.
Un film senza troppe pretese

Qualitativamente ben fatto, lo spin-off si limita a raccontare una storia senza particolari colpi di scena. Gli jumpscare ci sono, ma più contenuti rispetto agli altri capitoli della saga. Ciò che tiene in piedi il film è il terrificante Valak e l’ambientazione gotica, messa in risalto dall’atmosfera tetra e nebbiosa della Transilvania, fotografata in modo verosimile. Ma questo non basta. L’unico personaggio “umano” convincente è Irene. Gli altri spiccano poco, ma non per la recitazione scadente, ma perché il regista gli lascia poco spazio. Soprattutto a Padre Burke che, inviato dalla chiesa, immaginavamo sarebbe stato maggiormente al centro della storia.
Questo capitolo dedicato alla suora infernale non è un capolavoro, per usare un eufemismo. Anzi, diremo che probabilmente è il film peggiore del franchise. Tuttavia, non è un brutto film, per quello che era il possibile intento. Infatti, il film sembra non avere particolari pretese, se non quello di essere un racconto di congiunzione. Volendo aggiungere un pizzico di cinismo, sicuramente è un film in cui vince il denaro, per molti l’unico motivo della sua realizzazione. Comunque, è un lungometraggio che si lascia guardare volentieri. Mediocre ma accettabile, che arriva alla sufficienza. Dalle terrificanti immagini del sequel, cosa vi aspettate?
La teoria intorno a Irene

C’è un alone di mistero intorno al personaggio di Suor Irene. A voi non ricorda nessuno? Non vedete nessuna somiglianza con Lorraine Warren? E non solo sotto il punto di vista estetico, anche se pure quello è un indizio non da poco. Infatti, ad interpretare Irene c’è la sorella minore dell’interprete di Lorraine, ossia Taissa Farmiga. Una coincidenza? Sarebbe una cosa intelligente fare una scelta del genere per dar volto a un personaggio nel suo passato. Ma questo non è l’unico elemento a supporto della nostra tesi. Infatti, non sarà un caso che entrambe hanno lo stesso tipo di visioni?
Gli scettici si domanderanno come sia giustificata la diversità dei due nomi. Semplice, quando si diventa suora si ha il diritto di cambiare il proprio nome. Nulla di strano. E ancora, l’inizio e la fine del film portano altri indizi. La prima scena mostra una parte del secondo capitolo di The Conjuring, in cui Lorraine vede Valak. Ha l’espressione di chi ha riconosciuto l’entità. L’ultima scena, invece, mostra una parte del primo capitolo, in cui Lorraine e suo marito Ed aiutano il Francese, amico di Irene che, non avendo ancora preso i voti, potrebbe aver deciso poi di sposarsi.
Chissà quale sarà la verità. Per saperlo dovremo aspettare il seguito di The Nun – La vocazione del male. Per ora è solo una congettura, ma a noi piace giocare di fantasia. E voi cosa ne pensate del film? Vi è piaciuto? Fatecelo sapere e rimanete in attesa sulle novità del sequel.