The Curse, recensione: Emma Stone in un labirinto di specchi A24

Emma Stone e Nathan Fielder sono i protagonisti della nuova serie targata A24 e disponibile su Paramount+. Mantenendo il taglio satirico e crudo che avevamo visto in Beef, su Netflix, The Curse già dal primo episodio si dimostra una serie pungente e brillante. Ecco la nostra recensione della puntata d’inizio. Tutte le altre 9 escono ogni sabato!
Nathan Fielder e Emma Stone in una scena della serie The Curse

A24, satira e serie tv: è una combinazione che abbiamo già sentito. Questa volta non si tratta di Beef su Netflix ma parliamo di The Curse, disponibile su Paramount+. La serie nasce da un’idea di Nathan Fielder (The Rehearsal) e Benny Safdie (uno dei fratelli alla regia di Diamanti grezzi). Nel cast, oltre a Fielder, una avvincente Emma Stone.

The Curse: di cosa parla?

I protagonisti della nuova serie – che ogni sabato esce su Paramount+ per un totale di dieci episodi – sono Whitney e Asher, marito e moglie. I due, oltre ad essere una coppia nella vita, sono anche i presentatori di un programma televisivo su HGTV, dal nome Flipanthropy. Il loro scopo? “Dare una speranza a questo buco“: Española, in Nuovo Messico. È lì che vivono, e ciò che vogliono è che in quella comunità che vogliono aiutare “vincano tutti“.

Questo sulla carta che vogliono convincerci a leggere i due protagonisti; perché in realtà – lo capiamo dai primi minuti – la vita di Asher e Whitney si basa sulla mercificazione della storie. Sembra che vogliano rispettarle, raccontarle, per dare dignità e rivincita alle persone che non ne hanno avuta. E invece le utilizzano come merci di scambio – anche le loro personali, come ad esempio le vicende familiari di Whitney – e The Curse finisce per mostrare le dinamiche ipocrite e retoriche della televisione e dei reality.

La sincerità invisibile come le case

Emma Stone, Nathan Fielder e Bennie Safdie nel poster della serie The Curse

Il progetto dei due coniugi presentatori è quello di case eco sostenibili con le quali riqualificare Española. Strizzando l’occhio a Extreme Makeover – Home Edition, Asher e Whitney presentano il loro prototipo di “casa invisibile”. Si tratta di edifici con pareti ricoperte, all’esterno, completamente da specchi – così che riflettono l’ambiente circostante tanto da quasi camuffarsi con lo spazio e scomparirvi dentro.

Bastano questi primi accenni del primo episodio (su dieci) a capire la grande metafora satirica, provocatoria, dissacrante e illuminante. La filantropia e la bontà di cui i due protagonisti vogliono farsi credere promotori, sono in realtà illusorie e confuse quanto il riflesso sugli specchi. Sembra di poter toccare con mano l’immagine riflessa – così come a volte crediamo quasi alle buone intenzione dei due protagonisti. E invece The Curse si poggia sul “mentolo negli occhi per creare rossore” e sulle riprese da avviare subito prima che “si asciughino gli occhi” e la pateticità retorica smetta di essere verosimile.

L’odio per i personaggi

Nathan Fielder ed Emma Stone in una scena della serie The Curse

L’ultimo aspetto per cui questo primo episodio è già sufficiente ad inquadrare l’intera serie sono i personaggi. Asher e Whitney, anche quando smettono di essere conduttori del programma tv, rientrano a casa, fanno sesso in modo poco convenzionale e discutono alla ricerca di un bambino. Insomma, anche quando sono semplicemente una coppia sposata e non più due fintissimi personaggi della tv… li detestiamo. Urtano lo spettatore proprio nella misura in cui si credono benefattori e portatori di soluzioni e bontà. E le dinamiche di artificiosità, ipocrisia ed egoismo egocentrico di Flipanthropy si riflettono nella loro vita privata di coppia.

A24 continua a mostrarsi pungente e a svelare gli aspetti più inquietanti dell’essere umano, perlomeno così aveva fatto con Beef, e così ci pare aver iniziato con The Curse. Non ci resta che aspettare il prossimo Sabato, su Paramount+, e intanto intrattenerci con le altre novità del mese di Novembre!

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