The Boogeyman, recensione: la paura di superare il lutto

The Boogeyman, diretto da Rob Savage, è basato su un racconto del re del terrore di Stephen King. Il film, arrivato nelle sale italiane il primo giugno, è pronto a far saltare dalla sedia il suo pubblico e a fargli affrontare le sue paure. Leggi qui sotto la nostra recensione.
The Boogeyman, recensione: la paura di superare il lutto

The Boogeyman, diretto da Rob Savage, è un film horror basato sul racconto Il Baubau del re del terrore Stephen King. La particolarità delle storie del Re è quella di utilizzare la paura come mezzo per raccontare qualcos’altro: in questo caso il non volere, o l’incapacità di, superare la perdita di una persona cara.

La famiglia Harper ha appena perso un suo membro, la mamma, e i componenti rimasti non riescono o non vogliono superare il lutto. Il Sig. Harper, essendo un terapista, si nasconde dietro i problemi dei suoi pazienti senza, per questo motivo, riuscire ad aiutarli veramente. Infatti, quando un uomo gli chiede aiuto, perché la sua famiglia è stata uccisa da un’entità malvagia, il Dr. Harper non gli crede condannando a morte certa il suo paziente. L’entità finisce per attaccarsi alla famiglia Harper trovando nel loro dolore terreno fertile. Le sorelle Sadie e Sawyer Harper dovranno mettercela tutta per sconfiggere l’Uomo nero.

La paura in The Boogeyman

La paura di rimanere soli, di non avere nessuno vicino pronto ad aiutarti è forse la paura più grande che abbia un essere umano. Le sorelle Harper, così come il loro padre, si sentono sole perché non hanno più la figura materna vicina, una madre che le sostiene e che prepara loro il pranzo per affrontare la giornata. È toccante la scena in cui vediamo Sadie Harper, la sorella più grande, andare a scuola e prendere dall’armadietto l’ultimo pranzo preparato dalla madre, ormai ammuffito.

Il Sig. Harper è un uomo adulto che si trova a dover ricoprire il ruolo di madre e padre allo stesso tempo e non riesce nel suo compito, poiché troppo impegnato a crogiolarsi nel suo dolore. È questo che gli impedisce di credere alle sue figlie, l’incapacità di superare un trauma per poterne vivere un altro. L’uomo nero non è altro che un’entità che si nutre e nasce proprio da questi dolori.

Non chiudere quell’armadio

Sophie Thatcher nel poster di The Boogeyman
Sophie Thatcher nel poster di The Boogeyman

L’uomo nero si nasconde negli armadi o nelle parti buie di una casa, perché è lì, nell’oscurità e in ciò che non si vede che si annidano tutte le paure e le ansie dell’essere umano. Piuttosto che affrontarle si preferisce lasciarle lì, chiuderle in quell’armadio pensando sia la scelta migliore.

Solo lasciando uscire e portando alla luce quelle paure possiamo vederle e toccarle, così da provare a sconfiggerle. L’uomo nero ha paura della luce per questo motivo, perché lo rende vulnerabile e visibile agli occhi delle sue prede. The Boogeyman è un film che sa mostrare ciò che nella vita non si può ne vedere e ne toccare, ma solo percepire. Più che tenere chiuso quell’armadio bisognerebbe tenerlo sempre aperto.

The Boogeyman è il sequel di “Il Baubau”

Poster racconto Il Baubau
Poster racconto Il Baubau

The Boogeyman, il film, può essere visto come il sequel del racconto di Stephen King Il Baubau. Il Babau racconta la storia di Lester Billings che, dopo aver perso i suoi figli, si reca dal Dottor Harper per raccontargli i suoi sospetti riguardo le loro morti. Lester ha paura che un entità malvagia conosciuta come il Baubau abbia ucciso i suoi figli e che ora stia cercando di uccidere anche lui.

Nel film sono presenti gli avvenimenti del racconto, ma sono utilizzati come prologo per dare il via alle vicissitudini della famiglia Harper. Non più la famiglia di Lester, ma la famiglia del terapista è la protagonista della storia. Gli sceneggiatori del film, Scott Beck e Bryan Woods, hanno deciso di far vedere il dopo del racconto di Stephen King, ma senza tradire il tema centrale: non affrontare le proprie paure porta al fallimento e alla morte.

La forza del film è il tema

The Boogeyman poggia la sua forza in ciò che vuole raccontare e anche se in alcuni momenti il modo di farlo può risultare poco originale, come l’utilizzo di troppi jump-scares, il ricorso a scene volutamente didascaliche, ciò non toglie il divertimento della visione (leggi qui alcuni aneddoti sulle scene più spaventose). The Boogeyman è un film da vedere senza avere troppe aspettative ma con una giusta attenzione al tema di fondo.

The Boogeyman è arrivato nelle sale italiane il primo giugno. Lo andrete a vedere? Fatelo sapere nei commenti.

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