Secondo Spielberg i lungometraggi prodotti da piattaforme come Netflix, Amazon e Hulu non meriterebbero un Oscar ma piuttosto un Emmy.
L’ultimo film di Steven Spielberg, Ready Player One, uscirà tra pochi giorni nelle sale italiane (il 28 marzo) e il regista ha sfruttato l’occasione per parlare (durante un’intervista a ITV News) della sua visione dei nuovi prodotti pensati per il Video on Demand e la distribuzione sui servizi di streaming. Per lui questi film dovrebbero essere considerati come vere e proprie opere per la TV e perciò competere per gli Emmy piuttosto che per gli Oscar. La ragione primaria è tutelare quei cineasti che faticano per far arrivare i propri prodotti in sala.
Ecco un estratto dell’intervista:”Sempre meno filmmaker tenteranno di lottare per ottenere i finanziamenti, o essere in competizione al Sundance o ottenere le approvazioni necessarie a distribuire i propri film nei cinema. E sempre più filmmaker lascerà che i servizi VOD si occupino di produrre i loro film, magari anche con la promessa di una breve distribuzione nelle sale per poter poi concorrere ai premi. Ma in realtà quando prendi un impegno con un format televisivo, allora sei un film per la tv. Puoi meritare un Emmy ma non un Oscar”.
Il regista ha poi precisato:”La qualità proposta dalla televisione non è mai stata così elevata come oggi. La scrittura è migliore, la produzione è migliore, la regia è migliore, la recitazione è migliore. Ma resta comunque una minaccia per l’esperienza cinematografica“.
Sembra chiaro che per Spielberg i prodotti pensati per Netflix o simili non siano un male, anzi. Diventano pericolosi solo nel momento in cui invadono gli spazi riservati al cinema per motivi promozionali o relativi all’accesso ai premi, scoraggiando così la ricerca di fondi per i film propriamente “da sala”.
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