Markus Zusak nel 2005 scrive un romanzo diventato bestseller, pubblicato prima col titolo italiano La bambina che salvava i libri, poi con il notissimo Storia di una ladra di libri. Otto anni dopo, nel 2013, il regista Brian Percival (che ha diretto alcuni episodi di Downton Abbey) gira l’omonimo film. Nel cast accanto a Geoffrey Rush (Shine, La migliore offerta) ed Emily Watson (Hilary e Jackie, Le onde del destino) troviamo la giovane Sophie Nélisse, al terzo film dopo il debutto in Monsieur Lazhar.
La trama del film
In una Germania del 1938, sotto il potere nazista di Hitler, conosciamo la giovane protagonista, Liesel Meminger. La piccola, di nove anni, desta l’attenzione della Morte, in una delle prime scene del film, la quale racconterà l’intera vicenda dal proprio punto di vista. Durante il funerale del fratellino, Liesel si appropria per la prima volta di un libro, Il manuale del becchino.
Diventerà un atto di grande valore quando, affidata ai coniugi Hubermann (Watson e Rush, qui un articolo per non dimenticarci di lui), conosce Rudy Steiner ed entra a far parte della Gioventù hitleriana: assistendo al rogo dei libri proibiti dal Führer, Liesel e l’ardore per la lettura non riescono a resistere e la giovane porta in salvo uno dei volumi fra le fiamme.
Un po’ di tempo dopo a casa degli Hubermann Liesel conoscerà Max, un ebreo che sta cercando rifugio presso di loro, e la sua compagnia sarà fondamentale per la vita della giovane. Oltre a Max, altro fulcro della sua vita sarà Ilsa Hermann, una donna che l’aveva vista rubare il libro quella sera, e che anziché denunciarla mostrerà a Liesel la sua biblioteca privata, da cui la ragazza prenderà in prestito le storie da leggere a Max, che nel frattempo si ammala.
Saranno proprio i libri, in qualche modo, a salvare Liesel dai bombardamenti.
La storia di una ladra di libri è vera?

Come si è già detto, il film di Percival è tratto dal romanzo di Markus Zusak. Rispetto alla veridicità della Storia di una ladra di libri, lo scrittore non ha parlato di una corrispondenza diretta e puntuale fra la vicenda di Liesel e una giovane donna della vita reale. È verissimo, però, che i genitori di Zusak – nato in Australia – sono originari della Germania la madre e dell’Austria il padre. Entrambi hanno vissuto sotto il potere nazista di Hitler gli anni della Seconda guerra mondiale e hanno assistito alla persecuzione degli ebrei.
Il libro, e quindi il film, ha di vero l’atmosfera e il sentimento che lo scrittore ha vissuto tramite i racconti soprattutto della madre, di quella Germania nazista ingiusta ed atroce. In particolare Zusak ricorda una storia della madre: viveva presso una famiglia adottiva (come Liesel) e sentiva rumori inconsueti fuori dalla sua finestra. Era un gruppo di ebrei, caricato su un carro diretto ai campi di concentramento. Fra di loro un vecchio, che faticava a tenersi in piedi. Vedendo la difficoltà dell’uomo, un passante offre un pezzo di pane al vecchio. Entrambi vengono picchiati e frustrati dal soldato che stava scortando gli ebrei deportati. Questa scena colpì fortemente lo scrittore, e gli ha dato l’input per inventare la Storia di una ladra di libri, permeata dal clima di dolore e tensione che ha frustrato la Germania di quegli anni.