Tartarughe Ninja – Caos mutante è il nuovo film animato sulle Tartarughe Ninja, che vuole rilanciarle con una serie di film di cui il secondo è già stato confermato. Jeff Rowe, reduce dal successo de I Mitchell contro le Macchine, si mette per la prima volta alla guida in solitaria di un film, riuscendo a governarlo soltanto in apparenza. Se prima della visione eravamo incuriositi dallo stile fresco e originale osservato nei trailer, non possiamo dirci altrettanto soddisfatti della sua forma completa. Ora vi spieghiamo il perché.
Tartarughe Ninja – Caos mutante: trama
Lo scienziato Baxter Stockman (doppiato da Giancarlo Esposito nella versione originale) sta creando una serie di mutanti per far sì che compongano la sua famiglia, essendo che lui non è mai stato accettato dalla società perché brutto. Uno squadrone pare fermarlo in tempo, ma in realtà il siero per trasformare gli animali in mutanti è caduto in uno scarico, rendendo l’acqua delle fogne sottostanti un fluido in grado di trasformare qualunque animale in umanoide. Nascono così le Tartarughe Ninja e Splinter (doppiato da Jackie Chan), il ratto che gli farà da padre e che ha un inspiegabile accento orientale.
Quindici anni dopo le Tartarughe sono ormai adolescenti, e vogliono scoprire il mondo esterno invece di rimanere chiuse nelle fogne. Splinter non è però di questa idea, e sa per certo che i cattivi umani non accetterebbero mai dei mutanti. Disobbedendo al loro padre le Tartarughe escono allo scoperto, e decidono di voler fermare il misterioso criminale Superfly. Sconfiggendolo otterranno la fiducia degli umani. Tutto cambia quando scoprono che anche Superfly è un mutante e intende distruggere l’umanità.
Postmoderno? Kawabonga!

Una cosa appare chiara dopo una ventina di minuti: il film non sta in piedi da solo. Non basta la retorica del “diverso”, figuriamoci una storia ben poco interessante che, tra l’altro, non rende davvero omaggio a quella del fumetto. Così, i 99 minuti che compongono il film sono una costellazione di citazioni e battute legate alla cultura pop, tanto cara alle tartarughine costrette a stare nelle fogne. Dopo solo una visione ricordiamo i riferimenti ad Avengers, Gli Incredibili, Toy Story, Godzilla, L’attacco dei Giganti, Kung Fu Panda e Old Boy. Ma siamo certi che un ripasso potrebbe portarci a scoprirne dei nuovi.
Insomma, c’è più carne al fuoco proveniente da altri film che dalle storie delle Tartarughe Ninja. Anche gli espedienti narrativi più importanti sono “ispirati” ad altri prodotti. Ma allora, a questo Tartarughe Ninja – Caos mutante, cosa rimane? Un grande stile nell’animazione, un’ottima colonna sonora e… tutto qui. Nemmeno la regia regala molto. E non possiamo fare a meno che metterlo a confronto con Nimona (recensito qui), il quale porta sullo schermo lo stesso messaggio ma con una scrittura e una tecnica eccezionali.
Tartarughe Ninja – Caos mutante: oppure solo Caos mutante
Come detto, del pensiero originale che diede vita alle Tartarughe Ninja… non vi è traccia. Leonardo: leader delle tartarughe che aderisce al codice Bushido cercando di soppiantare le ingiustizie inserendovi cultura e disciplina. Raffaello: il più testardo e irascibile, che però finisce sempre col rivelare il suo animo nobile. Donatello: il più intelligente del gruppo, che prima di passare al bastone cerca sempre di usare la testa. Michelangelo: l’elemento comico, il più scherzoso e sdrammatizzante dei quattro, che sa però essere eroico nei momenti giusti.
Nel film non troverete nulla di tutto ciò, ma giusto quattro tartarughe 15enni che per carattere poco si distinguono l’una dalle altre. Perfino le origini di Splinter sono diverse. Così come il personaggio stesso, privato di tutte le sue qualità e ridotto ad essere un vecchio ratto.
Ma è un film per bambini!

Questa frase viene spesso detta quando si parla di film d’animazione scritti male. La risposta giusta è quella composta da un’altra domanda, o da una serie di domande: “Non è forse Toy Story un film per bambini? O Spider-Man: Across the Spiderverse? O Gli Incredibili? E Kung Fu Panda?”. Sì, sono tutti film pensati per essere fruiti da un pubblico piccolo. Eppure caspita se c’é una differenza. Bisogna smetterla di parlare ai bambini come fossero idioti. Non è giovanile usare termini come “ipermegasuperultrafico”. Non vogliatecene, ma qui pensiamo si possa utilizzare il termine “boomer”.
La comicità di Tartarughe Ninja – Caos mutante non è la comicità che apprezzano i bambini. Ma quella che gli adulti credono che i bambini apprezzino. Tra le altre cose, Seth Rogen e Jeff Rowe avevano parlato di “un film per adolescenti”, una storia di formazione paragonabile a Stand by Me e Lady Bird (parole loro). La realtà è ben diversa. Questo è un film che ha poco da dire e si nasconde finché può dietro alla sua animazione sorprendente. Alla prossima recensione su Ciakclub.it