Talk to Me, la spiegazione del finale dell’horror A24

Talk to Me è arrivato in Italia. Lasciati trasportare da visioni, possessioni e allucinazioni. Mia, sconvolta dalla perdita della madre, non rispetterà le regole del gioco, incorrendo in terribili conseguenze. Gli spiriti e le entità maligne si impossesseranno della sua vita e la soluzione per sfuggire all’incubo sarà più estrema del previsto.
Talk to Me, la spiegazione del finale dell'horror A24

Il primo film dei fratelli e youtuber Philippou, Talk to Me, è sulla bocca di tutti. Nelle sale italiane è arrivato solo da pochi giorni, ma ha portato con sè una schiera di critiche più che positive da parte della stampa internazionale. E sicuramente vi sarete imbattuti in commenti del tipo, “horror più spaventoso dell’anno” o “pellicola horror con il più alto punteggio su Rotten Tomatoes…” e via dicendo. I numeri, al momento, stanno confermando questi pareri.

Lo schema narrativo di Talk to Me (qui la nostra recensione) rispetta i clichè e i canoni dei classici film dell’orrore, con una giusta percentuale di citazioni, ma, al tempo stesso, sfrutta jumpscare e possessioni demoniache per accompagnarci nel viaggio emotivo e nei turbamenti della giovane protagonista. Ed proprio in questa chiave che va letto il finale della pellicola.

Prima di arrivare al finale e ai consueti spoiler vi facciamo un recap del contesto in cui ci troviamo. Mia non riesce a superare il dramma della perdita di sua madre. Nel totale sconforto, con un padre ugualmente devastato dal lutto, decide di unirsi ad una particolare festa a casa dell’amica Hayden per distrarsi. La ragazza è nota per l’organizzazione di sedute spiritiche in cui, attraverso una mano in ceramica dalle ignite origini, i partecipanti si mettono in contatto con spiriti e presenze. Il procedimento prevede una stretta di mano e il pronunciare la frase “parla con me” (appunto talk to me in lingua originale). Il tutto poi non deve avere una durata superiore ai 90 secondi.

Talk to Me e il sacrificio di Mia

Un frame di Talk to Me
Un frame di Talk to Me

Come in un buon film horror che si rispetti, la situazione sfugge di mano ai protagonisti. Le cose cominciano a degenerare quando Mia (Sophie Wilde), ansiosa di potersi mettere in contatto con la madre, dà il via alla seduta e sconvolta dalla visione a cui assisterà, stringerà la mano più del tempo necessario. Inutile dire che le conseguenze per la ragazza saranno disastrose e la trascineranno in un incubo in cui il confine tra realtà, allucinazioni e possessioni diventa sempre più labile.

La ragazza, succube delle visioni di un’entità con le sembianze della madre, arriverà a compiere gesti estremi e atroci nei confronti dei suoi cari, con l’intento di salvare il fratellino Riley, anche lui tormentato da spiriti maligni. Nell’atto finale Mia, proprio quando sembrava ancora una volta decisa ad eseguire quanto detto dall’entità e quindi ad uccidere il fratello come unica soluzione per liberarlo, vediamo però la ragazza separarsi da Riley e gettarsi in strada verso un auto in corsa.

L’interpretazione più plausibile è che la ragazza abbia recuperato la lucidità per qualche istante, scegliendo di sacrificare se stessa per porre fine alla terribile avventura e per liberarsi una volta per tutte dello spirito maligno e dei propri demoni interiori. Noi spettatori siamo però a conoscenza del fatto che Mia, andando in contro alla morte ancora posseduta, sarà destinata a diventare essa stessa uno spirito prigioniero del rituale per l’eternità. Ulteriore elemento che ci confermerebbe che Mia non si sia mai messa in contatto con la madre. Questo scenario ci permette quindi di iniziare già a pregustare un eventuale sequel di Talk to Me!

Facebook
Twitter