La notte degli Oscar del 2020 è destinata a passare alla storia per la vittoria di Parasite di Bong Joon-ho, primo film non in lingua inglese ad aver vinto il premio più ambito, ovvero il premio per il miglior film.
A discapito dei pronostici, che davano Parasite come certo vincitore soltanto del premio per il miglior film internazionale, il film ha fatto incetta di premi stabilendo un punto di partenza per una nuova visione dei premi Oscar.
Di fronte a questo “nuovo che avanza” chi esce a bocca asciutta è invece una leggenda della storia del cinema come Martin Scorsese. Il suo The Irishman infatti, a discapito delle 10 nomination, non ha vinto alcun premio.
The Irishman, produzione monumentale di Netflix, aveva diviso gli spettatori, ansiosi di vedere per la prima volta uno dei più grandi registi viventi su un servizio streaming.
Le aspettative di chi attendeva un film andrenalinico e ricco di azione come Quei Bravi Ragazzi o The Wolf of Wall Street non sono state infatti ripagate, mentre lo sono state quelle di coloro i quali attendevano un film più consono all’età di Scorsese ed al suo percorso cinematografico. Molti lodatori di The Irishman hanno infatti apprezzato lo spirito, il substrato, che permea il film, una sorta di testamento spirituale del regista.
E’ difficile però dire se qualcuno si sarebbe aspettato una vittoria di The Irishman nellle categorie principali. E’ un dato di fatto che il pubblico ha avuto modo di apprezzare meglio film come 1917, C’era una volta a…Hollywood (anche questo film forse non piaciuto a molti) o Joker, film che sono stati in sala a lungo ed hanno sicuramente potuto affascinare di più gli spettatori.
Era tuttavia difficile pensare che il film di un maestro come Scorsese non ricevesse nemmeno un premio al fronte delle 10 nomination ricevute.
Hanno forse gli Oscar snobbato The Irishman?
La risposta a questa domanda è il più classico dei “ni”.
The Irishman è, infatti, per prima cosa, un film prodotto da Netflix. Se andiamo a vedere i premi effettivi vinti da film prodotti dal colosso dell’home-video al fronte delle nomination notiamo infatti che solo Laura Dern ha portato a casa una statuetta per un film prodotto da Netflix (miglior attrice non protagonista per Storia di un matrimonio)
Netflix ha quindi raccolto poco rispetto a quanto seminato. Ma questa è la causa o la conseguenza? Probabilmente è sia causa sia conseguenza.
Lo scorso anno Roma, il film di Alfonso Cuaròn prodotto dall’azienda di Los Gatos, vinse premi rilevanti come la miglior regia ed il miglior film straniero e questa vittoria costituì un evento innovativo nella storia degli Oscar.
In quest’annata la novità è stata la vittoria pressochè totale del cinema sud-coreano rappresentato da Parasite di Bong Joon-ho e, probabilmente, un trionfo anche di Netflix avrebbe seriamente creato scompiglio o comunque subbuglio nell’opinione pubblica americane e mondiale.
The Irishman è inoltre un film riflessivo, una chiusura di un ciclo durato una carriera, un testamento di un regista. Un Oscar al film di Scorsese avrebbe avuto quasi lo stesso valore di un Oscar onorario alla carriera. Ma allora non sarebbe meglio dare direttamente un Oscar alla carriera a Martin Scorsese? Nulla gli vieterebbe poi di continuare a fare film.
Martin Scorsese è però, indubbiamente, il vincitore morale della notte degli Oscar.
Tutti i registi presenti alla notte degli Oscar devono il loro essere registi ad un grande del cinema come Scorsese e lo hanno dimostrato le parole proferite da Bong Joon-ho.
“Più si è originali, più si è creativi” ha detto infatti il regista sud-coreano, citando una frase di Martin Scorsese.
Se The Irishman non ha vinto niente probabilmente non è per demerito di Scorsese, ma per merito di altri registi che prenderanno le sue redini e, si spera, faranno almeno la metà di quanto ha fatto una leggenda come Scorsese per il mondo del cinema.
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